Parolin: il sacramento della misericordia torni al centro della vita dei credenti
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
“Abbiamo bisogno che il sacramento della misericordia ritrovi un posto centrale nella nostra vita di credenti, perché a tutti venga offerta la possibilità di sperimentare la grandezza della misericordia di Dio e la forza liberatrice del perdono”. E’ quello che scrive il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, nella presentazione del volume “Il sacramento della misericordia. Accogliere con l’amore di Dio” di monsignor Krzysztof Nykiel, reggente della Penitenzieria Apostolica, presentato nella Sala Marconi di Palazzo Pio dal cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore, e da Claudia Koll Claudia Koll, fondatrice e presidente dell’associazione onlus “Le Opere del Padre”. Il libro, di 360 pagine, è edito dalla Libreria Editrice Vaticana.
Accogliere i penitenti con l’amore di Dio
In questo libro, scrive ancora il cardinale Parolin, “i temi della misericordia, della riconciliazione e del perdono” sono “collocati in una prospettiva teologica, pastorale ed educativa: di questo c’è sempre bisogno. Questo testo può essere considerato come un buon frutto, maturato dall’albero della riflessione e dell’esperienza personale e corroborato da ultimo dal vento salutare spirato con forza durante l’Anno Giubilare della Misericordia”. L’invito ai confessori presente nel titolo “accogliere con l’amore di Dio”, prosegue il segretario di Stato, “vuole essere, in un certo senso, una risposta alle difficoltà pastorali che la celebrazione del Sacramento della Riconciliazione ha incontrato nel recente passato e incontra tuttora nella vita dei credenti. Un Sacramento che, più degli altri, viene spesso sminuito e sottovalutato come una realtà di cui fare tranquillamente a meno”.
Il sacramento della riconciliazione nel magistero più recente
Il cardinale Mauro Piacenza, che da Penitenziere Maggiore presta il suo servizio alla Chiesa ogni giorno accanto all’autore del volume, sottolinea nella sua presentazione in Sala Marconi che questo libro è un aiuto per i ministri della riconciliazione ma è utile anche al popolo di Dio. Sottolinea che i sacramenti sono la ripresentazione attuale dell’agire salvifico di Cristo e il volume presenta il sacramento della Riconciliazione per come è trattato nel magistero più recente, secondo tre prospettive. Quella canonico-sacramentale, quella teologico-pedagogica e quella civile-legislativa. A "Vatican News" il porporato spiega che "quando noi facciamo i corsi per i sacerdoti giovani e per i confessori, diciamo sempre che il primo biglietto da visita è proprio l'accoglienza. Se viene al confessionale, una 'grazia preveniente' lo ha portato, una 'grazia concomitante' gli permette di aprirsi a Dio tramite il confessore, e poi una 'grazia successiva' che lo accompagnerà. Certo possono arrivare persone preparate, meno preparate, arrivate in modo occasionale oppure programmato. Però in qualsiasi caso il confessore deve innanzitutto pensare all'accoglienza, perchè il Signore attende con le braccia spalancate che gli si apra il proprio cuore, perchè Lui possa entrare nella nostra casa interiore".
Piacenza: servono confessionali con la luce sempre accesa
Sulle "difficoltà pastorali" che il sacramento della riconciliazione incontra ormai da anni, e ricordate dal cardinal Parolin nella prefazione, il cardinal Piacenza commenta che, per superarle, "bisogna ricostruire il quadro globale della fede. Perchè alla confessione viene chi ha fede, oppure cerca di ravvivare la fiammella che ha dentro di sè, sente la nostalgia delle cose grandi, delle cose di Dio e della liberazione interiore da tanti gravami. E' necessario che la nostra predicazione, ma non solo, tutta la comunicazione in generale sia davvero animata dalla fede, perchè chi non ha troppa fede o non l'ha per nulla, quando si trova vicina ad una persona con una grande fede viene stimolato a porsi delle domande". E' importante, contina il penitenziere maggiore, anche la disponibilità di confessori: chi vuole confessarli deve trovarli già, il più possibile, in condizione di ascolto. In chiesa un confessionale ben visibile, con una luce accesa che segnala che c'è un sacerdote che aspetta, in nome di Dio, questo è già un invito".
