Abbracciati dal Papa: così il personale sanitario dell’ospedale di Bergamo
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
E’ la speranza che Papa Francesco ha infuso con le sue parole a colpire i partecipanti all’udienza di stamani in Vaticano, nella quale il Pontefice ha ricevuto le delegazioni delle zone del Nord – Italia più colpite dal coronavirus.
Le infermiere sono madri
Barbara Valle presta servizio all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. E’ un’infermiera che sente di essere madre, come le ha detto Francesco incontrandola da vicino:
R. – E’ stata un’emozione indescrivibile, con le sue parole il Papa ha dato un senso più profondo a tutto quello che abbiamo vissuto in questi mesi. Le sue parole sono state di tenerezza e di speranza, un messaggio veramente forte che ci aiuta a non dimenticare il passato ma a guardare al futuro. Parole che ci riempiono il cuore di speranza che è quella di un futuro.
Un futuro nel segno del miracolo. Papa Francesco ha detto che con il vostro lavoro lo avete iniziato ora bisogna portarlo avanti
R. – Parole bellissime, usare la parola miracolo è davvero una cosa grandissima. Speriamo che guardando al futuro, teniamo questa esperienza come un’esperienza che ci ha fortificato anche se dobbiamo continuare a mantenere i comportamenti che dobbiamo mantenere ma lasciando alle spalle la prova, con tutta la sofferenza che comunque ci rimane nel cuore ma che poi a lungo andare rielaborandola in senso positivo ci ha dato una grande forza.
Il Papa ti ha detto qualcosa di particolare?
R. – Quando si è avvicinato ha detto delle parole bellissime. Gli ho detto che ero un’infermeria, ero con altre colleghe, e lui ci ha detto che le infermiere sono delle madri che esprimono tenerezza. Poi mi ha raccontato un aneddoto personale, mi ha detto che deve la sua vita ad un’infermiera che, contravvenendo alle indicazioni del medico, gli aveva dato una dose in più di una medicina. Questo per dire il legame che ha con la nostra figura di cui molto spesso parla. E’ stato proprio bello.
Com’è ora la situazione? Potete iniziare a respirare..
R. - Rispetto al passato è decisamente sotto controllo, abbiamo anche in terapia intensiva meno casie. E davvero questo ci dà un ampio respiro.
Una preghiera per papà
Il dottor Massimiliano De Vecchi è medico del Pronto Soccorso del Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Dal Papa ha ricevuto la benedizione per il papà scomparso a causa del coronavirus. “Mi ha molto commosso - racconta a Vatican News - perché è stato un gesto di vicinanza importante”. “E’ stata un’esperienza molto emozionante l'udienza e anche molto singolare, mi ha colpito molto la sottolineatura delle cose buone vissute ed emerse durante questa tragedia. Il Papa ci ha ricordato che in mezzo a tanto dolore, alla tanta sofferenza ci sono stati numerosi gesti di vicinanza di solidarietà e non dobbiamo dimenticarci di questo ma farne tesoro per il futuro”. Di gesti il dottor De Vecchi ne ha visti molti in questa emergenza, ricorda Luigi, un paziente anziano che aveva come ultimo desiderio quello di rivedere il figlio. “Abbiamo trovato una modalità per permettere loro di incontrarsi quando Luigi è stato trasferito dal pronto soccorso al reparto. In quei pochi minuti di passaggio nel corridoio si sono salutati definitivamente e devo dire che assistere a questo incontro è stato veramente straziante”.
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