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Santa Sede: responsabilità per mari e oceani prevalga su sfruttamento

Dichiarazione dell’osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, mons. Bernardito Auza, alla 25.ma sessione dell’Assemblea dell’Autorità internazionale dei fondali marini, svoltasi in Giamaica

Giada Aquilino - Città del Vaticano

Una prospettiva di “cura e responsabilità” per gli oceani, non di “sfruttamento e mero uso”. L’ha richiamata l’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, in occasione della 25.ma sessione dell’Assemblea dell’Autorità internazionale dei fondali marini, conclusasi ieri a Kingston, in Giamaica, dove l’organismo ha sede.

Un dono che ci è stato affidato

Secondo i principi del “patrimonio comune dell'umanità”, il nostro pianeta e quindi anche gli oceani sono “un dono che ci è stato affidato” per il nostro godimento ma anche per una gestione etica, ha evidenziato il nunzio apostolico ai lavori che hanno commemorato i 25 anni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e la nascita della medesima Autorità internazionale dei fondali marini, nel novembre 1994. Un approccio mirato a garantire esclusivamente “diritti e benefici economici senza imporre pienamente i relativi obblighi”, ha proseguito l’arcivescovo Auza, non garantirà “né la sostenibilità, né la conservazione dei nostri oceani e delle risorse marine, né di conseguenza un beneficio economico duraturo”.

Equilibrio tra benefici e sostenibilità

L’obiettivo è quello di un “approccio equilibrato” tra i “benefici economici che traiamo dalle risorse oceaniche” e “la conservazione e la sostenibilità dei nostri oceani”. “Mentre i benefici economici contribuiscono a creare il benessere degli Stati e della loro popolazione, fornendo cibo, alloggio e mezzi di sussistenza - ha sottolineato l’osservatore permanente della Santa Sede all’Onu - gli obblighi di salvaguardare la salute degli oceani non dovrebbero essere semplicemente relegati ad un’importanza secondaria”. Ogni approccio allo sfruttamento delle risorse marine dovrebbe tener conto dei dati della ricerca scientifica sullo stato dei nostri oceani: una “maggiore armonia” tra le informazioni scientifiche e le attività commerciali relative agli oceani è “indispensabile” per raggiungere un approccio equilibrato, un buon processo decisionale, una opportuna regolamentazione, evitando “possibili conflitti di interesse”, ha informato mons. Auza. Per questo, ha aggiunto, la delegazione della Santa Sede apprezza l’impegno dell’Autorità internazionale dei fondali marini, in collaborazione con organizzazioni e istituzioni scientifiche, per “migliorare la valutazione della biodiversità e la mappatura dei fondali marini”. L’auspicio è quello di continuare ad affrontare “con saggezza” le sfide sempre più impegnative per la “regolamentazione” delle attività umane negli oceani e nei mari.

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27 luglio 2019, 10:39