"Scambio dei doni", la collana Lev con testi del Papa e scritti di leader di altre Chiese
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Il dialogo ecumenico “non è soltanto uno scambio di idee. In qualche modo esso è sempre uno scambio di doni”. Lo scriveva san Giovanni Paolo II nella sua Lettera enciclica sull’ecumenismo Ut Unum Sint, del 1995, e “scambio dei doni” è il titolo scelto dalla Libreria Editrice Vaticana per l’originale collana di testi di Papa Francesco, con uno scritto inedito e la prefazione di un leader di altre Chiese e Comunità ecclesiali cristiane, che è stata lanciata alla Fiera del Libro di Francoforte alla fine di ottobre, in occasione dell’uscita dei primi due volumi e che è stata presentata a Roma, nel Palazzo della Rovere, sede dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Tornielli: il filo rosso è l'ecumenismo del fedeli
Dopo il saluto del cardinale Edwin F. O’Brien, gran maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione, ha sottolineato il filo rosso che unisce i due primi volumi della collana: “Nostra Madre Terra. Una lettura cristiana della sfida dell’ambiente”, con la prefazione del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e “La preghiera. Il respiro della vita nuova,” con la prefazione del Patriarca di Mosca Kirill. Il filo è l’ecumenismo dei fedeli, “l’ecumenismo pratico”, che si manifesta nelle iniziative comuni dei cristiani per la salvaguardia del Creato, la cui distruzione, sottolinea Bartolomeo I, è un peccato, e nella orazione comune avviata dalla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
Koch: Gesù non ha imposto l'unità, ma ha pregato per essa
Gli interventi principali sono stati affidati al cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani e all’arcivescovo Ian Ernest, direttore dell’Anglican Centre a Roma e rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede. Il 69enne cardinale svizzero ha ricordato i tre verbi dell’ecumenismo di Papa Francesco: “camminare insieme, pregare insieme, lavorare insieme”. E ha poi sottolineato che la preghiera per l’unità dei cristiani è la forma base dell’ecumenismo. Anche Gesù, ha spiegato il cardinal Koch, “non ha comandato o imposto l’unità ai suoi discepoli, ma ha pregato per essa”. Per questo la preghiera per l’unità “è il prerequisito di tutti gli sforzi ecumenici”, e il movimento ecumenico “è innanzitutto un movimento di preghiera”.
Ecumenismo spirituale ed ecumenismo pratico
“Non siamo noi uomini che possiamo rifare l’unità – ha chiarito ancora il presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani – perché la storia e il presente ci dicono che noi siamo bravi piuttosto a creare divisione. L’unità, nella diversità, la può fare solo lo Spirito Santo”. Il cardinale ha ricordato ancora che se l’ecumenismo spirituale è alla base di tutto, l’ecumenismo pratico è fondamentale, per cercare di fare insieme più cose possibili, “dalla solidarietà con i poveri alla promozione della pace e della giustizia, dalla difesa della libertà religiosa, alla protezione del matrimonio e della famiglia”.
Ortodossi e cattolici pregano lo stesso giorno per il Creato
Temi che il cardinal Kurt Koch ha toccato anche nell’intervista concessa a Vatican News.
R. – Il primo valore è che sono testi importantissimi di Papa Francesco, sull’impegno ecumenico. Il secondo valore è dato dalle prefazioni ai libri di altri rappresentanti di altre Chiese. La prefazione al libro sulla preghiera è stata fatta da Kirill, il patriarca di Mosca e di tutta la Russia. La prefazione al libro sul Creato è stata fatta dal patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo. Questo mostra la comunione e la collaborazione tra la Chiesa cattolica e le altre Chiese.
Anche la scelta del titolo, questo “scambio dei doni”, è riferito a quello che diceva Giovanni Paolo II, che il dialogo non è solo uno scambio di idee ma è sempre anche uno scambio di doni...
R. – Sì, il fulcro di tutto l’impegno ecumenico è lo scambio di doni, non di teorie, di idee e di pensieri ma di doni, perché ogni Chiesa ha doni particolari da dare e condividere con gli altri. Questo è un bellissimo titolo.
L’ enciclica di san Giovanni Paolo II sull’ecumenismo, “Un unum sint” si rifà alla preghiera di Cristo “che siano uno”. Lei ha sottolineato che è una preghiera affinchè i suoi discepoli siano uniti, ma non un’imposizione a essere uniti...
R. – Sì, Gesù non ha comandato l’unità ai suoi discepoli ma ha pregato per essa. Questo è molto importante. Anche noi dobbiamo pregare per l’unità, perché noi uomini non possiamo fare l’unità, non possiamo prevedere la modalità dell’unità e la data d’arrivo dell’unità... Noi uomini possiamo solo creare divisioni come mostra la storia e il presente ma l’unità è sempre un dono. Un’ottima preparazione per ricevere questo dono dello Spirito Santo è la preghiera.
Cosa vuole sottolineare della prefazione del patriarca Bartolomeo I? Questo elemento dell’ecumenismo ambientale, che ci può unire, oltre quello spirituale?
