Parolin agli Assunzionisti: audaci, liberi e al servizio del prossimo per evangelizzare
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Si conclude il primo giorno della visita a Lourdes del segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, in occasione della Solennità dell'Assunzione e delle celebrazioni del Pellegrinaggio Nazionale 2020 della Congregazione degli Agostiniani dell'Assunzione nel 175° dalla fondazione. A loro il porporato si rivolge in un discorso, durante un incontro in serata, guardando innanzitutto alla storia dell'istituzione religiosa e al "bene" da essa compiuto per la crescita della spiritualità nell'uomo per arrivare poi alle necessità che, al carisma, impone il presente.
Fare " tenda" nel mondo di oggi
Il vostro - osserva il cardinale - è il volto "sfaccettato" nel quale si riflette quello del fondatore, Emmanuel D'Alzon, e di tutti i protagonisti del "servizio a Cristo, al Vangelo, alla Chiesa e all'umanità" di questi anni. Un volto che tuttora "non ha esaurito il suo 'spazio' e la sua 'espressività'".
Tra il passato e il presente il cardinale intravede un legame, un "filo rosso" nella fine della società cristiana che ha caratterizzato in vari modi la storia dal IV secolo in poi.
Oggi, come ai tempi di Emmanuel D'Alzon e seguendo la scelta da lui compiuta sotto la guida del discernimento, in un cristianesimo che muta e che abbraccia una "trasformazione antropologica dagli esiti incerti", occorre - dice- non fermarsi al passato ma mettersi in moto "perché la fine diventi un nuovo inizio", "una nuova tappa nel continuo cammino attraverso il quale la gioia del Vangelo, si costruisce una tenda in mezzo agli alti e bassi dell'umanità".
Oggi, grazie alle scelte del vostro fondatore, spiega il cardinale Parolin, "la vostra fondazione si trova nel cuore stesso della Chiesa", 175 anni dopo, e non come una Ong o un "gruppo di professionisti", ma come una "famiglia di fratelli", "una vera comunità di fede".
Nella Regola di Vita che guida la Congregazione si ritrova il cuore di tutta la storia: testimoniare con la vita di ogni giorno la presenza del Regno di Gesù Cristo e in nome della Sua presenza in terra, superare le diversità e le divisioni per ritrovarsi "nell'accettazione e nel perdono reciproco".
Una storia di cuori
"La storia della Chiesa e la storia della vostra famiglia religiosa è una storia di cuori", sono le parole del segretario di Stato: cioè "esseri umani concreti che diventano capaci di costruire la sinodalità", di "impegnarsi insieme agli altri e per gli altri" sul modello dell'amore di Cristo per noi. Questa forza evangelica, permette, osserva ancora, di vivere senza angoscia il " provvisorio" che segna questo cambiamento di epoca, restando saldi.
I "nuovi modi" di evangelizzare
Dall'analisi attenta delle condizioni odierne dell'evangelizzazione, il cardinale evidenzia che occorre cambiare modi di pensare e atteggiamenti dato che "non siamo più gli unici oggi a produrre cultura, né i primi, né i più ascoltati." Il cardinale parla di una nuova "mentalità pastorale", che non significa passare a un "approccio pastorale relativistico", parla di servizio al prossimo e di interesse solo per Cristo. E quindi, citando le parole del Papa all'incontro del maggio 2019 con i partecipanti al Convegno della Diocesi di Roma, afferma: "Il Signore riempia i nostri cuori con l'audacia e la libertà di coloro che non sono vincolati da interessi e vogliono mettersi con empatia e simpatia in mezzo alla vita degli altri".
Nel mondo di oggi, le vocazioni sono in calo, l'evangelizzazione parte dalla nostre città, luoghi vicini e non lontani e la presenza di Dio è spesso marginalizzata. Tutto ciò, conclude il porporato, ci richiama a farci umili e "ultimi" nei complessi ambiti del dialogo ecumenico e interreligioso, e ci rende solidali con i poveri e gli esclusi di questo mondo e con la stessa "casa comune" che è il nostro pianeta, ferito dall'avidità dei sistemi economici e dalle organizzazioni criminali.
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