Czerny: solo la cultura che accoglie ha futuro
Davide Dionisi – Città del Vaticano
“La nuova Enciclica di Papa Francesco, Fratelli tutti, si rivolge direttamente alle gioie e alle speranze, alle tristezze e alle angosce di migranti, rifugiati e di tutte le persone sfollate ed emarginate. Il cuore dell’Enciclica è un appello a una maggiore fratellanza e amicizia sociale tra tutti i popoli e le nazioni”. E’ quanto scrive il cardinale Michael Czerny, Sotto-Segretario della Sezione Migranti del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, sul neonato blog dell'International Catholic Migration Commission (ICMC). La riflessione del porporato, intitolata “Fratelli tutti e la piaga degli sfollati”, riprende i passaggi chiave del documento richiamando ad “una fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita”.
Diritto ad una vita dignitosa
Secondo il cardinale Czerny “ogni persona ha diritto ad una vita dignitosa e ad uno sviluppo integrale presso il proprio paese di origine. Ciò chiama in causa la responsabilità del mondo intero, dal momento che gli Stati più poveri devono essere aiutati per svilupparsi. Gli investimenti di cui questi ultimi hanno bisogno”, continua, “non risiedono unicamente nello sviluppo economico sostenibile, ma anche ed essenzialmente nella lotta alla povertà, alla fame, alla malattia, al degrado ambientale e al cambiamento climatico”.
Accogliere, proteggere, promuovere e integrare
Il Sotto-Segretario della Sezione Migranti del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale indica poi la “risposta morale” appropriata a tutti coloro che sono costretti a fuggire: “può essere riassunta in quattro verbi attivi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare”. Ma sono numerosi gli ostacoli che si presentano lungo il cammino di migranti e rifugiati. Ostacoli figli di “una mentalità xenofoba non compatibile con il cristianesimo”.
Tanti modi per aprire le porte
Seguendo le linee guida dell’enciclica, il cardinale Michael Czerny indica diversi modi per aprire le porte a coloro che sono scappati da crisi umanitarie e sono diventati il nostro nuovo prossimo. Tra questi, incrementare e semplificare la concessione di visti, adottare programmi di patrocinio privato e comunitario, aprire corridoi umanitari per i rifugiati più vulnerabili ed offrire un alloggio adeguato e decoroso. E’ anche fondamentale “garantire la sicurezza personale, l’accesso ai servizi essenziali e alla giustizia. Così come dare loro libertà di movimento e possibilità di lavorare; proteggere i minorenni e assicurare ad essi l’accesso regolare all’educazione”.
Sforzo comune
Fratelli tutti, evidenzia il porporato, afferma chiaramente che i singoli Stati, agendo per conto proprio, non possono adottare soluzioni adeguate. “È necessario uno sforzo concertato a livello globale, come il Global Compact per una Migrazione Sicura, Ordinata e Regolare tenutosi nel 2018, perché le risposte potranno essere frutto solo di un lavoro comune, dando vita a una legislazione (governance) globale per le migrazioni.
Il dono dell’incontro tra culture
Il porporato rileva nella sua riflessione che è lo stesso Papa Francesco a definire “un dono” l’incontro tra diverse culture, come quello scaturito dalla migrazione. “Un incontro che può condurre a un arricchimento reciproco e come esempi concreti, il Papa menziona l’arricchimento culturale portato dalla migrazione dei latini negli Stati Uniti e dalla migrazione italiana nel suo paese di origine, l’Argentina”.
Generosità e gratuità
“Ma tale reciprocità di benefici” riprende “non rappresenta tutta la realtà, né tantomeno quella fondamentale. Dobbiamo sforzarci di essere aperti agli altri in uno spirito di gratuità e generosità, che Papa Francesco definisce la capacità di fare alcune cose per il solo fatto che di per sé sono buone, senza sperare di ricavarne alcun risultato, senza aspettarsi immediatamente qualcosa in cambio”.
Una cultura che ha futuro
“Solo una cultura che accoglie gratuitamente gli altri ha un futuro” conclude il cardinale Czerny. “Questo è il nostro futuro e deve essere condiviso con i bisognosi, compresi i migranti e i rifugiati. Diamo ascolto all’appello di Papa Francesco per un mondo più giusto, umano e fraterno, fondato su amore e arricchimento reciproco, piuttosto che su sospetto e fredda indifferenza”.
Nel blog dell'International Catholic Migration Commission vengono pubblicate analisi, commenti, opinioni e riflessioni a tema. Per approfondire e leggere gli interventi, https://www.icmc.net/newsroom/blog
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