Operazioni in corso al cimitero Teutonico
Andrea Tornielli
Città del Vaticano
Sono iniziate alle 8.15 di stamane al Campo Santo Teutonico, dentro le mura vaticane, le operazioni di apertura di due tombe per fare delle verifiche riguardanti il caso di Emanuela Orlandi, la quindicenne figlia di un dipendente vaticano scomparsa misteriosamente nel centro di Roma il pomeriggio del 22 giugno 1983. Prima dell’inizio dei lavori, il rettore del cimitero, monsignor Hans-Peter Fischer, ha pronunciato una preghiera. Grazie al lavoro del Corpo della Gendarmeria vaticana sono state prese tutte le precauzioni possibili per garantire il corretto svolgimento del procedimento, nel rispetto della privacy delle famiglie coinvolte, della sacralità del luogo, del segreto istruttorio ma anche di tutte le garanzie per le parti. L’area è stata coperta con dei gazebo, nel caso di temporali frequenti in questi giorni a Roma e per maggiore riservatezza.
“Non è possibile prevedere, al momento, i tempi di durata per concludere tali operazioni, che vedono impiegate una quindicina di persone”, ha dichiarato il direttore ad interim della Sala Stampa Vaticana Alessandro Gisotti. Stanno operando nel cimitero il personale della Fabbrica di San Pietro per l’apertura e chiusura dei sepolcri, mentre all’acquisizione dei reperti provvede il professor Giovanni Arcudi, coadiuvato dal suo staff, alla presenza di un perito di fiducia nominato dal legale della famiglia di Emanuela Orlandi. Sono presenti il Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Gian Piero Milano, e il suo Aggiunto Alessandro Diddi, e il Comandante del Corpo della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani.
Come indicato nel decreto del Promotore di Giustizia Vaticano, le operazioni riguardano la “Tomba dell’Angelo” della Principessa Sophie von Hohenlohe e la tomba attigua della Principessa Carlotta Federica di Mecklemburgo. Sebbene la tomba indicata dal legale della Famiglia Orlandi sia, infatti, quella con l’Angelo che tiene tra le mani un libro aperto con la scritta “Requiescat in pace”, il Promotore di Giustizia - trattandosi di due tombe vicine ed entrambe con una edicola similare - al fine di evitare possibili fraintendimenti su quale potesse essere la tomba indicata, ha disposto l’apertura di entrambe.
Per ragioni processuali ed in ossequio al segreto istruttorio, non verrà resa nota l’identità dei familiari delle due principesse sepolte. “Si tratta di discendenti - informa il portavoce Gisotti - che sono stati informati delle operazioni e che, per amore della verità, hanno garantito la loro completa disponibilità e collaborazione con la Santa Sede ed in particolare con l’Ufficio del Promotore di Giustizia”.
Per quanto riguarda l’analisi dei resti, questi vengono analizzati e studiati con rilievi morfologici già in queste ore dal professor Arcudi e dal suo staff, secondo protocolli riconosciuti a livello internazionale. Al termine delle operazioni, i reperti saranno inviati in laboratorio per le indagini di genetica forense: l’esame del DNA permetterà di raggiungere la certezza sulla loro attribuzione.
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