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Il cardinale Marc Ouellet Il cardinale Marc Ouellet 

Ouellet: il sacerdozio, un dono da riscoprire

Il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, presenta in un’intervista pubblica il suo libro “Amici dello Sposo”, un’ampia trattazione del celibato sacerdotale. Per la Chiesa, ribadisce, “non è un dogma” ma un “legame intimissimo”. E sui “viri probati”, tra i temi del prossimo Sinodo: la preghiera “ci aiuterà nel discernimento”

Alessandro De Carolis - Città del Vaticano

La dote migliore di un sacerdote? “L’umiltà”. La risposta è meno scontata di quel che appare. Il cardinale Marc Ouellet la offre ai giornalisti seduti nella Sala Marconi della Radio Vaticana che lo ascoltano presentare il suo ultimo libro “Amici dello Sposo”, scritto per dare un contributo a “una visione rinnovata del celibato sacerdotale”. Sia nell’introduzione che nei capitoli del volume, il prefetto della Congregazione dei Vescovi descrive con realismo lo scenario in cui si muovono oggi i preti. Secolarizzazione, sfiducia, discredito della figura del ministro di Dio. E alla domanda sulle qualità necessarie per riconquistare fiducia di tanti cristiani disillusi, il porporato replica appunto con “l’umiltà” e ne spiega il motivo.

Uomini della compassione

Alle spalle e attorno a noi, osserva il cardinale Ouellet, dobbiamo fare i conti con dei “fallimenti” – il clericalismo, l’ambizione, la tendenza a “controllare tutto”. E tuttavia questo non annulla i “grandi valori” del sacerdozio, che vanno riscoperti. Ecco il perché l’umiltà, allora: la gente, dice, deve comprendere che un sacerdote “è un amico dello Sposo, non lo Sposo”. E soprattutto che il sacerdote è un uomo della “compassione”.

Celibato? “Non è un dogma”

In questo quadro, arriva la domanda sul celibato, argomento spesso strumentalizzato da chi vorrebbe considerarlo un dogma intangibile tacciando di eresia chi osi metterlo in discussione. Il capo della Congregazione per i vescovi ricorda come la scelta del celibato sia maturata gradualmente nella Chiesa e conclude: “Non è un dogma, non è un’eresia” discuterne. La Chiesa ha tuttavia capito che è “un legame strettissimo, intimissimo, per i vescovi e i sacerdoti”.

Discernimento col Papa

Il libro – che raccoglie riflessioni del cardinale Ouellet proposte in diverse circostanze – contestualizza il suo contenuto facendo riferimento all’imminente Sinodo sull’Amazzonia. L’attenzione mediatica già da tempo sta concentrando l’attenzione sui “viri probati”, uomini sposati di età matura e solida fede che possano ricevere l’ordinazione sacerdotale per sopperire alla carenza di ministri nell’immenso polmone verde dell’America Latina. Il cardinale Ouellet osserva con schiettezza: “Non sono contrario ma scettico”. Per lui l’Amazzonia avrebbe bisogno prima ancora di nuovi diaconi e catechisti. “Certamente c’è un discernimento da fare e lo faremo al Sinodo”, assicura. E a chi dei cronisti prova a strappargli una previsione su cosa decideranno i padri sinodali, il porporato risponde con un sorriso: “Non si può dire nulla adesso, bisogna vivere l’evento, nella preghiera assieme al Papa. Ci guiderà lo Spirito Santo”.

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02 ottobre 2019, 15:22