Padre Cantalamessa: Maria, Madre della Chiesa, maestra nelle vie di Dio
Adriana Masotti - Città del Vaticano
In sintonia con le parole pronunciate stamattina da Papa Francesco nell'omelia alla Messa a Casa Santa Marta, è a Maria insignita con il titolo di Madre della Chiesa e di tutti i credenti, che padre Cantalamessa dedica la sua meditazione di oggi. La frase commentata dal padre cappuccino è quella detta da Gesù alla propria madre ai piedi della Croce: "Donna ecco tuo figlio", a cui seguirono le parole rivolte a Giovanni, il discepolo che era con lei: "Ecco la tua madre!". Da quel momento, dice il Vangelo, il discepolo prese Maria con sé.
La maternità spirituale di Maria
Se nell’Annunciazione si contempla la Madre di Dio qui, dice padre Cantalamessa, si vede Maria come la Madre di tutti i credenti in Gesù. Ma qual è la somiglianza e la differenza tra queste due maternità? Nel primo caso si tratta di una maternità reale, nel secondo di una maternità spirituale. Scopo della predica di oggi è vedere tutta la ricchezza che c’è dietro al titolo di Maria Madre dei credenti. A questo proposito, padre Cantalamessa dice che Maria ci ha spiritualmente concepiti nel momento dell’annuncio dell’Angelo, cioè ci ha “presi insieme” con Gesú, e accolti in sè, e ci ha poi partoriti partecipando alla Passione di Gesù sul Calvario. L’uno è stato il tempo del "sì" del cuore, "sotto la croce, è il momento del travaglio del parto”.
Giovanni rappresenta tutti i discepoli
“Le parole di Gesù a Maria: 'Donna, ecco tuo figlio' e a Giovanni: 'Ecco, la tua madre hanno certamente un significato anzitutto immediato e concreto: Gesù affida Maria a Giovanni e Giovanni a Maria. Ma questo non esaurisce il significato della scena”, afferma il predicatore francescano, e spiega che per Giovanni, autore del brano evangelico in esame, “il momento della morte è il momento della glorificazione di Gesù, del compimento definitivo delle Scritture e di tutte le cose. Ogni frase e ogni parola in quel contesto ha un significato anche simbolico e allude al compimento delle Scritture”. Il significato di quelle parole di Gesù hanno dunque un valore più universale ed ecclesiale: “Il discepolo non rappresenta qui solo Giovanni, ma il discepolo di Gesù in quanto tale, cioè tutti i discepoli. Essi sono dati a Maria da Gesù morente come suoi figli, allo stesso modo che Maria è data ad essi come loro madre”.
Gesù ha istituito Maria Madre dei cristiani
Le parole di Gesù a volte descrivono qualcosa che è già presente, continua padre Cantalamessa, ma altre volte invece “creano e fanno esistere ciò che esprimono”. Qui “Gesù costituisce Maria madre di Giovanni e Giovanni figlio di Maria. Gesù non si è limitato a proclamare la nuova maternità di Maria, ma l'ha istituita. Essa dunque non viene da Maria, ma dalla Parola di Dio; non si basa sul merito, ma sulla grazia”. Noi tutti dunque siamo stati "rigenerati dalla Parola di Dio viva ed eterna, siamo 'nati da Dio', ma “siamo nati anche dalla fede e dalla sofferenza di Maria” e il predicatore fa l’esempio di ciò che l’apostolo Paolo diceva di sè:
Se Paolo, che è un servo e un apostolo di Cristo, può dire ai suoi fedeli: “Sono io che vi ho generato in Cristo, mediante il Vangelo”, quanto più può dirlo Maria, che ne è la madre! Chi più di lei può far sue le parole dell'Apostolo: “Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore”? Ella ci partorisce 'di nuovo' sotto la croce, perché ci ha già partorito una prima volta, non nel dolore, ma nella gioia, quando ha dato al mondo proprio quella 'Parola viva ed eterna', che è Cristo, nella quale siamo rigenerati.
Maria e il Concilio Vaticano II
Padre Cantalamessa fa riferimento poi a ciò che il Concilio Vaticano II ha detto di Maria trattando di lei nella Costituzione sulla Chiesa Lumen gentium, non facendo dunque su Maria un discorso a se stante, ma riconducendolo nell’ambito della Chiesa. Nella Costituzione si precisa il senso della maternità di Maria dicendo che “ella cooperò in modo tutto speciale all'opera del Salvatore, con l'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo ella è diventata per noi madre nell'ordine della grazia”. E il religioso sottolinea: “Maria è vista, come diceva sant'Agostino, come il membro più eccellente della Chiesa, ma un membro di essa, non al di fuori o al di sopra di essa”. Fu Paolo VI subito dopo il Concilio, ricorda, ad attribuire a Maria esplicitamente e solennemente, il titolo di “Madre della Chiesa”.
