Sinodo, nella Chiesa amazzonica più spazio a laici e donne
Federico Piana – Città del Vaticano
In Amazzonia bisogna formare i presbiteri anche ad essere coordinatori di laici impegnati in diversi nuovi ministeri. I parroci da soli non ce la fanno più a gestire completamente la miriade di comunità ecclesiali sparse in un vasto territorio: sono pochi e molti di loro anziani. Questa è solo una delle proposte discusse al Sinodo sull’Amazzonia e avanzate da don Zemildo Lima Da Silva, rettore del seminario di Manaus, in Brasile, e vice-presidente dell’Organizzazione dei seminari e degli istituti religiosi del Paese latinoamericano. “Il sacerdote deve essere formato anche al dialogo e alla sinodalità, questo è un passaggio fondamentale” aggiunge don Lima:
Alcuni padri sinodali, nelle discussioni generali e nei circoli minori, hanno fatto notare che la mancanza di sacerdoti può essere attribuita in buona parte alla mancanza di santità. Lei cosa ne pensa?
R.-Questo è vero. Ma è solo una parte del problema. La mancanza di sacerdoti è dovuta anche al fatto che, essendoci pochi preti, i giovani non hanno un esempio, un modello, dal quale essere ‘folgorati’. E’ vero che ognuno di noi deve puntare ad ottenere una conversione alla santità ma se i giovani non hanno nessuno a cui potersi ispirare diventa difficile far nascere in loro la vocazione al sacerdozio.
Una delle possibili soluzioni discusse al Sinodo è stata anche quella di creare nuovi ministeri ecclesiali da affidare ai laici, come quello del lettorato, del Battesimo o del matrimonio…
R.-In buona parte dell’Amazzonia sono già una realtà. Un’altra possibilità è quella dei viri probati, uomini di una certa età e di provata fede che possano celebrare la Messa. Il Sinodo ne ha discusso. Io credo che una soluzione intermedia possa essere quella dello sviluppo del diaconato. Il passaggio più importante, comunque, rimane il coinvolgimento maggiore di laici e donne.
Il Sinodo si è schierato anche a favore dei popoli indigeni in difesa della propria terra saccheggiata delle materie prime che fanno gola a governi e multinazionali senza scrupoli. Come giudica questa posizione?
R.-La trovo infinitamente giusta. La Chiesa in Amazzonia si batte in difesa dei diritti degli indigeni:ora possiamo dire che il Sinodo ha acceso i riflettori sulla questione a livello mondiale. E poi voglio ricordare anche un’altra cosa: se in Amazzonia ci sono ancora degli indigeni si deve anche alla lotta condotta fino ad ora dalla Chiesa.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui