Economy of Francesco: da Assisi in collegamento con i giovani del mondo
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Benvenuti ad Assisi! E’ il saluto che dà inizio a “Economy of Francesco” l’evento voluto dal Papa e a lungo atteso a causa del Covid-19. E’ una ragazza a rivolgerlo ai giovani presenti nella cappella della Basilica di San Francesco e ai circa 2000 collegati da oltre 40 Paesi, tra cui Italia, Argentina, Brasile, Costa d'Avorio, Corea, Portogallo, Camerun, Polonia, Colombia, Nigeria, Brasile, Spagna, Svizzera, India, Cile, Belgio, Irlanda, Sud-Africa, Botswana, Cuba, Messico, Filippine, Uganda e Pakistan. Altri due giovani fanno da presentatori di un pomeriggio che si presenta ricco di spunti di riflessione, proposte, canzoni, video con testimonianze e descrizione di progetti, che si susseguono a ritmo incalzante. Da subito si era detto che questo non sarebbe stato un convegno tradizionale, con i giovani seduti ad ascoltare esperti e professori di economia, ma che loro ne sarebbero stati gli assoluti protagonisti.
Ascoltare il grido dei poveri
Ripercorrendo il percorso di Economy of Francesco, iniziato dalla lettera del Papa ai giovani del maggio 2019, si osserva come il mondo oggi più che mai attende una nuova economia. 12 i villaggi tematici che hanno lavorato nei mesi scorsi per la preparazione. Un video che si intitola: “Ascoltate il grido dei più poveri per trasformare la terra”, realizzato dal movimento ATD Quarto Mondo, invia subito a tutti un messaggio da parte dei giovani che vivono nella povertà, che si accontentano di un'alimentazione inadeguata. Molti ragazzi non vanno a scuola per fare piccoli lavoretti per vivere o lavori pesanti e pericolosi. Tanti di noi siamo esclusi, non abbiamo gli strumenti che altri hanno, affermano, soffriamo spesso di discriminazioni nella vita sociale. I volontari di ATD rilanciano: bisogna mettere l'uomo al centro dell'economia. Dovunque, dicono, la pandemia rende più fragili le persone, ma i poveri sono le sue prime vittime, il Covid ha messo in luce le diseguaglianze, afferma una volontaria di ATD e conclude, le persone che vivono nella miseria ci aspettano per prendere parte a un mondo migliore.
Il denaro, solo uno strumento
Nella Basilica è presente il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino. Dà il benvenuto ai giovani nella città di san Francesco e dice che 800 anni prima, l’allora vescovo Guido, aveva dato lo stesso benvenuto al Santo chiamato ‘a giudizio’ al cui centro c'era proprio il denaro. Francesco lo considerava strumento per il bene di tutti e soprattutto degli ultimi. Con la sua nudità, consegnate le vesti al proprio padre, dice monsignor Sorrentino, egli scrive il manifesto di una nuova economia. Quell’episodio rappresenta l’incontro tra l'istituzione e il carisma, entrambi in ascolto dello Spirito Santo, che introduceva una nuova storia.
Turkson: san Francesco economista ante litteram
“Avete deciso di dare il via ad una rete globale di giovani per dare il via al cambiamento – sottolinea il cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale, in collegamento da Roma - . Avete decido di aiutare il Papa, la Chiesa e il mondo per realizzare un'economia inclusiva ed equa, al servizio di tutti, un'economia sociale che investa nelle persone, garantendo formazione e lavoro dignitoso”. Non per caso siamo qui, prosegue Turkson, perché san Francesco è ispirazione di pace e di amore sociale. E ricorda che scopo delle aziende è creare una comunità di persone che lavorano puntando ad un solo obiettivo, è importante allora che tutti possano far fruttare i propri talenti, tutti devono essere riconosciuti protagonisti. Non è il mercato che può guarire l'economia, fa notare il cardinale, per questo è indispensabile che l'ispirazione venga dalla gente, che non è semplice forza lavoro. “Voi potete mettere in campo un nuovo amore sociale in questo tempo – conclude - promuovendo la fede in una nuova economia.
Il protagonismo dei giovani
Questi giorni saranno un viaggio da Assisi al mondo e dal mondo ad Assisi, annunciano i tre giovani conduttori dalla Basilica introducendo i vari collegamenti con diverse nazioni del mondo, dove gruppi di giovani si sono dati appuntamento per seguire l’evento. L'abbraccio di Assisi a tutti i partecipanti arriva, invece, attraverso il sindaco della città, Stefania Proietti. Il Papa vi ha chiesto di mettere al centro dell’economia la vita e il creato, e non il profitto, dice Proietti, e quale città poteva essere più adatta. Voi potete essere il motore del nuovo sviluppo. Troppo spesso i giovani sono relegati in un angolo, fa notare, quanto dovete lottare, ad esempio, per richiamare l’attenzione degli adulti sulla questione del clima. Potete rompere l'equilibrio delle diseguaglianze globali, afferma ancora, e osserva come la pandemia abbia mostrato come tutto sia collegato, la diffusione del virus e la situazione ambientale, ad esempio. Una reazione a catena è ciò che auspica il sindaco a partire da questi giorni.
