Auza all’Onu: le moratorie non bastano, occorre bandire i test nucleari
Roberta Gisotti – Città del Vaticano
“Le moratorie unilaterali, che fortunatamente sono rimaste ferme al 1998 con la sola eccezione dei test nucleari fatti dalla Repubblica popolare di Corea, non possono mai essere considerate un sostituto duraturo di un Trattato in vigore”. Così monsignor Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York, nel suo intervento all’incontro di Alto livello organizzato ieri nel Palazzo di Vetro per commemorare e promuovere la Giornata internazionale contro i test nucleari, che viene celebrata da 10 anni in tutto il mondo il 29 agosto.
Sensibilizzare i popoli per bando universale
Un’occasione importante – ha ricordato il presule – “per sensibilizzare ed educare l’opinione pubblica sull’impatto umanitario delle esplosioni dei test nucleari, allo scopo di creare le condizioni per il bando universale dei test atomici, come passo avanti verso il traguardo di un mondo senza armi nucleari”.
Oltre 70 anni dal primo test atomico
Ha ricordato l’arcivescovo Auza che “il primo test di un’arma nucleare, tristemente soprannominata ‘Trinità’, ha avuto luogo 74 anni fa nel deserto del New Mexico, negli Stati Uniti d’America”, ed è stato seguito fino ad oggi “da più 2000 test nucleari, effettuati, in quattro continenti e nell’area dell’Oceano Pacifico, da otto Stati”, oltre agli Usa, l’Urss, il Regno Unito, la Francia, la Cina, l’India, il Pakistan, la Corea del Nord.
La Santa Sede contro le armi nucleari
“Anche prima di quel test, la Santa Sede – ricorda il nunzio Auza – aveva già espresso profonda preoccupazione per l’uso violento dell’energia atomica e da allora ha chiesto incessantemente il divieto dei test sulle armi nucleari”. Per questo ha subito aderito al Trattato per la messa al bando totale dei test nucleari (Ctbt) “il primo giorno che è stato aperto alla firma e alla ratifica” ed ora “attende con ansia il giorno in cui entrerà in vigore, sperando che sia prima possibile”.
Appello alla ratifica del Trattato Ctbt
Da qui l’appello agli Stati la cui ratifica è necessaria per rendere operativo il Trattato Ctbt. I Paesi mancanti sono Stati Uniti, Cina, Iran, India, Pakistan, Israele, Egitto, Corea del Nord. “Qualsiasi test nucleare – ha concluso il rappresentante vaticano – avrebbe la conseguenza estremamente negativa di allontanarci ancor più dal nostro obiettivo di un mondo libero dalle armi atomiche”. Poi l’invito alla comunità internazionale “a rinnovare il proprio impegno, facendo ogni cosa necessaria per assicurare che i test nucleari siano relegati definitivamente al passato”.
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