Girando tra i presepi in Vaticano
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Il presepe, immagine artigianale di pace, per citare Papa Francesco, può diventare un percorso da seguire che ti porta di Dicastero in Dicastero, da piccole piazze a entrate ampie di uffici storici e un po’ severi. E nella Città del Vaticano, può succedere così.
A Natale, l’atrio della Tipografia che nella fretta quotidiana si attraversa a testa bassa, riesce persino a rubarti quei due minuti che durante l’anno non saresti mai disposto a perdere perché “sono davvero di fretta, scusa”. In quell’entrata hanno allestito un presepe, che di per sé non è una novità, ma non puoi ignorarlo. Il presepe, dice il Papa, ci ricorda che “Dio non è rimasto invisibile in cielo, ma è venuto sulla Terra, si è fatto uomo, un bambino”. E a guardar bene, il Bambinello è mostrato, anzi svelato, con un piccolo gesto meccanico, tic–toc. Un presepe in movimento, come il dinamismo della salvezza che sempre si rinnova.
Poi, attraversato il Grottone, una galleria in salita che collega il Cortile della Sentinella con quello del Belvedere, si arriva più su, al Governatorato. La Basilica di San Pietro dà le spalle al Palazzo e proprio lì, saliti i gradini che portano all’entrata, c’è un presepe. Si arrocca tutt’intorno a una collinetta alta quanto me e se gli giri intorno non c’è particolare che sia approssimato. Pastori, animali, oggetti, abitazioni - c’è anche un mulino - sono curatissimi e il piccolo Gesù, tra Maria e Giuseppe, è vicino a un bambino che con le sua manine verso l’alto sembra il più felice di tutti. “È così che nasce la nostra tradizione”, ha detto Francesco, “tutti attorno alla grotta e ricolmi di gioia, senza più alcuna distanza tra l’evento che si compie e quanti diventano partecipi del mistero”.
Proseguendo, ma ritornando in giù, dopotutto Vaticano è un colle, c’è Santo Stefano degli Abissini, antica chiesa del V secolo. Anche lì vicino è stato allestito un presepe. Le statuine della Sacra Famiglia hanno dimensioni più grandi di quelle precedenti e con espressioni dolcissime. Sono davvero belli. Il bastone di Giuseppe, poi, è curato nei minimi particolari: “Accanto a Maria - dice il Papa - in atteggiamento di proteggere il Bambino e la sua mamma, c’è San Giuseppe. In genere è raffigurato con il bastone in mano, e a volte anche mentre regge una lampada. (…) Lui è il custode che non si stanca mai di proteggere la sua famiglia (…).
Domani andrò a vederne altri di presepi, anche se a casa ne ho uno tutto mio. Piccolo è vero, ma pur sempre icona di Betlemme:
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