Il Global Compact on Education è ancora più necessario
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Con il videomessaggio odierno, trasmesso nel corso dell’evento “Insieme per guardare oltre” alla Pontificia Università Lateranense, il Papa è tornato ad affrontare il tema dell’educazione, proponendo a tutte le persone di buona volontà l’adesione al "Global Compact on Education", un patto per generare un cambiamento su scala planetaria, affinché l’educazione sia creatrice di fraternità, pace e giustizia. Un’esigenza ancora più urgente in questo tempo segnato dalla pandemia. Promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, l’incontro alla Lateranense ha accolto l’appello formulato da Francesco il 12 settembre 2019: “C’è bisogno di unire gli sforzi e di far nascere un’alleanza educativa - aveva detto il Pontefice – ed è per questo desidero incontrarvi a Roma”. In quella che è conosciuta come “l’Università del Papa”, Francesco poco meno di un anno fa lanciò l’idea di elaborare un patto globale per l’educazione.
Uno spazio virtuale
La pandemia ha portato ad annullare l’evento inizialmente programmato per il 14 maggio 2020 in Vaticano, senza però interromperne la progettualità. Così il Villaggio dell’educazione, in cui presentare le migliori esperienze educative internazionali, si è trasformato in uno spazio virtuale: in questi mesi, infatti, sono state più di 70 le esperienze educative realizzate nel mondo. Queste sono state selezionate dall’Alta Scuola Educare all’Incontro e alla Solidarietà (EIS), dell’Università LUMSA di Roma, che le presenterà nel corso di un prossimo convegno, condividendole sul sito internet dell’evento, educationglobalcompact.org.
L’incontro alla Lateranense
L’evento di oggi alla Lateranense ha visto la partecipazione dei responsabili della Congregazione per l’Educazione Cattolica: il Cardinale Giuseppe Versaldi e l’Arcivescovo Angelo Vincenzo Zani. Sono intervenuti anche i rettori della Lateranense, prof. Vincenzo Buonomo, e della Università Cattolica del Sacro Cuore, Franco Anelli, e la sociologa Silvia Cataldi, docente all’Università “La Sapienza” di Roma. Il videomessaggio del Papa è stato inoltre commentato da giovani studenti, primi destinatari del Messaggio del Santo Padre. d introdurre e moderare l’evento è stato Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale del Dicastero per la Comunicazione. A commentare le parole del Santo Padre anche il direttore generale dell'Unesco, Audrey Azoulay, attraverso un videomessaggio.
L’appuntamento è solo rinviato
“Il Global Compact on Education ci sarà appena le condizioni lo renderanno possibile, l’educazione è un tema oggi ancora più urgente vista la pandemia”, ha affermato Alessandro Gisotti introducendo i lavori. “Esattamente un anno fa il Santo Padre da questa Aula Magna lanciava l’idea di elaborare un patto globale sull’educazione”, ha sottolineato subito dopo il professor Vincenzo Buonomo, ricordando le parole di Francesco pronunciate lo scorso 31 ottobre, quando disse che “senza un progetto educativo la persona umana è soltanto schiava di un pensiero breve”. “Da qui - ha proseguito il rettore della Lateranense - l’idea di un patto globale fondato su quattro pilastri fondamentali: il dialogo, la certezza dell’educazione, l’unità della stessa per giungere all’idea di comunità in cui c’è dentro l’educatore, l’educato e tutti i protagonisti dell’esperienza educativa”.
Versaldi: “Il Patto è ancora più necessario”
“Il Papa nel videomessaggio fa un inquadramento storico dell’evento inizialmente programmato per il maggio scorso, affermando che il tragico evento della pandemia è stato solo un fattore precipitante di una crisi educativa già colta”, ha evidenziato il cardinale Giuseppe Versaldi, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica. “Per questo - ha proseguito - il Santo Padre afferma che questo patto educativo globale è ancora più necessario, con un conseguente cambio di modello dello sviluppo”. Sviluppo che a sua volta “presuppone un cambiamento culturale”. Rompere la catena di ideologie contrarie al vero bene dell’umanità è in tal senso fondamentale: “Essendo la crisi mondiale, ci vuole un patto globale per armonizzare lo sforzo di tutti non solo – ha aggiunto il porporato - nella stessa direzione, perché tutti siamo d’accordo sui fini, ma deve essere armonico anche nei mezzi. Sulla motivazione di fondo”. Per far questo “è necessario costruire un tessuto di relazione fraterne, il che rimanda naturalmente all’enciclica Fratelli tutti”, ha concluso Versaldi.
Zani: “L’educazione trasforma la realtà”
“Occorre ascoltare la voce dei ragazzi, dei giovani e dei bambini; occorre trasmettere valori e conoscenze, prima i valori e poi le conoscenze; occorre costruire un futuro di pace ed ancora difendere la dignità di ogni persona”, ha sottolineato monsignor Angelo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, riprendendo le parole del Papa. “Democrazia, pace, ecologia, dialogo intergenerazionale e tra le religioni, la necessità di riprendere il Documento sulla Fratellanza Umana firmato il 4 febbraio 2019 sono tra i temi centrali delle esperienze educative internazionali di questi mesi”, ha proseguito Zani. Quindi le due novità nel videomessaggio odierno: “Il Papa - ha rilevato - afferma come oggi viviamo in un contesto caratterizzato drammaticamente dal fenomeno della pandemia, definito da Francesco una catastrofe educativa. Questo è un elemento di novità, così come l’enciclica Fratelli tutti che può diventare la mappa dei valori a cui ispirarsi, dando il via - ha concluso il presule - a un immenso cantiere di lavoro e di riflessione che può investire le migliori energie in un’educazione che è il principio trasformativo della realtà”.
Azoulay: “Costruire la pace attraverso le nostre menti”
Nell’esprimere la personale riconoscenza a Papa Francesco per il suo impegno nella costruzione della pace, mediante l’educazione e per la fiducia nel ruolo che l’Unesco può avere in tal senso, la Direttrice Generale dell'Unesco Audrey Azoulay, ha evidenziato attraverso un videomessaggio come l’umanità stia vivendo una “crisi educativa senza precedenti, con oltre un miliardo e mezzo di alunni privati delle loro aule”. “Questo ha mostrato tutte le disuguaglianze sociali esistenti, la crisi - ha aggiunto - colpisce soprattutto i più vulnerabili e ha innestato quella che si può definire la globalizzazione dell’indifferenza, specie verso i più fragili”. “Occorre dunque un nuovo impegno della società per una nuova educazione, come auspicato dal Papa: un’educazione globale, condivisa, integrale”. “La pace si costruisce innanzitutto attraverso le nostre menti, e l’Unesco - ha concluso la Azoulay - lavora ogni giorno per questo. Per un apprendimento di qualità e continuativo, lontano da pregiudizi e che favorisca una sensibilità comune”.
Cataldi: “Il Patto rifiuta la neutralità”
“Noi, anche senza volerlo, abbiamo un’idea di cultura che è spesso nozionismo, ed anche gli educandi pensano agli studenti come dei contenitori da riempire. Questo modello deve cambiare, perché è un sapere di tipo astratto e presuppone una versione gerarchica del sapere”. Così nel suo intervento Silvia Cataldi, docente di Sociologia all’Università Sapienza di Roma. “Questo patto può funzionare se noi, come educatori, come docenti ma anche come genitori, torniamo al significato vero di cultura, quel coltivare che è un verbo che implica prendere tempo e prendersi cura”. “Non a caso il Papa parla di amare, il che porta ad una dimensione necessariamente pratica. L’educazione è, come diceva Hannah Arendt, prima di tutto cura, e come la cura è rivoluzionaria perché ci dice quanto amiamo il mondo, e se vogliamo trasformarlo”. “La fraternità è plurale, perché riconosce la bellezza e l’unicità di ciascuno. Il Patto Educativo Globale rifiuta la neutralità, guarda il mondo a partire dagli ultimi e questo - ha concluso Cataldi - è un elemento molto importante, che porta alla tutela dei deboli, degli oppressi, dei detenuti”.
Anelli: “Università recuperino dimensione culturale”
“Ritengo fondamentale dare a tutti la possibilità di ambire al completamento degli studi, Università compresa. C’è bisogno di una cultura diffusa, che non sia propria di un gruppo elitario, ma approccio consapevole alla condizione della cittadinanza, al ruolo che una persona ha dentro la società”. Così si è espresso nel suo intervento Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Per troppo tempo gli Atenei sono scivolati verso una dimensione di addestramento professionale, dimenticando - ha concluso Anelli - la loro originaria vocazione culturale”.
Gli altri interventi
In un videomessaggio, il presidente di Scholas Occurrentes, José Maria del Corral, ha sottolineato come Scholas promuove in 190 Paesi un’educazione che applichi nella vita quotidiana il Patto Educativo, a partire dai problemi reali dei giovani. “Non ci sarà futuro se non consideriamo i nostri giovani un presente”, ha aggiunto ricordando le parole di Francesco. Durante l’evento sono intervenuti altri docenti e studenti di diverse religioni e nazionalità. Ciascuno ha dato il suo contributo in termini di suggerimenti ed ha posto in evidenza dei temi centrali, dall’attenzione verso i più deboli all’auspicio di una massima adesione a questo Patto Globale per l’Educazione. Tra le parole più spesso pronunciate, c’è stata sicuramente “speranza”, ma anche “ascolto” e “partecipazione”. Infine è stata sottolineata l’importanza dell’ultima enciclica, Fratelli tutti, in vista del Patto Globale per l’Educazione.
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