Abu Dhabi: il lavoro comune di cristiani e musulmani
Bernadette Reis - Abu Dhabi
Riscoprirsi fratelli per promuovere insieme la giustizia e la pace, garantendo i diritti umani e la libertà religiosa. Questo al cuore del Documento sulla fratellanza umana firmato, esattamente un anno fa, nel corso del viaggio apostolico negli Emirati Arabi, da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib.
In queste ore ad Abu Dhabi sede della storica firma, un Convegno dedicato proprio a questo speciale anniversario in preparazione all'altro appuntamento che Francesco ha convocato a maggio sul tema del "Patto educativo globale", coinvolgendo anche i rappresentanti di diverse religioni.
Nelle parole di padre Rifat Bader, direttore del Catholic Center for Studies and Media in Giordania, presente ad Abu Dhabi, l'obiettivo del Convegno e lo stato dell'impegno comune tra cattolici e musulmani per la realizzazione dei valori contenuti nel Documento:
R. - Un anno fa la firma del Documento della Fratellanza umana: sono stati tre giorni indimenticabili negli Emirati Arabi, e adesso siamo venuti qui per riflettere insieme su come possiamo fare e cosa dobbiamo fare per dare concretezza a questo Documento. Nel frattempo abbiamo scritto tanti articoli e ne abbiamo anche letti tanti dei musulmani su questo argomento; tutto il mondo si è mostrato felice di ricevere questo testo in tante lingue. Adesso è il momento di riflettere su come possiamo realizzare sulla terra i valori che sono nel Documento. L'obiettivo finale per noi è come possiamo creare una cultura dei diritti dell'uomo,come rispettare la dignità di ogni persona umana, cosa fare per lo sviluppo integrale dell'umanità. I valori che sono nel documento aiutano tanto, ma dobbiamo lavorare insieme. L'insieme adesso è la chiave per il futuro. Cristiani e musulmani hanno buona volontà comune di creare questa "cultura dell'incontro", ma dobbiamo anche usare i diversi mass media per il bene e non più per il male.
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