Centrale nucleare in Francia Centrale nucleare in Francia

Santa Sede sulle radiazioni atomiche: i rischi permangono e possono aumentare

Monsignor Bernardito Auza, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, è intervenuto giovedì 24 ottobre all’Assemblea Generale con un discorso in merito ai rischi e alle conseguenze delle radiazioni atomiche

Chiara Colotti – Città del Vaticano

Tre gli elementi principali dell’intervento di Auza, tenuto presso la sede Onu di New York nel quadro della 74esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Dopo aver ringraziato il Comitato scientifico Onu per lo studio degli effetti delle radiazioni ionizzanti (Unscear), l’Osservatore ha evidenziato i rischi delle radiazioni atomiche, chiedendo infine agli Stati di ratificare il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari e il Trattato per la proibizione delle armi nucleari.

L’Unscear

Lo scorso giugno, a Vienna, l’Unscear ha approvato due rapporti scientifici che presentano le conseguenze e i rischi per la salute dovuti all’esposizione alle radiazioni e al radon. L’istituzione, come ha evidenziato monsignor Auza, ha proseguito senza sosta l’attività di aggiornamento del report sulle implicazioni dell’incidente di Fukushima, un evento che ha mostrato all’umanità intera l’impatto potenzialmente catastrofico di calamità impreviste. “Le nuove informazioni – dichiara Auza – contribuiranno non solo all’avanzamento di tecnologie atte a limitare le radiazioni nucleari e altri effetti nocivi, ma anche ad una progettazione all’avanguardia degli impianti nucleari”.

I rischi dell’energia nucleare

“I media – prosegue monsignor Auza –attirano costantemente la nostra attenzione sull’uso di reattori nucleari al fine di alimentare i veicoli spaziali o altre strutture sulla luna”. Tuttavia, i report dell’Unscear mettono in evidenza che i rischi derivanti dalle radiazioni atomiche non solo permangono, ma in alcune circostanze, possono persino aumentare. “Siamo purtroppo consapevoli delle conseguenze causate dalle esplosioni nucleari a Hiroshima e Nagasaki, luoghi in cui si recherà il Papa il mese prossimo”. Dalle due città giapponesi, aggiunge monsignor Auza, Francesco lancerà un appello rivolto alla comunità internazionale affinché questa rifletta coscientemente sulle indicibili sofferenze, non solo per l’umanità ma anche per il creato, provocate dall’uso delle armi atomiche. Per non parlare poi dei test sulle armi nucleari. Questi ultimi implicano il rilascio incontrollato di materiale radioattivo direttamente nell’ambiente, e proprio per questo, precisa Auza: “il regime di non-proliferazione deve lavorare incessantemente verso un divieto totale dei test nucleari”.

L’appello della Santa Sede

L’Osservatore Permanente ha chiesto espressamente agli Stati di ratificare il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari, adottato dall’Assemblea Generale Onu il 10 settembre 1996, e non ancora entrato in vigore. In tutto ciò, è possibile trovare una nota positiva. La Santa Sede infatti accoglie con favore il numero crescente di Paesi che hanno ratificato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari e incoraggia gli stati firmatari a ratificarlo il prima possibile. Questo strumento internazionale, conclude Auza, “è il risultato degli sforzi di molti Paesi e di altri portatori di interessi volti a promuovere una maggiore comprensione e consapevolezza delle gravi conseguenze umanitarie e dei disastri ambientali che potrebbero derivare dall’uso delle armi nucleari”.

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26 ottobre 2019, 09:00