Carolina Kostner, il suo sogno e la sua gioia al servizio degli altri
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Bolzanina d’hoc, Carolina Kostner è la ‘farfalla sul ghiaccio’, per quel suo inconfondibile danzare volando sulla pista. Poco più che trentenne, l’atleta azzurra, che ha scritto pagine memorabili del pattinaggio artistico, ha indossato le sue prime lame a soli 4 anni, sebbene, come ha confessato lei stessa, il suo sogno fosse quello di diventare sciatrice come sua cugina Isolde (Kostner). Ma è stato il ghiaccio a dimostrare di essere la sintesi delle sue passioni e a raccontarlo è il suo palmarès, con il bronzo ai giochi invernali di Soci nel 2014, dove era arrivata da campionessa mondiale 2012, da cinque volte campionessa europea e più volte medagliata sia ai mondiali che agli europei. Carolina Kostner, che in diverse occasioni ha incontrato Papa Francesco, ha deciso di partecipare a We Run Together:
R. - Io ho deciso di mettere all'asta una mia maglietta olimpica, praticamente parte della divisa delle Olimpiadi. Per me, come atleta e come persona, partecipare alle Olimpiadi è stato un obiettivo che ho sognato per tanti anni e che con tanti sacrifici, voglia di fare, impegno e pazienza sono riuscita a raggiungere. Questa divisa per me è il segno che è possibile e quindi voglio mettere all'asta questa maglietta anche un po' per incoraggiare, per spingere non soltanto i giovani, ma tutti, soprattutto le persone che affrontano delle difficoltà, a credere che se ne esce, che la tempesta passa e che il sole ritorna.
Carolina, perché hai aderito a We Run Together?
R. - La richiesta originale è arrivata dl Santo Padre, tramite il mio gruppo sportivo Le Fiamme Azzurre, e per me è stato un onore e un privilegio farne parte. Poi vedo che si tratta di una squadra di atleti ineguagliabili e quindi non è soltanto un atto di dovere, ma anche è voglia di farne parte, oltre al fatto di confermare che per me è una fortuna e un grande piacere poter ridare, in parte, delle volte basta un sorriso, delle volte posso fare di più, la fortuna che io ho avuto nella mia vita, il poter raggiungere i miei sogni, il poterli trasformare in un lavoro, in una vita che mi dà tanta gioia, e poi il poter condividere la gioia, ma anche un po' di più. E’ la mia missione!
Questo in qualche modo è trapelato anche quando sei stata in udienza dal Papa, quando gli hai donato la Madonnina di legno fatta da tuo zio…
R. – Sì, ci ho riflettuto tanto. Non sapevo se avessi o meno il permesso di portargli un regalo, ma dato che si trattava della Madonnina che mio zio mi aveva fatto per accompagnarmi alle Olimpiadi di Sochi, dove poi ho vinto il bronzo, che era stata anche benedetta da Don Mario, che era praticamente il sacerdote che era parte della squadra olimpica, ecco mi era sembrato un gesto carino e anche sportivo far sentire il Papa anche parte della nostra missione, dei nostri sacrifici fatti con passione verso degli obiettivi più alti e non soltanto per il sogno personale di vincere una medaglia, di essere un campione, ma un esempio, un aiuto e adesso un supporto per tutti coloro che possono avere bisogno.
“Essere atleti aiuta ad avere fede e credere”, queste sono tue parole, perché tu hai spiegato in più di un'occasione come credere in se stessi, che è molto importante per un atleta, aiuti poi a credere nel Supremo…
R. – Quando tu sei un atleta, per esempio nel mio sport io metto i piedi sul ghiaccio e ho 4 minuti che decideranno della mia carriera, è importantissimo che credi, non soltanto in te stesso ma anche che ciò che accade è la via tua. Ho vissuto anche tante delusioni, tanti momenti difficili sempre con la fede che alla fine sarebbe andato tutto bene, è importantissimo. E poi questa fede è importante anche per il rispetto dell’avversario, per il rispetto delle regole, credo che il campione non sia quello che ha più medaglie al collo, ma è anche quello che riesce ad essere da esempio, ad essere di ispirazione per la gente, che è la cosa più importante.
Carolina, come è stato incontrare Papa Francesco?
R. – Incontrare il Santo Padre per me è stata una emozione unica, mi permetto di dire che è una persona così umana, così di cuore, le sue parole ti toccano nel profondo del cuore, è stata una esperienza unica e sento molta gratitudine.
Un elemento molto bello della tua carriera è stato l’aver pattinato sulle note dell’Ave Maria di Schubert …
R. – Sento ancora l’emozione molto forte, per me è stata una esperienza, una missione personale, dedicata alla mia nonna che purtroppo non c'è più, che è sempre stata molto devota alla Madonna, è stata una dedica personale che poi mi ha accompagnato a vincere la medaglia olimpica, ma non solo! 5 secondi dopo che è partita la musica, durante la gara olimpica, c'è stato un boato nel pubblico nel silenzio totale, e il pubblico era in maggior parte russo, eravamo in Russia, e c'è stato questo boato dal nulla. Io l'ho sentito proprio come incoraggiamento, qualcosa che andava oltre una gara sportiva, o una dimostrazione di quello che io sapevo o non sapevo fare. È stato come quando stai davanti ad un’opera d’arte famosa, grandiosa, e come stare nella cappella Sistina, davanti ad uno dei tanti capolavori italiani. Per me è stato così, in quel momento mi sono resa contro che comunque lo sport può smuovere le persone nel profondo del cuore ed ha un potere e una responsabilità che voglio cogliere nella mia vita per poter fare la differenza.
Questa asta è molto importante per chi ha lottato molto e sta lottando tutt'ora per gli effetti della pandemia…
R. – Qualsiasi cosa si possa fare, oltre a fare la nostra parte e rispettare le regole, per me è un privilegio e mi batterò per questo. Io sono stata a casa, fortunatamente toccata poco dalla pandemia, ho dedicato il tempo soprattutto a giovani ragazze, tramite collegamenti on line, a giovani atlete del pattinaggio, ma anche a tante scuole, ho fatto anche delle diciamo degli incontri on line soprattutto con i giovani per incoraggiarli a non perdere né la pazienza, né la forza di continuare a credere di poter fare le cose, a credere che tutto poi piano piano passerà e che nella vita, come nello sport, si incontrano degli ostacoli che con tenacia, pazienza ed impegno si superano. Questa è stata la mia quarantena e auguri a tutti, soprattutto a chi ha passato momenti bui, di trovare la forza di andare avanti e di sapere comunque che noi tutti siamo vicini e che ne usciremo più forti di prima.
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