Predica di Quaresima, padre Rupnik: come Maria, siamo chiamati ad una conversione permanente
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Oggi intere generazioni si scontrano con la realtà perché non è quella che hanno immaginato, desiderato e, per questo, non la comprendono. Maria, invece, continuamente comprende “la Parola in un modo nuovo”. È orientata da questa diversa comprensione della storia la predicazione del gesuita padre Marko Ivan Rupnik nella prima predica di Quaresima per il Santo Padre e per la Curia romana.
Maria e la Parola
“Maria - spiega il predicatore - comprende la Parola diversamente”. La sua è una “conversione permanente”. Lei è continuamente “sfidata da una novità”: “permanentemente, comprende la Parola in un modo nuovo e con questa comprende la realtà”. Maria stava sotto la Croce e sopra, ricorda padre Rupnik, c’era scritto “Re”. Non è possibile pensare che “lì non pensasse alla Parola che gli era stata detta: sarà sul trono di Davide”. La Croce è l’unico luogo in cui è scritto che suo Figlio è re. La Croce è il trono su cui si trova Cristo. Senza lo Spirito Santo, aggiunge il padre gesuita, non si può comprendere il dono che Dio ci ha fatto. Il dono è il Crocifisso e “noi siamo uniti a questo evento”.
Dio è amore
Padre Rupnik sottolinea che senza lo Spirito Santo “non possiamo comprendere che Dio esiste veramente come amore”. Amore significa “donare sé stesso”. L’amore si realizza con il dono di sé. È una cosa scioccante, spiega, che ci chiede di andare oltre la nostra mentalità. In Cristo, vediamo “la verità di Dio”. Comprendere un Dio che si dona in questo modo, “mette in difficoltà gli approcci razionalistici alla fede”. “Dio Padre governa il mondo e la storia attraverso l’Agnello, il dono di sé”. “La storia è gestita attraverso il dono di sé, attraverso l’amore”.
Dalla Quaresima al Triduo pasquale
L’amore, che “nel cielo è una Beatitudine assoluta”, sulla Terra è il Triduo pasquale. Per questo, bisogna prepararsi attraverso il cammino quaresimale. Bisogna saper cogliere, sottolinea padre Rupnik, che “la nostra presenza nella storia trova senso attraverso il Triduo pasquale”. Si deve comprendere che ogni dono viene consumato: “chi si dona si consuma, non si risparmia”. La testimonianza, allora, è possibile solo grazie allo Spirito Santo.
Vivere il "dono di sé"
È il Signore che dà la vita: con lo Spirito Santo, possiamo vivere la vita come “dono di sé”. Dio versa nei nostri cuori l’amore del Padre. Questo, conclude padre Rupnik, è il cammino della Chiesa nella storia. È un cammino pasquale. Anche noi come Maria, “siamo chiamati ad una continua conversione per vedere che la storia procede secondo la Provvidenza”. E che Dio “si manifesta in questo mondo attraverso la nostra presenza”.
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