Aiuto speciale per Gerusalemme dall'Ordine del Santo Sepolcro
Fabio Colagrande – Città del Vaticano
Da maggio 2020, i trentamila cavalieri e dame dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, presenti nei vari continenti, hanno tenuto ancora più a cuore la Terra Santa, duramente colpita dalla crisi sanitaria ed economica causata dal Covid-19. Nonostante le difficili condizioni a livello mondiale, il Gran Magistero dell'Ordine ha infatti raccolto e inviato al Patriarcato di Gerusalemme un contributo economico extra di circa tre milioni di euro che si aggiungono all'aiuto ordinario fornito alla diocesi. Dopo la creazione, nel maggio scorso, di uno speciale “Fondo di sostegno umanitario Covid-19” circa due milioni sono arrivati specificatamente per questo Fondo e oltre un milione per le spese umanitarie più generali, mentre la cifra prevista dal budget di inizio anno era di gran lunga inferiore. Grazie all’aiuto ricevuto dall’Ordine per scopi umanitari, che si distingue dai fondi raccolti con la Colletta per la Terra Santa, sono state sostenute più di 2.400 famiglie in oltre 30 parrocchie. Nello specifico sono state aiutate a pagare le rette scolastiche 1.238 famiglie in Giordania e 1.180 in Palestina. Ai microfoni di Radio Vaticana Italia, il cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro dell'Ordine del Santo Sepolcro, esprime la sua soddisfazione per questo ulteriore aiuto fornito alla Chiesa Madre di Gerusalemme.
R.- Nessuno è stato risparmiato da questa pandemia e anche la Terrasanta, purtroppo, ha subito gravi contraccolpi sanitari ed economici. Sappiamo, infatti, che è una regione che vive non solo del turismo ma anche soprattutto dei pellegrinaggi e di tutto l’indotto che è naturalmente collegato a queste realtà. Per noi la Terra Santa è importante perché è il luogo della Chiesa Madre di tutte le chiese. Non possiamo perciò permettere che diventi semplicemente un luogo archeologico che ci aiuta a fare memoria dell’Incarnazione, della Storia della salvezza. Vogliamo che in quei luoghi santi sia mantenuta viva la presenza cristiana: è un bene per tutta la Chiesa e per l'umanità intera. Questo impegno per il nostro Ordine deriva proprio dal mandato che i Pontefici ci hanno voluto dare: è una delle nostre missioni accanto a quella della santificazione della vita personale dei nostri membri. Quindi, nel momento in cui è esplosa la pandemia di Covid-19 ci siamo chiesti subito cosa potevamo fare, ma nello stesso tempo vari membri, dame e cavalieri dell'Ordine, ci hanno chiesto come potevano venire incontro ai bisogni nati con questa emergenza. Qui è nata l'idea di organizzare una raccolta straordinaria per aiutare la Chiesa madre in Terrasanta. La risposta è stata generosa ed è una risposta che non si può nemmeno quantificare in ciò che materialmente è stato raccolto. È un grande atto di generosità da parte dei nostri membri, da parte dell'Ordine, e credo che aiuterà, anzi stia aiutando, la Terrasanta. Mi riferisco soprattutto alle nostre strutture educative, circa cinquanta scuole, e naturalmente alle opere di beneficenza che noi manteniamo in Terra Santa, oltre alla struttura stessa pastorale del Patriarcato di Gerusalemme.
A quali esigenze in particolare saranno dunque destinate le somme che sono state raccolte con questo fondo straordinario?
R.- Soprattutto all’ambito educativo: perché le scuole sono chiuse per il lock-down, ma i professori, gli insegnanti e le strutture scolastiche continuano in qualche modo il loro lavoro e le attività devono essere mantenute, si tratta di migliaia di persone. Ma poi ci sono gli ospedali, le case di cura e i centri di assistenza per le persone handicappate e disabili. Infine va sostenuta, come dicevo, la vita stessa del Patriarcato, non è che possa chiudere durante la pandemia. Tutti questi aspetti pastorali, sociali ed educativi, sono diventati oggetto della nostra attenzione.
È da sottolineare che questi tre milioni di euro vanno ad aggiungersi all’aiuto abituale che l'Ordine assicura alla diocesi di Gerusalemme…
R.- Sì, è un aiuto che rientra nell'ambito istituzionale. Ma anche in questo ambito è previsto un fondo per le situazioni di eccezionalità di circa mezzo milione di euro. Quindi questi tre milioni vanno ad aggiungersi alle somme che erano già previste e sono convinto che ancora tanti continueranno a offrire aiuto e noi, ovviamente, non mettiamo limiti a questa generosità, anzi la incoraggiamo. Chi lo desidera può continuare ad aiutare la Terra Santa e noi ci impegniamo volentieri a canalizzare questi aiuti verso il Patriarcato che poi sul posto, attraverso le parrocchie e le varie istituzioni, fa giungere concretamente l'aiuto alle famiglie, alle scuole e a tutte le altre organizzazioni.
Recentemente Papa Francesco ha approvato il vostro Statuto confermando quindi che l’Ordine è un ente centrale della Chiesa cattolica. Cosa significa questo per voi?
R.- Diciamo che l'Ordine già era nell'ambito delle istituzioni della Santa Sede: ricordiamoci che alcuni Pontefici in passato hanno ricoperto il ruolo di Gran Maestri e questo la dice lunga sul nostro legame con il Papa. Però, in una visione più ampia della vita della Chiesa e della Santa Sede, bisognava forse uscire da un piccolo equivoco e affermare chiaramente chi siamo e cosa rappresentiamo. Quindi in questo senso, rispetto alla nostra storia anche più recente, ma anche guardando al nostro futuro, mi pare che essere diventati ufficialmente un ente centrale della Chiesa non sia una medaglia che ci siamo guadagnati sul campo. Si tratta piuttosto della conseguenza del fatto che la Chiesa, in questo caso l'istituzione Santa Sede, riconosce che l'attività dei nostri membri è fondamentale per la vita stessa della Chiesa Madre di Gerusalemme che ci sta molto a cuore. Dobbiamo ricordarci sempre che Gerusalemme, dove si costituì la prima Chiesa, e la Terra Santa, che fu il primo luogo di evangelizzazione, sono care a tutti i fedeli. Da sempre i pellegrinaggi sono la dimostrazione della sensibilità, dell’affetto, dell’amore che i credenti nutrono verso la Terra Santa. Quando diciamo Terra Santa, ovviamente, non ci riferiamo solo a dei luoghi geografici, ma parliamo del Mistero di Cristo. Quindi andare lì all'origine, quasi un po' a rinfrescarci alla sorgente della nostra Fede, è fondamentale. Questa visione non può non toccare tutta la Chiesa perché è tutta la Chiesa universale che prova amore verso la Terra Santa. L'istituzione dei cavalieri e delle dame del Santo Sepolcro è un modo quindi per concretizzare questo amore e renderlo reale e visibile. Significa che la Santa Sede ritiene che questo nostro impegno, questa nostra missione, sia molto utile, sia determinante per la vita della Chiesa Madre di tutti.
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