Intelligenza artificiale: è progresso solo se trasparente, equa e inclusiva
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Coniugare i progressi della tecnologia, la crescita delle innovazioni tecnologiche, che comprendono anche l’Intelligenza artificiale, con “una sempre maggiore equità e inclusione sociale”. E’ il sogno di Papa Francesco, espresso al paragrafo 31 della sua ultima enciclica Fratelli tutti, che il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, fa proprio nell intervento che precede, nella Sala del Senato accademico dell’Università “La Sapienza” di Roma, la firma del rettore Eugenio Gaudio sull’appello “Rome Call for AI Ethics”, su un uso etico dell’Intelligenza artificiale, promosso dalla stessa Accademia.
La Sapienza si unisce a Fao, Governo italiano, Ibm e Microsoft
L’adesione dell’Ateneo romano, la più grande università europea, è la prima che si aggiunge a quelle della Fao, del Governo italiano, di Ibm e di Microsoft, che hanno firmato l’appello il 28 febbraio, alla presentazione di quella che monsignor Paglia definisce una “chiamata alla responsabilità”. Un’impegno a promuovere un uso dell’Intelligenza artificiale basato sui principi di trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità e affidabilità, sicurezza e privacy, ricordati dal rettore Eugenio Gaudio.
I vantaggi dell’Ia, dalle auto che vanno da sole alla diagnostica
Perché se i vantaggi e gli “impatti positivi” della rivoluzione repentina dell’Intelligenza artificiale, ricordati da Alessandro Mei, direttore del Dipartimento di Informatica e presidente del Collegio dei direttori di dipartimento de “La Sapienza”, in uno degli interventi da remoto che precedono la firma dell’Appello, come le automobili che si guidano da sole e gli apparecchi diagnostici che sono ormai più affidabili dell’occhio di un medico, sono ormai ben noti, si conoscono anche i rischi, i “risultati negativi”.
I rischi di algoritmi che decidono la sorte di un detenuto
Mei ricorda gli algoritmi usati dal sistema giudiziario degli Stati Uniti per stimare se una persona detenuta sarà recidiva nel suo reato e quindi se conviene o meno scarcerarla per buona condotta. Hanno suscitato un ampio dibattito perché nascondono il rischio di pregiudizi razziali, finendo per discriminare i detenuti in base alla razza, alla religione, all’appartenenza sociale.
Il Papa: troppo sottile il confine tra inorganico e organico
I cambiamenti generati dai progressi dell’Intelligenza artificiale, ha ricordato Papa Francesco nel suo discorso al convegno "The “good” Alghoritm? Artificial Intelligence: Ethics, Law, Health" nel quale è stata lanciata e poi firmata la “Rome Call for AI ethics”, e citato da monsignor Paglia, arrivano “fino al punto di rendere labili” i confini “tra materia inorganica e organica, tra reale e virtuale, tra identità stabili ed eventi in continua relazione tra loro”.
Paglia: il “capitalismo della sorveglianza” che sa tutto di noi
E poi ci sono i rischi di quello che il presidente della Pav chiama un “capitalismo della sorveglianza”, dominato dai padroni del web che “sanno tutto di noi, mentre per noi è impossibile sapere quello che fanno. Accumulano un’infinità di nuove conoscenze da noi, ma non sempre per noi. Predicono il nostro futuro perché qualcun altro ci guadagni, ma non noi, ricavando ingenti profitti con la vendita dei nostri profili sul mercato della previsione dei comportamenti”. Addirittura, denuncia ancora Paglia, “elaborando con opportuni algoritmi la messe di dati raccolti, si è in grado di condizionare le decisioni personali non solo riguardo ai beni da acquistare, ma anche in ambito sociale e politico”. Mettendo così a repentaglio “le stesse basi della dinamica democratica”. Una manipolazione della libertà ormai possibile che “sbarra la strada a ogni ingenua interpretazione delle nuove tecnologie digitali, come se fossero spontaneamente positive o almeno neutrali”.
Monitorare i cambiamenti nel rapporto uomo-macchina
Il compito che si profila per i promotori e coloro che aderiranno all’Appello, spiega l’arcivescovo, “è di individuare un modello di monitoraggio inter-disciplinare per la ricerca condivisa di un’etica” che riguardi l’intero percorso di elaborazione degli apparati tecnologici, dalla ricerca alla progettazione, fino alla produzione, la distribuzione e l’utilizzo individuale e collettivo. Perché ormai attraverso l’Intelligenza artificiale si è in grado “di determinare vere e proprie forme di controllo e orientamento delle abitudini mentali e relazionali, e non solo di potenziamento delle funzioni cognitive e operative”. L’obiettivo, chiarisce il presidente della Pav, è assicurare “una verifica competente e condivisa di tutta la filiera secondo cui si integrano i rapporti tra gli esseri umani e le macchine nella nuova era aperta dall’Intelligenza artificiale. Un compito arduo, “che richiede disponibilità al dialogo e alla collaborazione”.
Illusorio cercare la perfezione, l'uomo resta vulnerabile
Va garantito infatti, secondo monsignor Paglia, che lo sviluppo dell'Intelligenza artificiale rispetti "le differenze tra comunità e culture", che non sono "accessori dell'umano", e non punti "all'eliminazione di ogni vulnerabilità", inseguendo "una forma di perfezione tanto compiuta quanto illusoria". Va riconosciuta invece che l'esistenza è imperfetta e destinata a finire, valorizzando "la nostra capacità di apprendimento multisensoriale della realtà". Perché, gli fa eco il teologo francescano Paolo Benanti, direttore scientifico del gruppo Intelligenza artificiale della Pav e docente presso l’Università Gregoriana, c'è differenza tra la macchina che ha una memoria potentissima ma sempre uguale, e l'uomo che modifica in continuazione la sua memoria.
Morcellini: l'innovazione dev'essere a beneficio di tutti
Un'Università come "La Sapienza", per l'arcivescovo, può alimentare il dialogo tra discipline diverse, fondamentale "per mettere anche le più potenti tecnologie a servizio dell’uomo e della casa comune che abita", creando "un’alleanza tra umanesimo e tecnica, due linee che la modernità ha diviso". A questo dialogo, conclude Paglia, può contribuire anche l'esperienza religiosa e il suo impegno "a custodire l’umano in tutte le sue dimensioni, anche nelle sue più grandi fragilità, come Papa Francesco ci sta insegnando". Del rischio che innovazioni tecnologiche troppi veloci lascino indietro le periferie che francesco ci sta insegnando a guardare, parla il sociologo Mario Morcellini, consigliere alla Comunicazione de "La Sapienza", già consigliere AgCom. Una rivoluzione scientifica è socialmente sostenibile, spiega Morcellini citando Robert Merton, quando è recepita "e porta beneficio a tutta la società, anche a chi è più arretrato tecnologicamente, e non solo a gruppi ristretti".
Il precedente: le Linee guida della Commissione europea
E' questa anche la preoccupazione della Commissione europea, che, prima istituzione al mondo, ricordano il rettore Gaudio e il prorettore alla Ricerca Teodoro Valente, nell'aprile 2019 ha approvato le "Linee guida etiche per una Intelligenza artificiale antropocentrica e affidabile". Solo una Ia che mette al centro l'uomo diventa vantaggiosa per tutti e permette a tutti di guardarla con fiducia. "La Sapienza", assicura il rettore, si impegna a promuovere e valorizzare concretamente l'Appello sottoscritto, anche organizzando al più presto uno specifico corso di formazione sul tema dell'etica nell'Intelligenza artificiale.
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