Visibilità e dignità per i migranti in Puglia. Il cardinale Krajewski alla firma dell'intesa
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Dignità, visibilità e contrasto alla povertà. Queste le tre parole chiave dell’intesa siglata ieri a San Severo in Puglia alla presenza dell’Elemosiniere Apostolico Konrad Krajewski, tra Comune e Diocesi. Stando al protocollo - il primo nel suo genere - che segue la visita del cardinale ai ghetti dei braccianti agricoli dell'area, le parrocchie potranno dare domiciliazione ai senza dimora, migranti e non, condizione indispensabile ai servizi anagrafici del Comune per il rilascio di documenti di identità e residenza. Ciò significa uscire da una condizione di irregolarità e soprattutto essere finalmente "visibili" in termini di lavoro e di servizi.
La vicinanza del Papa attraverso l'Elemosiniere
Una "sinergia" semplice ma efficace. Il vescovo di San Severo monsignor Giovanni Checchinato ricostruisce la storia della realizzazione di questa intesa partendo dall'ascolto. Quello che nel tempo la Diocesi ha destinato ai migranti africani provenienti dal Togo, dalla Nigeria, dal Ghana, dalla Costa D'Avorio e da tanti altri Paesi che lavorano la terra italiana ma senza essere visibili a nessuno. L'Elemosiniere glielo aveva promesso nel settembre scorso incontrandoli nella visita compiuta in Puglia in vista della Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato e così è stato. Dopo circa un mese il cardinale Krajewski è tornato per sedersi al tavolo della diocesi di San Severo col sindaco e col vescovo circondato da una delegazione di lavoratori provenienti dai ghetti del foggiano e dai volontari del Progetto Presidio della Caritas: la nuova strada che si è aperta va a sopperire al vuoto creato dal primo "decreto sicurezza" che ha bloccato l'iscrizione all'anagrafe degli immigrati, in particolare dei richiedenti asilo.
R.-Questa cosa è arrivata dopo una frequentazione abituale con questi amici che abitano in questo ghetto che sta a Torretta Antonacci nel comune di San Severo. Una delle cose che loro ci hanno sempre detto è che lavorano nella nostra terra ma non hanno nessun documento di riconoscimento. Di fatto tante persone non sanno che esistono. L’assessore per i servizi sociali si è messo leggi alla mano, il direttore della Caritas ha fatto altrettanto, c’è stata una sinergia molto bella anche con il sindaco e siamo arrivati a fare questo protocollo.
Una cosa molto semplice a cui però nessuno aveva pensato prima...
R.-Forse nessuno aveva pensato prima che una diocesi potesse mettersi in gioco così! Tra l’altro già siamo stati raggiunti come Caritas da i comuni vicini a San Severo che desiderano firmare il protocollo.
Questo come influirà sul panorama difficile di quei cosiddetti ghetti, quelli che peraltro ha visitato anche il cardinale Krajewski...
R.- Sul tema dei ghetti io non lo so, la percepisco come una goccia nell’oceano però è una goccia.
Il pomeriggio come è andato con il cardinale Krajewski? Avete avuto anche altri incontri sul territorio con altri sacerdoti?
R.- Ieri pomeriggio ci siamo incontrati con i vescovi della Capitanata e con i responsabili del Progetto presidio e Caritas delle diocesi a cui abbiamo spiegato un po’ la storia così come l’abbiamo portata avanti può essere una piccola risposta per più di qualcuno.
Il cardinale Krajewski rappresenta il braccio, la carezza di Papa Francesco, la sua particolare attenzione per chi non ha visibilità...
R.-La visita, l’attenzione del cardinale non solo con me, anche con l’assessore, è stata determinante perché progetti del genere forse c’erano già venuti in mente ma devo dire che la sua presenza, il suo incoraggiamento, la sua vicinanza sono stati determinanti. E’ una cosa proprio bella, grande, questa vicinanza, questa carezza del Papa.
Ha avuto la risposta dei ragazzi, dei migranti, ha avuto già modo di condividere con loro?
R. - Loro erano presenti in occasione della firma e uno di loro, uno dei responsabili della comunità ha preso la parola, era molto emozionato, ha detto che è contento perché vede che si sta aprendo qualche strada.
Migrazione: serve il rispetto della dignità
Il sedersi allo stesso tavolo è stato dunque il frutto di un cammino compiuto insieme in cui il Comune di San Severo e ora pian piano anche altri Comuni limitrofi stanno aderendo. Così si può andare avanti: Chiesa e Stato. La "questione migratoria va gestita dando innanzitutto dignità e diritti alle persone" ribadisce il sindaco del Comune pugliese Francesco Miglio che nella nostra intervista rilancia l'importanza dell'intesa firmata ieri, per tanti italiani oltre che per gli immigrati, tanti che senza dimora non hanno accessi ai servizi di base. Nelle parole del primo cittadino anche la gratitudine nei confronti di Papa Francesco per la sua attenzione alle questioni relative all'integrazione, all'accoglienza e al contrasto alla povertà. Da qui l'invito al pontefice a visitare San Severo per conoscere la collaborazione che sta nascendo con la Chiesa locale:
R. - E’ un primo passo importantissimo, il primo protocollo di questo tipo che si sottoscrive in Italia. Tra l’altro anche il comune di Torre Maggiore, che è a 6 km da San Severo, il sindaco mi ha detto che è pronto per sottoscrivere con la diocesi un protocollo del medesimo contenuto. Andiamo a dare visibilità sociale ai senzatetto, nazionali e non. Questa elezione di domicilio presso le sedi parrocchiali, tre parrocchie finora, - anche se figurativamente, metaforicamente - sarà la condizione per consentire agli uffici demografici di rilasciare carte di identità e certificati di residenza che consentono di beneficiare delle misure di sostegno alla povertà che la regione Puglia sta mettendo in campo. Penso per esempio al reddito di dignità. Credo che è una cosa importantissima anche per fare altre cose insieme, che siano di contrasto alla povertà. Su questo, ieri, all’esito di questa sottoscrizione, ci siamo lasciati col cardinale dicendoci che ci rivedremo sicuramente, magari per mettere a punto altre iniziative di questo genere.
La sua presenza è stato un modo per farvi arrivare il pensiero e la carezza di Papa Francesco in un certo senso...
R.-Sì, non c'è dubbio che il suggello del Santo Padre su questa intesa la rende più solida e forte.
E' molto forte la denominazione di ghetto associato al vostro territorio: questa intesa serve anche a dire forse che si può far altro che ghettizzare...
R. -Sì, questi flussi migratori si governano dando dignità umana ai migranti, riconoscendo loro i diritti basilari di un essere umano, la residenza in primis. Non è da escludere che in un prossimo futuro si possa attuare a San Severo anche qualche iniziativa per implementare maggiori servizi igienici e sanitari a vantaggio dei migranti soprattutto nei campi,dove spesso purtroppo questi servizi sono carenti.
Ha il sentore di come la popolazione dei vostri Comuni abbia preso questa iniziativa? Ci sono state delle reazioni?
R.- C’è sempre una fetta di popolazione che viene malamente orientata, però c’è invece una fetta molto ampia di cittadinanza, che ha accolto molto positivamente questa intesa e lo ha visto innanzitutto come un segno di civiltà. Al netto di tutte le stupidaggini, e propaganda varia che, chiaramente, del fenomeno non fa una narrazione corretta e giusta.
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