Giardini Vaticani, l'iniezione che salva i pini
Nicola Gori - Città del Vaticano
La cocciniglia “tartaruga”, che sta devastando gli alberi di pino del Vaticano, di Roma e di molte altre città del Sud-Italia, ha le ore contate. È stato provato che alcuni principi attivi — in particolare quelli contenuti nell’olio di Neem, un potente antibatterico e antiparassitario — iniettati nella pianta riescono a distruggere l’insetto. Si tratta di un metodo biologico, che può essere attuato nel pieno rispetto dell’ambiente. I primi incoraggianti esperimenti per eliminare il parassita si inseriscono in un progetto, avviato nel settembre 2017 dal Servizio giardini (ora Giardini e ambiente) del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. In risposta alle sollecitazioni della Laudato si’, si è intrapreso un percorso di graduale eliminazione dei prodotti di sintesi impiegati per la difesa e la fertilizzazione delle piante e dei prati, sostituiti con prodotti naturali biologici e tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale. Ne abbiamo parlato con il responsabile Rafael Tornini, che in questa intervista all’«Osservatore Romano» annuncia il conseguimento di ottimi risultati.
Qual è l’obiettivo fondamentale dell’iniziativa avviata tre anni fa?
Sin dall’origine con il “Progetto Giardini bio” abbiamo mirato alla completa gestione in biologico entro il 2022. Lo scopo è stato oggi quasi completamente raggiunto in Vaticano. Infatti, il contenimento dei parassiti avviene in pratica integralmente con fitofarmaci naturali e le concimazioni sono eseguite esclusivamente con fertilizzanti certificati bio, di origine naturale. Le pratiche di diserbo con prodotti chimici, alcuni dei quali ad alto impatto sull’ambiente, sono state del tutto eliminate, praticando il controllo delle erbe infestanti esclusivamente con mezzi meccanici e prodotti naturali quali l’acido pelargonico.
Come è stato possibile un anticipo di due anni sulla tabella di marcia?
Il percorso fatto in questi anni è stato caratterizzato da non poche difficoltà, in quanto si sono rese necessarie continue prove sperimentali sulle numerosissime essenze erbacee, arboree e arbustive presenti nei giardini. Occorreva farlo per valutare l’efficacia dei prodotti naturali in commercio sugli innumerevoli parassiti che colpiscono le piante, alcuni dei quali di recente introduzione da Paesi esteri in Italia e, quindi, anche nel territorio dello Stato della Città del Vaticano. Tra questi va annoverato l’insetto di cui di recente si sta molto parlando, la Toumeyella parvicornis o cocciniglia “tartaruga”, che sta letteralmente infestando i pini di Roma, come di altre città del centro-sud Italia, con danni incalcolabili per il paesaggio.
Quale particolarità di infestazione ha questo parassita?
Si tratta di un insetto che si insedia sui rami e presenta una capacità riproduttiva veramente impressionante. Nel periodo primaverile-estivo, in considerazione della sua particolare alimentazione, si nutre della linfa di giovani rami posti all’apice dei pini, emettendo un liquido zuccherino chiamato “melata fisiologica”. In alcuni casi, cade a pioggia dalla chioma, imbrattando ogni cosa che si trova al disotto di essa. La melata, inoltre, tende a distribuirsi sugli aghi, divenendo sito di sviluppo di un fungo di colore nerastro, la Fumaggine, che provoca una riduzione della fotosintesi clorofilliana, determinando l’essiccazione degli aghi e il deperimento della pianta, fino a causarne la morte nel giro di due o tre anni.
Quanto è diffusa questa parassitosi?
Dalla primavera 2019 la Toumeyella parvicornis è comparsa praticamente su tutti il pini dei Giardini vaticani e, grazie alla possibilità di effettuare trattamenti alla chioma con saponi di potassio, olio paraffinico e olio di Neem, prodotti di origine naturale non inquinanti e innocui per l’uomo e gli animali, riconosciuti anche dalla vigente normativa italiana sui fitofarmaci, si è riusciti a contenerne lo sviluppo ed evitare danni consistenti alla piante, senza però ottenere un abbattimento sostanziale della popolazione dell’insetto. In ragione di ciò, con lo scopo di trovare una soluzione alla problematica, a partire dal giugno scorso il Servizio Giardini e ambiente ha avviato una sperimentazione su circa 150 pini, impiegando tre principi attivi diversi iniettati nelle piante per endoterapia. Oltre a questo, per inibire l’effetto di stress subito dalla pianta per difendersi, procediamo alla fertilizzazione effettuata a livello radicale con l’aggiunta di micorrize tramite palo iniettore. Questo progetto viene svolto dal consulente agronomo Annibale Gozzi, con la collaborazione del collega Stefano Gregoretti della società Lamas e il supporto della squadra di interventi fitosanitari composta da personale interno e coordinata da Augusto Minosse.
Con quali risultati?
I risultati ottenuti sono ottimi. Si è sperimentata l’efficacia di tutti e tre i principi attivi e, in particolare, dell’Abamectina che ha mostrato una maggiore attività di contenimento del parassita. Osservando un campione di 126 adulti si è ottenuto un risultato del 95,24 per cento di efficacia per morte di questo tipo di cocciniglia. Una particolare menzione merita l’Azadiractina, principio attivo dell’olio di Neem, noto insetticida e acaricida naturale, con il quale è stato conseguito un risultato dell’80 per cento circa di efficacia per morte. Ovviamente sarà prioritario continuare a valutare tale efficacia in quanto principio attivo biologico e in linea con il progetto in corso, in parallelo con l’Abamectina. Si tratta di una sostanza attiva della quale saranno testate la persistenza nelle piante di pino e, soprattutto, la sua sostenibilità in termini di tutela degli organismi utili e dei pronubi, cioè degli insetti che trasportano il polline da un fiore all’altro.
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