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Sinodo, Sampajo (Repam): mai messo in discussione il celibato sacerdotale

Fra Joao Mariano Coelho Sampajo, esperto di pastorale vocazionale della Rete Ecclesiale Panamazzonica: trovare nuove forme di ministerialità che possano aiutare la Chiesa. Teologia e liturgia vanno inculturate

Federico Piana - Città del Vaticano

Tra gli uditori esperti che stanno partecipando al Sinodo sull’Amazzonia c’è anche un uomo che ha girato in lungo ed in largo la terra amazzonica brasiliana occupandosi di pastorale e promuovendo iniziative legate all’ecologia integrale per la Repam, la Rete Ecclesiale Panamazzonica. Si tratta di fra Joao Mariano Coelho Sampajo che nelle sessioni delle Congregazioni Generali e in quelle dei Circoli Minori non sta facendo mancare il punto di vista di chi, ogni giorno della sua vita, vive accanto alle popolazioni indigene condividendone aspirazioni, sogni, delusioni.

Fratel Coelho Sampajo, il Sinodo sta discutendo anche della necessità dell’inculturazione della teologia e della liturgia. Secondo la sua esperienza, pensa sia una strada da percorrere in Amazzonia?

R. - Rispondo partendo da una premessa, che può apparire ovvia: Dio è da sempre presente in Amazzonia perché fa parte della Creazione. Gli indigeni, dunque, hanno una spiritualità millenaria nella quale sono presenti tanti elementi di vita, di trascendenza. Allora, dobbiamo trovare il modo corretto di armonizzare la Parola di Dio, l’annuncio di Gesù Cristo, con la loro spiritualità. Tutto fatto in armonia.

In Amazzonia c’è carenza di sacerdoti. Alcune comunità cristiane sperdute sono addirittura private dell’Eucaristia. Per sostenere nuove vocazioni, andrebbe rivista la pastorale vocazionale?

R. - Da sempre il mio lavoro è nella pastorale vocazionale. La mia esperienza mi dice che gli indigeni sono entusiasti del Vangelo. Ma spesso queste persone non hanno compreso il nostro messaggio vocazionale. Nel Sinodo, mai si è messo in discussione il celibato sacerdotale, mai. Si è messa in evidenza, invece, l’esigenza di trovare altre forme di ministerialità: il ministero dell’Eucarsitia o della Parola, per esempio.

Questo aiuterebbe la Chiesa?

R. - Certamente. Ma non deve essere vista come una soluzione presa per far fronte all’emergenza della carenza dei sacerdoti. Riguarda l’ontologia stessa della Chiesa. Perché non possono esistere altre forme di servizio, accanto a quella sacerdotale, alle quali possano accedere anche altre persone, magari sposate? La questione è aperta e riguarda il senso d’appartenenza alla Chiesa. 

L'intervista a fra Joao Mariano Coelho Sampajo

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21 ottobre 2019, 12:50