A Foligno una mostra per i 500 anni della morte di Raffaello
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
L’esposizione è organizzata in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte del pittore rinascimentale. Una mostra costituita da copie, dipinti e stampe dal XVI al XIX secolo che, insieme ad una sala multimediale, raccontano il successo del capolavoro conservato nella Pinacoteca Vaticana.
Storia di un modello
Eseguita tra il 1511 e il 1512 l’opera fu commissionata dal folignate Sigismondo de’ Comitibus, al tempo segretario di Papa Giulio II, e rimase presso l’altare maggiore della chiesa dell’Ara Coeli fino al 1565. In seguito la badessa di Sant’Anna a Foligno, suor Anna de’ Comitibus, nipote di Sigismondo, ottenne di trasportarla nel suo monastero.
Vi rimase per circa due secoli: prima esposta all'interno del convento, poi, per consentirne la fruizione anche fuori dalla clausura, spostata nella chiesa esterna, ammirata da pittori, fedeli, forestieri e visitatori illustri. Tra questi il granduca di Toscana Cosimo II de’ Medici, Luigi II di Borbone-Condé e la regina Cristina di Svezia, la quale contemplò la Madonna di Foligno nel 1655 accompagnata dalla musica dell’antico organo all'epoca collocato dietro al dipinto.
La fortuna del dipinto
Grande fu la fama riscossa dall’opera di Raffaello, la cui bellezza non sfuggì alle requisizioni napoleoniche del 1797. Da quel momento il dipinto trovò spazio nelle raccolte d’arte del Musée du Louvre a Parigi. Solo nel 1816, dopo il Congresso di Vienna, fece ritorno in Italia ed entrò nelle raccolte dei Musei Vaticani. La Madonna di Foligno, imitata e riprodotta in incisioni e pale d’altare, è stata un modello di riferimento dal Cinquecento ad oggi. I diari e i taccuini di artisti e viaggiatori che poterono ammirarla a Foligno, Roma e Parigi ne sono una testimonianza viva.
La mostra
Tre le sedi in cui si articola la mostra: Palazzo Trinci, il Monastero di Sant’Anna e l’Archivio di Stato di Foligno. A Palazzo Trinci sono esposte le copie puntuali o parzialmente fedeli della Madonna di Foligno : derivazioni, incisioni, documenti. Dalla grande pala attribuita al Cavalier d’Arpino e conservata al Museo Capitolare e Diocesano alla raccolta di testimonianze scritte che raccontano i rapporti epistolari tra il convento di Sant’Anna, gli organi del Comune di Foligno e i commissari napoleonici.
Presso il Monastero si trovano invece due incisioni tratte dal celebre dipinto di Raffaello tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, e con esse un documento conservato presso l’Archivio delle Terziarie francescane. La sala espositiva è quella che per lungo tempo fu la casa di suor Anna de’ Comitibus e, ancora prima, la sede della bottega del pittore Niccolò di Liberatore detto l’Alunno. Sulle pareti si conservano numerosi affreschi e graffiti lasciati da quest’ultimo e dai suoi eredi. Una terza sezione della mostra, presso l’Archivio di Stato di Foligno, raccoglie infine i documenti legati al committente della Madonna di Foligno di Raffaello: Sigismondo de’ Conti.
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