R. – Il patriarca Bartolomeo si chiama qualche volta il patriarca “verde” perché si impegna molto per la protezione del creato e ha istituito per primo questa giornata della preghiera e per la cura del creato e Papa Francesco ha associato a questa data del primo settembre, per farla insieme. I due hanno fatto una volta un messaggio comune per questa cosa. La cura del creato è un impegno, una sfida molto grande, ed è un buon segno che gli ortodossi e cattolici la promuovono insieme.
Nella prefazione del patriarca Kirill è importante che lui sottolinei il valore ecumenico della preghiera anche del pregare per i fratelli nella fede, pregare l’uno per l’altro oltre che pregare insieme...
R. – Sì. Commemorare gli altri nella preghiera è un grande dono perché così pensiamo sempre agli altri, pensiamo anche le occupazioni, gli impegni, i pensieri degli altri da dare, presentare a Dio. Questo è un grande dono.
Ernest (Anglican Centre): toccato dall'umiltà del Papa
Ricordata la presenza in sala di padre Alexej, rappresentante della Chiesa ortodossa russa a Roma, è intervenuto all’arcivescovo Ian Ernest, originario di Mauritius e da poco direttore dell’Anglican Centre di Roma, che ha definito i due volumi “una grande sorgente di speranza”. Dell’ incontro con Papa Francesco nella natia Mauritius, l’arcivescovo anglicano ha ricordato di essere stato toccato dall’ umiltà e dalla gioia di chi vive con Cristo del Pontefice. La lodevole iniziativa di invitare due leader cristiani fratelli a scrivere le prefazioni per due libri, per l’arcivescovo Ernest rivela “la sua intenzione di cercare un ministero di collaborazione con le altre Chiese cristiane”, in un mondo dove “siamo partner nella missione che Cristo ha affidato alla sua Chiesa”.
Lo spazio della tenda ecumenica si sta allargando
Ricordata la dichiarazione congiunta tra cattolici e anglicani dal titolo “Percorrere insieme il cammino”, il direttore dell’Anglican Centre ha affermato che per la sua esperienza anglicani e cattolici camminano già insieme a livello locale, nazionale e mondiale, e che quindi “lo spazio della tenda ecumenica si sta allargando”. Lo dimostra anche il lavoro congiunto di cattolici, anglicani e presbiteriani per una pace duratura in Sud Sudan e l’impegno del Papa e dell’arcivescovo di Canterbury Welby a visitare insieme il paese africano se i leader politici manterranno i loro impegni per la riconciliazione nazionale.
Nostra Madre Terra, lettura cristiana della sfida dell’ambiente
“Nostra Madre Terra. Una lettura cristiana della sfida dell’ambiente” è il primo volume edito dalla Lev con certificazione FSC per la corretta gestione forestale e la tracciabilità dei prodotti derivati. Raccoglie frasi, testi, discorsi e omelie di Papa Francesco sul tema della custodia del creato e sulla promozione di una vita degna per ogni uomo. Nella prefazione Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, evidenzia il legame esistente tra il dialogo ecumenico e la cura dell’ambiente. “Accanto all’ecumenismo del dialogo tra le varie confessioni cristiane e all’ecumenismo del martirio condiviso dalle vittime della discriminazione e della violenza religiose – scrive il Patriarca - c’è anche un ecumenismo dell’ambiente di fronte al cambiamento climatico globale che porta con sé implicazioni e conseguenze di vasta portata per tutto il nostro pianeta e i suoi abitanti”.
Il testo inedito di Papa Francesco
Il testo inedito di Papa Francesco, “Una grande speranza”, è un invito a “rivedere i nostri stili di vita, i nostri criteri di giudizio, i valori su cui fondiamo le nostre scelte”. Il Pontefice, per il quale l’ecologia “è ecologia dell’uomo e della creazione tutta intera, non solo di una parte”, propone un cammino incentrato su quattro parole, “dono, pentimento, offerta, fraternità”, che indicano anche un percorso “di guarigione dal bisogno del possesso, del potere, dell’abuso verso la condivisione, la collaborazione e il rispetto”.
La preghiera. Il respiro della vita nuova
Il volume “La preghiera. Il respiro della vita nuova” ha invece la prefazione a firma del Patriarca di Mosca Kirill. La preghiera, ricorda Kirill, “unisce l’uomo con gli altri, con i suoi fratelli e sorelle nella fede, per i quali innalza al cielo le sue suppliche”. Il testo inedito, “Il respiro della vita nuova”, è un invito a pregare ininterrottamente. Francesco offre molte immagini legate alla preghiera e ai momenti in cui si prega. La più suggestiva è un paragone con il respiro: “Non sempre si è coscienti di respirare, ma non si può smettere di respirare”.
Edizioni già in 10 lingue
Dopo essere usciti il 24 ottobre in italiano e francese, per le edizioni Salvador, i due volumi sono in pubblicazione anche in inglese, spagnolo, tedesco, cinese, polacco, portoghese, rumeno, e ungherese.
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