Parolin: dialogo, riforme e disarmo per risolvere le sfide internazionali
Benedetta Capelli e Adriana Masotti - Città del Vaticano
In tarda mattinata, alla presentazione del libro di monsignor Dario Edoardo Viganò, intitolato "Il cinema dei Papi. Documenti inediti della Filmoteca Vaticana", all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, a Roma, è intervenuto anche il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin. Parlando con i giornalisti, a margine della presentazione, il porporato ha risposto ad alcune domande inerenti anche l’attualità internazionale, come la situazione in Siria e il prossimo viaggio di Papa Francesco in Asia.
Siria: dialogo e riforme per una pace duratura
A proposito della Siria ancora in conflitto, il cardinale Parolin ha ribadito che la Santa Sede insiste sempre sull’importanza del dialogo e del negoziato per risolvere problemi che continuano a provocare tante sofferenze. Osserva poi che la guerra all’Isis era stata dichiarata già finita, ma che appare evidente l’importanza di sradicare la cultura che ha provocato quel fenomeno e che questo lo si fa dando risposte ai bisogni della popolazione, facendo cioè delle riforme come quelle che tante persone stanno chiedendo ad esempio in Iraq. Solo così, conclude, si riuscirà ad evitare le derive che si sono manifestate nell'esperienza dell'Isis.
In Giappone l'appello al disarmo
Riguardo alla visita che Papa Francesco farà in Thailandia e in Giappone dal 19 al 26 novembre prossimi, il Segretario di Stato ha affermato che Papa Francesco si sta preparando con molta cura. Per lui sarà un ritorno in quell’area dopo il viaggio in Myanmar e in Bangladesh. Riguardo poi ai temi che saranno al centro in particolare della visita in Giappone, il cardinale Parolin ha detto che ci sarà un appello insistente al disarmo. Corriamo infatti un grande pericolo, osserva il porporato, perché vediamo che invece della distruzione degli arsenali, la tendenza in corso è quella di riarmarsi. E questo, sottolinea, senza garantire maggiore sicurezza alle popolazioni, anzi sottraendo risorse importanti allo sviluppo delle società.
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