Il cardinale Piacenza incoraggia alla confessione natalizia
Roberto Piermarini – Città del Vaticano
“Dio si fa uomo per donarci la vita – scrive il cardinale Piacenza - ed ogni confessore è realmente un ministro della vita, soprattutto in questo tempo di Natale, nel quale, per grazia di Dio, in molti luoghi, ancora molti fedeli si accostano al sacramento della Riconciliazione”. Quindi ricorda che i confessori sono “ministri della vita, ministri della misericordia, ministri dell’unico amore che, ancora e sempre, si dona a noi perché noi possiamo aprirci a Lui”.
Invito all’ascolto, alla prudenza nel giudizio e alla gioia
Tra le varie caratteristiche che il buon confessore non deve mai trascurare, il porporato sottolinea innanzitutto, l’attenzione nell’ascolto. “Una sola parola, il tono della voce, una sfumatura, un cenno indiretto, - spiega - possono svelare i segreti dell’anima e permettere il giusto consiglio, la giusta parola, l’autentica indicazione di percorso. Al contrario, parole avventate o disattente possono bloccare, anche per anni, una coscienza che fatica ad aprirsi a Dio”. Altra caratteristica indispensabile, per il cardinale Piacenza, è la prudenza nel giudizio per non scoraggiare il penitente nel cammino di fede o nella lotta contro il peccato, e per introdurre sempre in quella gioia della vita, che il sacramento della Riconciliazione è chiamato continuamente a ridonare. Infine invita a custodire il tratto della gioia perchè “il sacramento della Riconciliazione dovrebbe sempre essere, per tutti, sia ministri sia penitenti, una “Festa della fede”: un momento di lieta celebrazione della rinnovata comunione con Dio e con la Chiesa”.
Il Natale del Signore è la “Festa della vita e dell’amore
Il cardinale Piacenza ricorda quindi che la vita, quella guadagnataci da Cristo crocifisso e risorto, viene donata sacramentalmente, cioè realmente, all’uomo in ogni confessione. “È questa, in fondo – precisa il Penitenziere Maggiore - l’essenza stessa del cristianesimo: esso è un’opzione per la vita, contro il dominio del peccato e della morte. E la vita che incontriamo nel sacramento della confessione – sottolinea - consiste nell’incontro con l’Amore. Trovare la vita è trovare l’amore; l’amore misericordioso di Dio che perdona, crea e ri-crea sempre, spalancando l’uomo alla carità. Chi ha trovato l’amore ha trovato la vita; l’incontro con l’amore è incontro con la vita. Per tale ragione, il Natale del Signore è per eccellenza la “Festa della vita” e, perciò, la festa dell’amore, dell’Amore fatto carne”.
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