Prendere Maria con sè
Ma come applicare nella vita concreta la realtà di Maria “nel suo aspetto di figura e specchio della Chiesa”, si domanda padre Cantalamessa. Semplicemente come ha fatto Giovanni, “prendendo Maria con noi nella nostra vita spirituale. Tutto qui”. Maria visse gli ultimi anni della vita con Giovanni, condividendo la sua casa e la sua vita quotidiana. Impossibile, dice il predicatore, che non abbia avuto un influsso nella redazione del suo Vangelo. Nell'antichità Origene ha intuito il segreto che c'è sotto questo fatto, prosegue, infatti egli scrive:“Primizia dei Vangeli è quello di Giovanni, il cui senso profondo non può cogliere chi non abbia poggiato il capo sul petto di Gesù e non abbia ricevuto da lui Maria, come sua propria madre”
Affidarsi a Maria perchè ci conduca a Cristo
Ma cosa può significare concretamente per noi prendere Maria nella nostra casa? Secondo san Luigi Grignon de Monfort: "Dobbiamo abbandonarci allo spirito di Maria per essere mossi e guidati secondo il suo volere.” E’ un affidamento a Maria, un seguire la sua strada, che non usurpa il ruolo dello Spirito Santo, dal momento che è da lui che ci dobbiamo lasciare condurre, spiega ancora padre Cantalamessa: "Maria è precisamente uno dei mezzi privilegiati attraverso cui lo Spirito Santo può guidare le anime e condurle alla somiglianza con Cristo, proprio perché Maria fa parte della Parola di Dio ed è essa stessa una parola di Dio in azione”. E ricorda ancora le parole del santo:
“Lo Spirito Santo, che è sterile in Dio, cioè non dà origine ad un altra persona divina, è divenuto fecondo per mezzo di Maria da lui sposata. Con lei, in lei e da lei egli ha realizzato il suo capolavoro, che è un Dio fatto uomo. (…) Perciò, quanto più lo Spirito Santo trova Maria, sua cara e indissolubile Sposa, in un'anima, tanto più diviene operoso e potente per formare Gesù Cristo in quest'anima e quest'anima in Gesù Cristo”.
Lo Spirito Santo, dunque, ci guida a Gesù servendosi di Maria, che è “nostro modello e maestra proprio perché perfetta discepola e imitatrice di Cristo”. E il predicatore prosegue:
Questo significa, in senso spirituale, prendere Maria con sé: prenderla come compagna e consigliera, sapendo che essa conosce, meglio di noi, quali sono i desideri di Dio a nostro riguardo. Se si impara a consultare ed ascoltare in ogni cosa Maria, essa diventa davvero, per noi, la maestra impareggiabile nelle vie di Dio, che insegna dentro, senza strepito di parole. Non si tratta di un'astratta possibilità, ma di una realtà di fatto, sperimentata, oggi come in passato, da innumerevoli anime.
Maria, maestra nella fede
Maria è modello di fede e di speranza, particolarmente prezioso in certi momenti della vita di ciascuno di noi. Padre Cantalamessa lo sottolinea:
Viene un'ora nella vita, in cui ci occorre una fede e una speranza come quella di Maria. È quando Dio sembra non ascoltare più le nostre preghiere, quando si direbbe che smentisca se stesso e le sue promesse, quando ci fa passare di sconfitta in sconfitta e le potenze delle tenebre sembrano trionfare su tutti i fronti intorno a noi; quando si fa buio dentro di noi, come si fece buio, quel giorno, "su tutta la terra". Quando arriva per te quest'ora, ricordati della fede di Maria e grida anche tu, come hanno fatto altri: "Padre mio, non ti comprendo più, ma mi fido di te!“.
Le promesse di Dio a Maria
Grazie alla fede Dio promette a Maria: “Madre di molti popoli ti renderò, madre della mia Chiesa! Nel tuo nome saranno benedette tutte le stirpi della terra. Tutte le generazioni ti chiameranno beata” . Padre Cantalamessa conclude la sua meditazione applicando a Maria, pur con le dovute differenze, le parole con le quali san Paolo riassume il mistero pasquale di Cristo:
Maria, pur essendo la Madre di Dio, non considerò un tesoro geloso questo suo rapporto unico con Dio, ma spogliò se stessa di ogni pretesa, assumendo il nome di serva e apparendo all'esterno simile a ogni altra donna. Visse nell'umiltà e nel nascondimento, obbedendo a Dio, fino ad accettare la morte del Figlio, e la morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltata e le ha dato il nome che, dopo quello di Gesù, è al di sopra di ogni altro nome, perché nel nome di Maria ogni capo si chini, nel cielo, sulla terra e sottoterra, e ogni lingua proclami che Maria è la Madre del Signore, a gloria di Dio Padre. Amen!
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