Sinodo. Suor Pereira Manso (Brasile): i Karipuna rischiano un nuovo genocidio
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
La voce dei Karipuna di Rondonia, un popolo indigeno che rischia di perdere la terra, e con essa la sua identità, dopo aver rischiato l’estinzione una quarantina di anni fa, per un’epidemia, arriva al Sinodo dei vescovi per l’Amazzonia. La porta l’uditrice suor Laura Vicuna Pereira Manso, della Congregazione delle Suore catechiste francescane, che appartiene al popolo Kariri, ma oggi presta servizio tra i Karipuna come agente pastorale. Nel 2004 i Karipuna di Rondônia ufficialmente riconosciuti erano solo 14, nel territorio indigeno del villaggio Panorama. Il loro territorio, quasi 153 mila ettari nei comuni di Porto Velho e Nova Mamoré, è stato ratificato nel 1998 dal governo brasiliano.
Quasi sterminati da malattie alla fine degli anni Ottanta
Sono stati il boom della raccolta di caucciù, all'inizio del XX secolo e poi la costruzione della ferrovia Madeira-Mamoré, a costringere numerosi gruppi indigeni della regione a migrare in altre zone. I Karipuna hanno resistito fino alla fine degli anni settanta, quando alcune malattie epidemiche hanno decretato in modo quasi definitivo il destino di questo popolo. Allora sopravvissero solo otto persone. E ora la tragedia rischia di ripetersi, perchè le loro terre fanno gola ai fazendeiros grileiros (gli accaparratori di terre) che bruciano la foresta per poterla trasformare in terreno agricolo.
Un’antropologa al servizio dei diritti dei popoli indigeni
“Sono già vent’anni che lavoro con le popolazioni indigene – racconta a Vatican News suor Pereira Manso - soprattutto nella difesa del territorio e nella difesa dei diritti. Come antropologa li aiuto anche nel processo del riconoscimento territoriale e, per alcuni popoli, nel riconoscimento etnico. Con il popolo Karipuna, stiamo lavorando per incidere a livello politico, in ambito nazionale e internazionale”.
Territorio assegnato agli indigeni, ma a rischio esproprio
I Karipuna, trent’anni fa, spiega la suora indigena “Sono stati vicini allo sterminio, dal quale sono sopravvissute solo otto persone e oggi, per la seconda volta nella storia, in meno di quaranta anni, stanno soffrendo un secondo tentativo di genocidio”. La situazione, denuncia la religiosa francescana, è emblematica: “Abbiamo un territorio che è delimitato, omologato, registrato ma che subisce la minaccia continua dell’espropriazione della terra. Questo popolo subisce minacce di morte e anche le persone che lavorano a contatto con loro. Il Consiglio Indigenista Missionario (creato dai vecsovi brasiliani per difendere i diritti degli indigeni, n.d.r.) è in contatto diretto con il popolo Karipuna nella difesa dei suoi territori. Quindi la buona notizia per noi, le nuove strade che cerchiamo, di evangelizzazione, è che questi popoli possano conservare la loro terra, vedere rispettati i loro diritti, e cosi possano vivere bene il ‘ben vivere’”.
"Qui è urgente che la Chiesa sia presente con l’Eucaristia"
Chiediamo a suor Laura qual è la presenza della Chiesa nelle comunità che lei segue. “Nella regione - ci dice – abbiamo situazioni diverse. Ci sono popoli in cui esiste una evangelizzazione esplicita, che hanno il diritto di avere i loro ministri ordinati, ministri della Parola e dell’Eucarestia. Ci sono popoli invece che stanno dialogando per conoscere la proposta di evangelizzazione della Chiesa. E ci sono infine popoli con i quali il contatto con la Chiesa è di dialogo interreligioso, nel quale sono rispettate le differenze. Ma per i primi, i popoli che hanno un’evangelizzazione esplicita, è necessario e urgente che la Chiesa si faccia presente con l’Eucarestia e attraverso di ministeri ordinati per uomini e donne”.
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