Il Premio Ratzinger 2020 va al teologo Marion e alla filosofa Rowland
Debora Donnini – Città del Vaticano
L’emblema ideale del Premio Ratzinger, giunto alla sua decima edizione, potrebbe essere una formula cara a Benedetto XVI, quella di ragione aperta. Lo afferma il cardinale Gianfranco Ravasi alla conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2020. Il suo dialogo col mondo della cultura era basato sull'invito a ricordare che la conoscenza umana è polimorfa e il canale razionale non è l’unico con cui si conosce la realtà.
Marion, l'essere come dono
A ricevere quest’anno il premio, il filosofo e teologo francese Jean Luc Marion, nato a Parigi nel 1946. La sua riflessione si è sviluppata intorno a due direttrici fondamentali, quella della storia della filosofia e quella della fenomenologia. Discepolo di Derrida, legato a filosofi del calibro di Lévinas, Ricoeur e Henry, contrariamente a Cartesio che ha posto l’ "io" come perno, Marion crede invece che è l’altro, con il suo amore e con la comunità, la relazione con l'altro, a fondamento della coscienza di sé. Su queste basi, ha sviluppato una fenomenologia dell'amore e dell'essere come dono, che ha la sua espressione più completa nell’opera Étant donné. Essai d'une phénoménologie de la donation. Marion è Accademico di Francia (2008), autore di numerose pubblicazioni e direttore di alcune collane prestigiose. È stato membro del Pontificio Consiglio della Cultura. Collabora abitualmente con la Rivista internazionale Communio.
Rowland e l'umanesimo cristiano
Con il premio assegnato alla professoressa e filosofa australiana Tracey Rowland, l’altra vincitrice di quest’anno, padre Federico Lombardi ha fatto notare che il prestigioso riconoscimento tocca i 5 continenti, si è raggiunta, infatti, anche l’Oceania. I Premi Ratzinger assegnati diventano in tutto 22, di 15 Paesi. Nata nel 1963, la Rowland proprio al pensiero di Ratzinger ha dedicato due delle sue opere principali: La fede di Ratzinger. La teologia di Benedetto XVI (2008) e Benedetto XVI. Una guida per i perplessi (2017). La Rowland ha conseguito il dottorato all’Università di Cambridge sul tema dei rapporti fra la teologia del ventesimo secolo e l’idea di cultura, con riferimento in particolare alla filosofia di Alasdair MacIntyre e alla teologia di Henri De Lubac e Joseph Ratzinger. Ha conseguito la licenza e il dottorato in teologia all’Università del Laterano di Roma. Attualmente è titolare della St. John Paul II Research Chair in Theology dell’Università Notre Dame dell’Australia. È membro del Consiglio editoriale della rivista internazionale Communio. La sua attività di insegnamento e di ricerca spazia in diversi campi della teologia, in particolare la teologia fondamentale, l’antropologia teologica e l’ecumenismo. È membro della Commissione Teologica Internazionale dal 2014.
Il 14 novembre la cermonia di conferimento del Premio
Il conferimento del Premio è previsto per il 14 novembre nel Palazzo Apostolico, come nelle edizioni precedenti, da parte di Papa Francesco. “Speriamo - ha detto padre Lombardi - che la cerimonia si possa svolgere nonostante la pandemia. Qualora dovesse essere annullata per forza maggiore, cioè l’impossibilità dei due vincitori di partecipare, il Premio viene assegnato lo stesso per il 2020, ma i vincitori saranno invitati a partecipare e a ricevere il Diploma insieme ai vincitori del prossimo anno, il 2021”.
Le inziative passate e future
Lo sguardo di padre Lombardi sulle iniziative della Fondazione spazia, poi, dal recente passato al futuro. Prima dell’inizio della pandemia, ricorda che si era tenuto il IX Simposio internazionale di studio promosso dalla Fondazione, a Budapest, dedicato al tema: “La situazione economica, sociale e spirituale dei Paesi dell’Europa Centrale alla luce della Dottrina sociale della Chiesa”. Il luogo e il tema - di evidente attualità nel contesto europeo odierno - erano stati scelti in occasione del 30.mo anniversario della Caduta del Muro di Berlino.
Altri premi
Nelle sue parole anche il senso e l’importanza del Premio “Ragione aperta” in collaborazione con l’Università Francisco de Vitoria di Madrid, che viene attribuito ogni anno ad alcune opere che realizzano l’idea ratzingeriana della “ragione aperta”, cioè del dialogo in atto fra diverse discipline, in particolare scienze (matematiche, naturali, umane) e filosofia e teologia. Nell’area dell’Europa centro-orientale si è sviluppata un’altra iniziativa di collaborazione, questa volta con l’Università statale polacca Nicolò Copernico di Torun. Anche qui si è scelta la forma del Premio - denominato in questo caso Ratio et spes, “Ragione e speranza” - scegliendo ogni anno un tema specifico e selezionando, con la collaborazione di un gruppo internazionale di esperti nella materia, un articolo scientifico o due di particolare valore. Il tema era “L’intelligenza artificiale e le sue applicazioni, le possibilità e gli interrogativi che pone per l’umanità odierna”.
Seminari e borse di studio
Negli ultimi mesi dello scorso anno la Fondazione aveva anche promosso, in collaborazione con l’Osservatore della Santa Sede presso le Organizzazioni delle Nazioni Unite a Roma (FAO, IFAD, PAM), una serie di seminari sul tema della “leadership etica” di fronte agli attuali problemi internazionali. Alle iniziative dei premi e delle pubblicazioni, si aggiungono anche le borse di studio per i dottorandi mentre, a causa della pandemia e dell’esplosione, si è dovuto cancellare il Simposio internazionale di quest’anno, che era stato previsto a Beirut, a dieci anni dal Sinodo speciale sul Medio Oriente indetto da Benedetto XVI.
Padre Lombardi fa sapere che, intanto, si è cominciato il lavoro nella speranza di poter realizzare un nuovo un Simposio internazionale nel 2021. La sede prevista è un’Università cattolica negli Stati Uniti. “Sarebbe la prima volta che la Fondazione promuove un Simposio negli Stati Uniti e perciò in questa occasione il tema ruoterebbe intorno al pensiero teologico di Ratzinger-Benedetto XVI. Speriamo che la pandemia o altre difficoltà - ha concluso - non ci impediscano di realizzare questo bel progetto”.
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