"Una Nuova Innocenza" per non fare del male al mondo
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Avere il coraggio di cambiare stile di vita per riappropriarsi della vita. Sembra un paradosso, eppure questo tempo di pandemia che ha messo il mondo con le spalle al muro, forse ci sta indicando la strada verso "una nuova innocenza". Frase che racchiude un significato profondo e un'apertura alla speranza perchè "innocenza", spiega Raffaele Luise, significa prima di tutto "non nuocere, non fare del male". Esiste allora un'opportunità da cogliere anche in un contesto tragico ed epocale che mai si sarebbe immaginato e voluto. Con questo spirito e alla luce delle due encicliche di Papa Francesco - Laudato si' e Fratelli tutti - il vaticanista compone la sua ultima riflessione, edita da Intermedia Edizioni e dal titolo: "Una Nuova Innocenza":
R.- C'è la necessità di non fare del male alla natura con tutte le creature che sono viventi, ed è un'unica famiglia universale come intelligentemente il Papa dice nella Laudato si'. E con Fratelli tutti c'è la fraternità universale. Questo è fondamentale per dare forma ad un progetto che è spirituale ma allo stesso tempo, in senso ampio, culturale e politico, e cioè quella ecologia profonda, integrale come la chiama il Papa, là dove veramente c'è un rinnovato rapporto di dignità e affetto reciproco tra gli uomini e la natura. Questo è l'asse cartesiano del nuovo mondo. Questa ecologia integrale è la base di quella necessaria nuova visione, visione innocente, finalmente, che non fa più del male - dopo quella attuale - per avviarci a battere il Covid e a creare una società più giusta e più bella.
Oltre alle numerose riflessioni, c'è stato un momento o anche un incontro che l'ha spinta a scrivere?
R. - Ero nell'eremo di Camaldoli, per un ritiro, quando l'Italia intera era in lockdown e allora è stata quasi spontanea la riflessione. Mi trovavo in un luogo di suprema bellezza spirituale e cosmica, vedevo gli uomini mettere la mascherina: il filtro al respiro che è la ragione vitale...e mi ha profondamente interrogato vedere i cervi, i falchi ancora più mansueti avvicinarsi a dieci metri mentre il mondo perdeva la primavera, perdeva se stesso.
Il nostro prossimo è anche il Creato
"Un testo di estetica e bellezza, di poesia", lo definisce il cardinale Francesco Coccopalmerio che, insiema al presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, il cardinale Walter Kasper, firma la prefazione del libro. "Quello che vorrei sottolineare di più - prosegue - è che, connesso con l'insegnamento che ci dovrebbe venire da questa pandemia, noi abbiamo bisogno degli altri. Non bastiamo a noi stessi, abbiamo bisogno del nostro prossimo. E quando dico "prossimo", non mi riferisco solo alle persone ma anche al creato.
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