Il cardinale Filoni all'Ordine del Santo Sepolcro: restiamo fedeli testimoni di Cristo
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Dall'8 dicembre scorso, con la nomina del nuovo Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, il cardinale Fernando Filoni, finora in questo ruolo, ha assunto l'incarico di Gran Maestro dell'Ordine del Santo Sepolcro al posto del dimissionario ottantenne cardinale Edwin Frederick O'Brien. Dalle mani di quest'ultimo, questa mattina, nella sala del Trono, il cardinale Filoni ha dunque ricevuto l'investitura con le insegne di Cavaliere di Collare, e ha pronunciato, in un clima di calorosa accoglienza, il primo discorso ufficiale.
Insieme, attingiamo la nostra acqua dalla grazia di Dio
Al centro delle parole del porporato, l'immagine evangelica di Gesù a colloquio con la samaritana al pozzo nel villaggio di Sicàr, in Samaria. "In questo episodio - ha detto il cardinale Filoni - c'è il senso del servizio al quale il Santo Padre mi ha destinato" stando con voi quasi come un parroco di "questa grande ‘Parrocchia’ sparsa per tutti i continenti". Quindi entrando nel merito e riferendosi al pozzo come al Sepolcro in cui " è nascosta la vita, l'acqua che zampilla dalla sorgente della vita eterna", ha avviato il nuovo capitolo della storia dell'Ordine con l'auspicio di "camminare insieme, di chiedere a Cristo il dono della ‘sua’ acqua e del ‘suo’ cibo" perché "il cammino Dama e Cavaliere, sia fedele alla ‘vocazione’ e al ‘ministero’ in cui ci siamo impegnati".
La missione dell'Ordine: l'essere cristiani e testimoni
La missione dell'Ordine, ha sottolineato il cardinale Filoni, e l'onore di appartenervi, consiste "nell'essere e nel chiamarci cristiani", non in titoli o attività: "l’impegno assunto, in verità, proviene da quel Sepolcro vuoto, cioè dalla Risurrezione di Cristo da cui deriva ogni conoscenza profonda, sia della vita nascosta e pubblica del Signore, sia delle sue parole. Il sepolcro vuoto ci parla del Maestro vivente, che l’Apostolo Tommaso riconosce e confessa suo “Signore e Dio” (Gv. 20, 28) e che la Chiesa è chiamata sempre ad annunciare e a testimoniare a tutte le genti e in tutti i tempi.Una Dama e un Cavaliere del Santo Sepolcro ricominciano sempre da lì; da lì ha origine l’impegno di vita, di spiritualità, di vita sociale e di partecipazione alle necessità della Terra Santa. E questo sarà sempre il nostro punto di partenza e di riferimento".
Ricominciamo- è stato l'invito finale del porporato - dal Sepolcro vuoto di Cristo, che tanti videro, ma nel quale solo alcuni credettero. "Noi siamo gli eredi di quei testimoni - ha concluso - ed è proprio in questo, che noi siamo oggi testimoni e diamo senso alla nostra partecipazione all’Ordine".
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