Civiltà Cattolica: sul digitale serve riflessione etica condivisa
VATICAN NEWS
“L’intelligenza artificiale si trova al cuore del cambiamento d’epoca che stiamo attraversando”. A sottolinearlo, in un lungo articolo sull’ultimo numero di Civiltà Cattolica, è il gesuita Carlo Casalone che si sofferma in particolare sugli ultimi due convegni annuali promossi dalla Pontificia Accademia per la Vita, uno sul tema della roboetica e l’altro, tenutosi a fine febbraio scorso, sull’intelligenza artificiale. Padre Casalone approfondisce in particolare il discorso rivolto dal Papa ai partecipanti a questo recente evento e il documento firmato, a conclusione del Convegno, da esponenti delle imprese, della scienza e delle istituzioni.
Universo digitale e cambiamento d’epoca
Per la rivista dei gesuiti, siamo ormai immersi in un ambiente di connessioni dove “non ha più neanche senso porre la domanda se si è online o offline”. Sarebbe infatti più corretto dire che siamo onlife, “un neologismo” che esprime “l’inestricabile intreccio tra vita e universo digitale”. Questa nuova situazione, come sottolineato da Papa Francesco, ha delle implicazioni personali e delle ricadute sociali. Né mancano rischi preoccupanti considerando che quanti detengono i nostri dati non soltanto possono prevedere le nostre azioni, ma anche “manipolare decisioni e comportamenti” (vedi il caso di Cambridge Analytica). Di qui la necessità di sviluppare una nuova disciplina che “riguarda lo sviluppo etico degli algoritmi o più semplicemente algoretica”. Del resto, per il Pontefice, su questo fronte, è necessaria una riflessione che “realizzi una vera e propria elaborazione transdisciplinare”, che non tenga separati i “saperi scientifici e umanistici” e punti in particolare sulle relazioni.
Un approccio etico all’Intelligenza artificiale
L’articolo dedica ampio spazio al documento scaturito dal convegno dell’Accademia per la Vita, la Rome Call for AI Ethics. Si tratta, scrive Casalone, non di una dichiarazione congiunta o di un accordo ma di una “Call” che vive grazie all’interazione dei soggetti che vi partecipano. Quindi, il documento “non è proprietà di qualcuno in particolare, ma di tutti coloro che vi si impegnano”. Tra le principali linee di forza del testo, c’è innanzitutto la dimensione etica che richiama la Dichiarazione universale dei diritti umani. La seconda direttrice mette in luce l’importanza dell’educazione per le giovani generazioni. Infine, il documento ha una dimensione giuridica richiedendo che i principi enunciati siano tradotti in regolamentazioni effettive. L’articolo di Civiltà Cattolica offre un’analisi dei principi che dovrebbero guidare in modo etico l’operare nell’ambito dell'Intelligenza artificiale. Ne vengono individuati sei: trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità, sicurezza e privacy. In questo contesto storico, conclude Casalone, “la bioetica può entrare in dialogo e in sinergia con l’etica per gli algoritmi: un nuovo ponte verso il futuro”.
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