Sequeri: lettera studenti Istituto GP2 pubblicata prima che la ricevessi
Sergio Centofanti – Città del Vaticano
Non si fermano le polemiche sul rinnovamento del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e Famiglia. L’Istituto ha risposto alle critiche con un comunicato, spiegando il significato di alcune decisioni ma anche respingendo alcune accuse, basate - è stato precisato - su una informazione “distorta, faziosa, talvolta in mala fede, che spesso non ha mai neanche cercato una verifica delle notizie alla fonte”.
Oggi, per esempio, è stata pubblicata una lettera in cui 241 studenti (di cui in realtà circa 120 sono ex studenti) esprimono le proprie preoccupazioni al preside Pierangelo Sequeri e al gran cancelliere, monsignor Vincenzo Paglia. Ma la missiva è stata pubblicata prima che gli interessati la potessero leggere. Altri studenti hanno manifestato il proprio sostegno al rinnovamento.
Monsignor Sequeri, come leggere la reazione degli studenti alle novità?
Alcuni hanno già scritto esprimendo fiducia nel rinnovamento e nell’ampliamento della ricerca e della formazione in ambito teologico-pastorale e antropologico-culturale. La Segreteria mi ha notificato oggi anche l’arrivo di una lettera, sottoscritta da alcune decine di “studenti ed ex-studenti” (noi ne abbiamo avuti migliaia, naturalmente) che esprime preoccupazione per l’eventualità di perdere il solido sostegno formativo garantito dall’Istituto e per l’incertezza relativa al passaggio e al coordinamento dei nuovi insegnamenti. Sono un po’ sorpreso per il fatto che la lettera, indirizzata a me (e per conoscenza al Gran Cancelliere, mons. Vincenzo Paglia) sia stata resa pubblica prima ancora che i destinatari dessero riscontro e avessero tempo materiale di rispondere. In ogni modo, molte comunicazioni relative alle legittime richieste di informazione e di rassicurazione sono già in corso di adempimento, in corrispondenza con la progressiva definizione degli assetti. Sarà mia cura, naturalmente redigere una risposta consuntiva, sulla base dei dati reali di tutti gli adempimenti a regime.
Qual è il significato del rinnovamento del Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia?
Il rinnovamento risponde al grande impulso di Papa Francesco, che ha incoraggiato sin dall’inizio l’Istituto a dotarsi di tutti gli strumenti necessari per adempiere la missione che gli era stata affidata con la creazione di Giovanni Paolo II, nel nuovo contesto in cui la Chiesa vive i suoi legami d’amore nell’ambito della trasmissione della vita umana e della fede cristiana che attengono al matrimonio e alla famiglia, secondo il disegno di Dio. Nuovi strumenti vuol dire strumenti di conoscenza: non solo nell’ambito delle cosiddette scienze umane, ma anche dell’approfondimento teologico e pastorale, che devono più strettamente saldarsi. Nuovi strumenti vuol dire anche strumenti adeguati di informazione aggiornata e di formazione pratica (osservatorio internazionale, counseling pastorale, diritto comparato, mediazione familiare, eccetera). Lo scrupolo di adesione trasparente e profonda alle ricchezze della tradizione cattolica e del magistero autorevole, invece, non rappresenta certo un’innovazione. Le polemiche, più o meno maliziose, a questo riguardo, che mirano a coinvolgere i molti studenti che guardano con fiducia ad un progetto di un sapere e di una formazione realmente “cattolici”, coltivano certamente altri interessi. Non sono quelli di Giovanni Paolo II, non sono quelli di Papa Francesco, non sono quelli dell’Istituto.
Quale clima si respira oggi all’interno dell’Istituto?
In questo momento le attività accademiche sono sospese e i docenti attendono ad altri impegni o a qualche pausa di riposo. Nel frattempo, vengono notificate le proposte di incarico e incominciano a giungere le prime risposte positive. Il carico maggiore in questo momento pesa sulle sugli Uffici amministrativi e sulle Segreterie, che collaborano con la stessa grande dedizione nei confronti dell’Istituto che io ho potuto constatare, con grande ammirazione, fin dall’inizio del mio insediamento come Preside.
Cosa auspica per il nuovo anno?
Mi auguro che, quando il progetto apparirà nella sua completezza, mostrando il suo carattere costruttivo e di rilancio dell’ispirazione che ha generato l’Istituto di alti studi che ho l’onore di presiedere, il quale nutre l’ambizione di onorare la fiducia del magistero, rappresentando un motivo di onore e di stima per la Chiesa cattolica, tutti possano sentirsi orgogliosi di farne parte, trovando ulteriore motivo per offrire fiducia e affezione alla collaborazione che si renderà necessaria. L’amore deve scacciare il timore, la comunione deve vincere la diffidenza e la bellezza della causa comune deve prevalere sugli interessi personali. I motivi non mancheranno. E Dio ricompenserà la dedizione che offriremo con gioia.
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