Claudia Koll e la nascita dell'onlus "Le Opere del Padre"
Nella sua testimonianza Claudia Koll, ex attrice, fondatrice e presidente dell’associazione onlus “Le Opere del Padre”, ricorda quando, in un periodo nel quale già si era riavvicinata alla fede, per paura del futuro, “so fare solo l’attrice” pensava, “dopo aver rifiutato tanti copioni – racconta - ho accettato il ruolo in una fiction che mi garantiva un miliardo di vecchie lire”. Ma dopo aver girato la fiction capisce di non voler più frequentare quell’ambiente e pensa anche di donare in elemosina, sul sagrato delle chiese, quanto guadagnato nell’ultimo lavoro. “Il quel momento – prosegue la Koll - il Signore mi ha offerto l’occasione di diventare testimonial delle opere di carità dei salesiani nel mondo. Con loro sono stata in Africa, ho conosciuto bambini che rischiavano di morire di fame e vederli mi ha convertito, perché i poveri ti convertono. Ho pensato, non posso più spendere i soldi in macchine costose, in una vita agiata. Su consiglio di un’amica, sono entrata nel santuario della Divina Misericordia, la Chiesa di Santo Spirito in Sassia, e seguendo la testimonianza di suor Faustina Kowalska, ho deciso di confidare nel Signore e mi sono consacrata alla Divina Misericordia. Chi è consacrato deve compere almeno un’opera di misericordia al giorno, e così ho fondato l’associazione Le Opere del Padre”.
Confessione e comunione, qui sento la tenerezza del Signore
A "Vatican News", al termine della presentazione, Claudia Koll aggiunge che è diventata "dipendente dalla tenerezza del Signore, ne ho bisogno. Ho bisogno della relazione con lui fondata sulla tenerezza, sull'amore. L' ho percepita soprattutto attraverso i sacramenti: spesso attraverso la confessione, altre volte facendo la comunione, attraverso l'eucarestia, in momenti speciali, come la festa della Divina misericordia". L' incontro con la spiritualità di santa Faustina Kowalska, l'apostola della Divina misericordia, spiega ancora la Koll, "ha rafforzato al mia fede, fondandola non più sulle mie forze. Nel suo diario lessi, ed è stato illuninate per me, che Gesù le disse: 'Tu cadi perchè non ti appoggi a me'. Lì capii che non dovevo più contare sulle mie forze, sulle mie capacità, ma sulla grazia di Dio, e quindi confidare in lui, nella sua misericordia. Giovanni paolo II diceva: il camino della santità è il cammino della fiducia in Dio". Claudia si sente un figliol prodigo che è tornato a casa: "Ora sono una nuova creatura che si occupa di 'figlioli prodighi', per cercare di aiutarli a rcionciliarsi profondamente col Signore. Ce ne sono tanti, molti che sono anche alla ricerca di Dio, ma lo cercano nei posti sbagliati e nei modi sbagliati".
Nykiel, ai fedeli dico: aprite i cuori a Dio, che è misericordia
Monsignor Krzysztof Nykiel, che partecipa alla presentazione, è nato nel 1965 a Osjaków (Polonia), ed è stato ordinato sacerdote nel 1990 per l’arcidiocesi di Łodz. Dopo aver conseguito la laurea in Teologia presso l’Accademia Teologica di Varsavia, nel 2001 ha ottenuto il dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana. Dal 1995 è al servizio della Santa Sede e dal 2012 è reggente della Penitenzieria Apostolica. "L'intento del libro - ci spiega - era di rivolgersi ai sacerdoti confessori, che imparino a guardare i fedeli che si accostano al sacramento della riconciliazione, con gli occhi di Dio, con misericordia. E rivolgere ai fedeli l'invito, che è quello già fatto più volte da Papa Francesco: 'Non abbiate paura! Aprite i vostri cuori a Dio che è infinita misericordia, che ha mandato il suo figlio perchè nessuno si perda'. E' una sfida per la Chiesa: aiutare la gente a riscoprire, nel proprio cuore e nella propria mente, che Dio è misericordioso, e che vuole solo la nostra felicità, insieme al nostro sì, la nostra collaborazione, e ci attende con le braccia sempre aperte"
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