Ruffini: la forza gentile della parola detta e ascoltata
Michele Raviart - Città del Vaticano
È la “forza gentile della parola detta e ascoltata” a dare alla Radio Vaticana, a 90 anni dalla sua fondazione, “la prospettiva di un futuro missionario”. A ricordarlo, in un comunicato per l’anniversario dell’emittente “voce del Papa per il mondo intero” è il prefetto del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini. La bellezza della radio, sottolinea è “che ti entra nel profondo, perché senti la voce. Ti concentri sulla voce. La radio non va di fretta. Chiede attenzione”.
Al servizio della Chiesa, del Papa e dell'uomo
E dopo quasi un secolo, la radio fondata da Pio Xi, progettata e costruita da Guglielmo Marconi, rimane “proiettata nel futuro”, “conservando la sua originalità e la sua identità”. Nel suo Dna, spiega Paolo Ruffini, c’è “il servizio alla Chiesa, al Papa e all’uomo dovunque si trovi, a qualsiasi religione o cultura appartenga” e il senso di “una storia che ha attraversato praticamente tutto il Novecento, che ha resistito al fascismo e al comunismo, che ha superato la seconda guerra mondiale e la guerra fredda”. È la “radice forte”, sui cui “sta crescendo l’albero di Vatican News, il sito internet che racconta le storie della Chiesa ed il magistero del Papa in 43 lingue, e che nel 2020 ha avuto 250 milioni di pagine lette in tutto il mondo”.
La collaborazione con le altre radio del mondo
La Radio Vaticana, inoltre, è pienamente inserita nell’ambito della comunità internazionale dei broadcaster del servizio pubblico radiotelevisivo, in particolare dell’European Brodcasting Union, di cui è membro fondatore, e dell’African Broadcasting Union”, spiega Giacomo Ghisani, rappresentante Legale della Radio Vaticana e membro dell’Executive Board dell’European Broadcasting Union. Una partecipazione a queste comunità internazionali di radiodiffusione, “che è parte della missione della Radio del Papa che, nel suo servizio di supporto del Ministero petrino e di collegamento tra il centro della cattolicità ed i diversi Paesi del mondo, interagisce, collabora, condivide e si confronta con i broadcaster degli altri Paesi sui principali temi e sui valori che ispirano le proprie attività, in vista di una corretta informazione a servizio del bene comune”. “Questa vasta rete di relazioni si esprime anche attraverso i rapporti di partnership che Radio Vaticana intrattiene con le moltissime radio, cattoliche e non, regionali e locali, nonché siti web che ritrasmettono i programmi linguistici dell’Emittente, permettendole così di raggiungere con maggior efficacia le realtà più remote”, sottolinea Ghisani.
Webradio dal 12 febbraio
E proprio l’unione tra web e radio il prossimo passo verso il futuro. Dal 12 febbraio, infatti, parte anche l’avventura della Web radio (https://www.vaticannews.va/it/epg.html). Il debutto sarà in italiano, francese, inglese, spagnolo, portoghese, tedesco e armeno. Verranno creati nell’arco di questo anno quasi 30 palinsesti in diretta corrispondenti ad altrettante lingue ascoltabili sia sul sito della radio, sia tramite l’attuale App di Radio Vaticana. Un tipo di fruizione che, spiega ancora il prefetto Ruffini, “permetterà a chiunque nel mondo, dal proprio smartphone o computer, di ascoltare Radio Vaticana nella sua lingua. Ogni lingua una radio, un palinsesto, un legame che si rinsalda con gli ascoltatori”. La Radio Vaticana, lo ricordiamo, oggi trasmette via satellite, DAB+, digitale terrestre, internet e naturalmente onde hertziane. Non dobbiamo dimenticare che in particolare le onde corte, incarnano ciò che Papa Francesco chiede con forza: arrivare alle periferie del mondo.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui