Lettera del Papa ai sacerdoti: 5 preti riflettono sulle sue parole
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
L’Italia delle periferie, l’Orissa in India, teatro di persecuzioni anticristiane ma anche il Guatemala e il Vietnam, Paesi poveri che custodiscono una fede viva e forte. Da qui sono state raccolte le reazioni di vari sacerdoti alla Lettera indirizzata loro da Papa Francesco in occasione del 160.mo anniversario della morte del santo Curato d’Ars, dello scorso 4 agosto. Testimonianze che si possono leggere integralmente su L’Osservatore Romano nelle quali si mostra gratitudine al Pontefice per il pensiero rivolto e ci si interroga sugli spunti da lui proposti, rivitalizzando così il proprio sì al Signore.
Don Tiziano Cantisani: il dolore che si apre alla forza dello Spirito
Nell’intervista del direttore Andrea Monda al parroco di Maratea, in provincia di Potenza, don Tiziano Cantisani, 35 anni, il giovane sacerdote sottolinea come il Papa sia stato “paterno” nella Lettera rivolta ai preti. “Non è un testo che cala dall’alto, ammonitorio - sostiene - ma è scritto da una persona che ha condiviso e condivide ancora la medesima condizione che vivono i destinatari della Lettera, noi presbiteri”. Cuore della missiva per don Cantisani è il dolore che “non deve chiudersi nella desolazione ma aprirsi alla forza dello Spirito Santo”; “occasione che può diventare punto di incontro con la grazia del Signore” e allo stesso tempo “esperienza fondante” che porta via la frustrazione e il disincanto. Gratitudine, coraggio e lode sono gli altri punti messi in luce dal sacerdote che evidenzia come la preghiera sia il legame saldo con Gesù e ricorda “il rovesciamento” che il Papa invita a fare: il fidarsi del popolo di Dio che ha fiuto e che potrebbe far crescere una nuova mentalità, “un nuovo modo di sentirsi Chiesa”.
Don Dominic Ngo Quang Tuyen: il Papa, amico, maestro e padre
Nella testimonianza di Dominic Ngo Quang Tuyen, sacerdote del Vietnam, Francesco viene definito “amico, maestro e padre” perché parla con sincerità ai suoi confratelli, offre sostegno e conforto. “Penso che sia una lettera rivolta a me”: spiega il sacerdote di 71 anni, 13 dei quali passati in carcere. Oggi è impegnato nell’evangelizzare il suo “amato Paese” e lancia un messaggio al Pontefice: “Le voglio bene, Santo Padre. Ho tradotto i suoi importanti insegnamenti e documenti in lingua vietnamita e li ho trasmessi al mio amato popolo vietnamita. Santo Padre, preghiamo l’uno per l’altro”.
Don Juan Mardoqueo Aj Luis: le parole del Papa, soffio d’aria fresca
“Le parole del Papa sono un soffio d’aria fresca che incoraggia il nostro cuore di pastore”: è la definizione di don Juan Mardoqueo Aj Luis, presbitero della diocesi di Suchitepèquez-Retalhuleu, in Guatemala, riferita alla Lettera di Papa Francesco. Il sacerdote ricorda come Dio fa grandi cose anche con i vasi di creta. “Anche se ci sono peccati che hanno provocato grandi dolori alla Chiesa con gli abusi sessuali commessi da alcuni preti, questa crisi – sottolinea - è un tempo di purificazione per la Sposa di Cristo perché Lui la vuole santa e Immacolata. E il cammino che il Papa ci propone con la conversione, la trasparenza e la sincerità susciterà grandi frutti di santità nei preti di tutto il mondo”. Don Juan ricorda che molte persone in America Latina “sperimentano la Croce e il dolore per la povertà, la discriminazione, l’esclusione nelle periferie fisiche ed esistenziale della vita” eppure la Lettera di Francesco è un modo per far sentire la misericordia di Dio.
Don Andrea Simone: non mollare mai nella nostra vita
Vicario parrocchiale della cattedrale di Fabiano, don Andrea sottolinea “l’amorevolezza, l’incoraggiamento, la comprensione che il Papa ha per i sacerdoti”. Evidenzia poi l’importanza di sentirsi sostenuti nella vita di ogni giorno per non sperimentare la solitudine primordiale dell’uomo. “Faccio spesso esperienza della grande impotenza umana nell’accompagnamento spirituale dei giovani, loro - afferma don Simone - ti vomitano addosso tutti i loro grandi problemi e le loro delusioni, ma hanno un analogo desiderio che tu sia lì accanto a loro, per piangere e gioire insieme”. Nel concludere l’intervista il sacerdote sintetizza nel “non mollare mai” l’incoraggiamento del Papa contenuto nella Lettera.
Don Santosh Kumar Digal: rinnovare la vita sacerdotale per amore del Vangelo
“Nei miei diciannove anni di sacerdozio ho sentito, sperimentato e visto come sacerdoti in luoghi o regioni lontane e inaccessibili s’impegnano nei vari lavori pastorali, predicando la Parola di Dio in situazioni diverse e portando speranza alla gente con amore, spirito di servizio e impegno, rafforzando le comunità e sostenendo la causa dei poveri, e promuovono i diritti umani, la dignità umana e la giustizia sociale nonostante numerose difficoltà e sfide”: così don Santosh Kumar Digal, prete dell’arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar nello stato di Odisha (Orissa), in India. L’invito del sacerdote è quello di guardare i momenti belli vissuti nel sacerdozio, segnati dall’amore e dall’affetto per continuare ad essere fedeli e generosi, al servizio degli altri per amore del Vangelo “portando speranza e amore al mondo lacerato nel quale oggi viviamo”.
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