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Il Palazzo della Cancelleria torna a risplendere dopo i restauri

Presentato il volume della Libreria Editrice Vaticana sugli interventi che hanno riportato la facciata dell'edificio agli antichi splendori dopo quattro anni di restauri

Michele Raviart – Città del Vaticano

Restituito alla cittadinanza dopo quattro anni di restauri, il Palazzo della Cancelleria è uno dei più importanti edifici rinascimentali di Roma. Costruito alla fine del XV secolo per volontà del cardinale Raffaelle Riario, che ne ha fatto la sua residenza, l’edificio è stato poi la sede della Cancelleria Apostolica, che si occupava di tutto quello che concerneva l’attività legata alle bolle pontificie ed è ora sede della Penitenzieria Apostolica, della Segnatura Apostolica e dalla Rota Romana.

Un palazzo che attraversa i secoli

Un edificio che nel corso dei secoli ha subito numerosi interventi e incorporazioni, a partire dalla Basilica di S. Lorenzo in Damaso, una delle prime chiese di Roma, prima spostata e poi ricostruita e inglobata nel nuovo palazzo. Oggetto del restauro è stata la lunga facciata del palazzo, edificato durante il pontificato di Papa Sisto IV, zio di Riario, nell’ambito del rinnovamento urbano della città e di cui è ancora ignoto il nome dell’architetto.

Un contributo alla città

“Ridare luce e restituire alla forma originaria i prospetti del palazzo significa compiere una doverosa opera di riappropriazione di un pezzo di storia cominciato numerosi secoli fa e proseguito nel tempo fino ai nostri giorni, e che testimonia come da sempre la Chiesa si sia rapportata e interessata alle vicende umane, a volte anche commettendo degli errori, ma sempre contribuendo a far crescere la città di Dio prendendosi cura della città degli uomini”, scrive monsignor Giuseppe Russo, sottosegretario dell’Apsa, nel volume “Palazzo della Cancelleria. Taccuino del cantiere del restauro”, edito della Libreria Editrice Vaticana e presentato oggi per l’inaugurazione.

Il ruolo dell’Apsa

Questo restauro “rimette un al centro la straordinaria bellezza e l'importanza che questo palazzo ha avuto sia nella storia, ma anche nella conformazione di questa zona di Roma”, ha spiegato monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’Apsa, a cui appartiene il palazzo e che ha finanziato i restauri. “Il ruolo dell'Apsa”, sottolinea, “non è soltanto quello di mettere a reddito il patrimonio della Santa sede, ma è anche quello - nella misura in cui è possibile per la parte che le compete -  di dare il proprio contributo per rendere più bella più vivibile la città”.

Scoperte due iscrizioni

Tra le novità emerse da questo restauro, che ha bilanciato il recupero del materiale originale con gli interventi che si sono susseguiti nel corso dei secoli, due iscrizioni invisibili dalla strada: Christus Rex venit in pace e Deus homo factus est. Come ha spiegato l’architetto Maria Mari, direttrice dei lavori, si tratta sia di una riappropriazione “cristiana” dell’area, il Campo Marzio, tradizionalmente legata al paganesimo sia un omaggio alla Chiesa di Santa Maria della Pace, edificata da Papa Sisto IV e che presenta le stesse iscrizioni.

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29 gennaio 2020, 14:33