Giornate editoria cattolica: Ruffini, un nuovo cammino insieme
Giada Aquilino – Città del Vaticano
L’“inizio di un nuovo cammino insieme”. Questa la speranza del Prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, aprendo oggi a Roma le Giornate internazionali dell’editoria cattolica, fino al 29 giugno al Centro Congressi Auditorium Aurelia. Proponendo una riflessione sulle sfide poste dall’ambiente digitale, di fronte a una sessantina di rappresentanti del comparto cattolico provenienti da tutto il mondo, il Prefetto non ha negato come si viva in “un tempo di crisi”, “crisi ecologica”, “crisi umanitarie” e, ha osservato, dell’editoria. “Ma forse mai come oggi - ha detto - avvertiamo quanto grande sia il bisogno di restituire un senso al tempo, una unità alla diversità dei mezzi”. D’altro canto “le crisi sono segno che non siamo fermi, immobili” e la via per uscirne è “rafforzare il nostro essere una rete”.
L’esperienza francese
“Noi come editori cattolici ci proponiamo di essere un ponte tra la Chiesa e il mondo”, ha detto a Vatican News uno dei relatori della giornata inaugurale, Jean-Marie Montel, presidente della Federazione dei media cattolici di Francia. “Penso sia molto importante come editori proporre delle convinzioni, dei valori che comunichiamo e che ci derivano dalla Scrittura, dal Vangelo, indirizzandoci ad un pubblico che dobbiamo ascoltare. Essere editori cattolici - ha evidenziato - vuol dire non esserlo soltanto per i cattolici ma rivolgersi al mondo perché cattolico implica l’essere universale. Quindi ci rivolgiamo a tutti, al mondo, trovando autori, profeti, valorizzandoli, aiutandoli a crescere, diffondendoli largamente, con tutti i mezzi: col libro, con la carta, attraverso riviste, anche attraverso il digitale. Perché - ha concluso - il digitale non è il nostro nemico ma un’opportunità enorme di raggiungere il più gran numero di persone in tempi brevissimi”.
Editoria cattolica in Sudafrica
Dall’Europa all’Africa, Ipeleng Thlankana, caporedattore di Reality Magazine, ha portato ai lavori l’esperienza dell’editoria cattolica in Sudafrica. “Su una scala da 5 a 10, darei come voto 6 soprattutto alla stampa scritta, rispetto al digitale: il digitale - ha spiegato - è molto popolare tra i giovani adulti, che leggono, ma preferiscono farlo sui mezzi digitali; però c’è un impegno: si legge”. “L’obiettivo finale dell’editoria cattolica - ha aggiunto - è quello di insegnare, di influenzare e ovviamente di diffondere il Vangelo, circa la fede cattolica, comunicandolo meglio. Perché se è migliore la comunicazione la gente può capire, arrivando ad un migliore accesso”, ha concluso.
Nutrire la fede
Un richiamo all’“essenziale” della nostra vita di fronte agli individualismi di oggi è venuto da padre Marko Ivan Rupnik, teologo gesuita, artista e direttore del Centro Aletti. “Ci troviamo di fronte a egoismi culturali o etnocentrismi, che si esprimono in un amore per la propria cultura esagerato, perché siamo in una fase di passaggio da un’epoca ad un’altra: c’è - ha osservato - una certa insicurezza che, invece di aiutare noi cristiani ad aprire la vita che abbiamo ricevuto, uscendo verso l’altro, ci porta a cadere nella trappola di difendere noi stessi, ciò che abbiamo prodotto, ciò che è nostro. E di questo il mondo è ormai stanco”. In tale contesto “l’editoria cattolica - afferma il teologo gesuita – dovrebbe tenere più presente il fatto di nutrire la fede, di nutrire quella vita che il battezzato riceve col Battesimo e che, a chi non è battezzato, manifesta una certa bellezza. Perché la bellezza è l’amore realizzato. E il mondo – ha concluso - ne rimane affascinato”.
La Messa del Papa
I lavori, oggi moderati da Alessandro Zaccuri di Avvenire e con l’intervento di fra' Giulio Cesareo, responsabile editoriale della Libreria Editrice Vaticana, proseguono giovedì e venerdì. Sabato la partecipazione dei presenti al convegno alla Messa celebrata da Papa Francesco nella Basilica di San Pietro in occasione della Festa dei Santi Pietro e Paolo.
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