Pensare al bene di tutti
Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi che si occupa di ragazzi con disabilità, porta ai giovani la realtà degli ultimi. “Noi dobbiamo gestire tante diseguaglianze e vorremmo entrare nel vostro cuore: non può esserci un nuovo sistema economico se non ci occupiamo dei più deboli, se non mettiamo in atto gesti di cura e di solidarietà”. In collegamento, l’economista Stefano Zamagni afferma che il Papa ha sottolineato l'urgenza per i giovani di essere l'anima dell'economia di domani, fondata sulla cura e sulla fratellanza universale. Non basta il profitto, visto oggi come valore centrale, occorre considerare, dice Zamagni, il benessere di tutti gli attori in gioco e l'impatto ambientale, e bisogna reimpostare la contabilità della finanza. Bisogna scrivere nuove regole nell'area del commercio internazionale e incentivare una pluralità di approcci nella ricerca. Non ci sono risposte facili, ma ci vuole anche la speranza. “Noi – conclude - abbiamo un compito che sembra impossibile, ma dobbiamo andare avanti, dobbiamo provarci".
Faccia a faccia con san Francesco: l'alba di una vocazione
Economy of Francesco vuol visitare con i giovani i cinque luoghi più significativi della vita di san Francesco per riflettere ripercorrendo i suoi passi: Santuario di Rivotorto, Chiesa di San Damiano, Basilica di Santa Chiara, Santuario della Spogliazione e Palazzo Monte Frumentario. Si parte dal Santuario della Spogliazione da cui tutto ha avuto inizio. All'alba di ogni autentica vocazione c'è sempre una spogliazione, cioè un reset, un ripartire da zero, viene detto, ma non si fa nessun reset se non c'è il desiderio di una vita nuova. In Francesco c’era passione, non altruismo. C’era il desiderio di una sposa, di Madonna Povertà, questo è Francesco. Nel gesto di spogliazione del Santo, c'è anche l'inizio di una rivoluzione economica.
Rispondere a una chiamata: succede anche agli imprenditori
Un professore di economia di Città del Messico, racconta in collegamento, la sua esperienza di lavoro con famiglie indigene che coltivano il caffè e il progetto che insieme stanno realizzando, che dà dignità alle persone, puntando anche a recuperare il rapporto con la terra. Un esempio per dire che anche oggi ci sono persone, imprenditori, che hanno sentito una chiamata a dar vita a qualcosa di diverso. Così facendo, spesso ci si trova cacciati di casa, falliti, soli, si commenta, ma se siamo finiti male perché abbiamo seguito una voce, arriva il momento della salvezza ed è diversa, ma molto più bella di quella che aspettavamo. I beni, più preziosi non devono essere cercati, ma attesi, diceva Simone Weil.
I giovani a confronto con illustri economisti
Arriva il momento dei giovani e dello scambio di proposte per un sistema economico equo e inclusivo. Con loro economisti di fama mondiale come Jeffrey Sachs, Ilaria Schnyder von Wartensee e Stefano Bartolini; Raul Caruso, Juan Camilo Cárdenas e Susy Snyder e Sr. Cécile Renouard. Si discute di economia, di pace e riconversione industriale, di Intelligenza Artificiale, di un nuovo paradigma globale e un nuovo modello di sviluppo, di modelli di business per un'economia umana, di esperienze realizzate in comunità di transizione ecologica e sociale, di insicurezza alimentare.
I poveri spesso non vengono raccontati
Si torna poi ad Assisi per riflettere su un altro luogo importante legato a Francesco passando attraverso la Basilica superiore con il ciclo di affreschi di Giotto: 28 le scene che ripercorrono la sua vita, ma colpisce l’assenza di un’immagine, il bacio di Francesco al lebbroso, eppure per Franceso quel bacio è stato fondamentale. Il luogo è il Santuario di Rivotorto. Per i poveri, si commenta, la povertà è anche quella narrativa, è l’essere dimenticati, è non venir raccontati. Francesco vive lì con i lebbrosi, cura i loro corpi, lava le loro piaghe, prima la loro vista gli era insopportabile. Non tutti scelgono Madonna Povertà, quella libertà assoluta, essere poveri per scelta accanto ai poveri e basta, tutti fratelli, tutti prossimi, ma questo è il paradiso in terra. Dal Bangladesh arriva l'esperienza del microcredito per i poveri ideato dall'economista Muhammad Yunus: vale il principio di sussidiarietà, si sottolinea. Bisogna chiedere ai poveri le soluzioni, sono loro che hanno le prime idee per uscire dalle trappole della povertà.
La nostra terra così maltrattata
Infine il tema dell’ambiente: la terra, si afferma, è tra i nostri poveri più maltrattati. Il suo marchio è il degrado. “La terra è come un barbone disprezzato, su cui tutti sputano senza timore di essere ricambiati (…) amico, non passare oltre, fermati e fascia le ferite di questa vecchia madre terra”. La prima giornata di Economy of Francesco si chiude con l'interpretazione realizzata nel Regno Unito, di un brano tratto da “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry, rivisitato nell'epoca del Covid. Un’epoca in cui, mediante il nostro cellulare, crediamo di avere il mondo sotto la punta delle dita e non sappiamo che significa la preoccupazione per la sopravvivenza di una rosa. Un tempo dove a una guerra ne segue un’altra e non capiamo che la pace può regnare soltanto dove c'è uguaglianza e giustizia e che la condivisione è l’unica strada da percorrere.
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