Il presepe a Casa Santa Marta
Osservatore Romano
È semplice e umile l’abitazione, l’ingresso è spoglio, anche la nuda pietra dell’interno dà l’immagine di un ambiente dimesso, un po’ precario. Non a caso, al lato della parete è appoggiata una scala che un abile manutentore dovrà usare per sistemare il tetto. È questo il paesaggio scelto da Alessandro Di Placidi per il presepe di quest’anno nella Casa Santa Marta. Maria e Giuseppe, affiancati dal bue e dall’asino, guardano verso il centro della scena, dove il bambino Gesù adagiato in una mangiatoia è adorato da tre angeli sorridenti che l’accolgono su questa terra. All’esterno, sono tutti rivolti verso la Natività i pastori, con le immancabili pecore e gli animali da cortile. Dietro il porticato, sotto il quale ha trovato riparo la Sacra Famiglia, si intravede una donna di colore che sta portando un’anfora sulla testa. Guarda incuriosita verso la scena e forse si appresta a rientrare in quella casa di cui si scorge il portone. Almeno lei ha un tetto sicuro, mentre il Figlio di Dio non ha trovato altro che quella scarna dimora. Un fascio di luce inonda il centro del presepe e illumina quel Bambino che chiede a ognuno di fermarsi anche solo un attimo a salutarlo e ad adorarlo.
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