Hebdomada Papae: il Gr in latino del 19 giugno
“HEBDOMADA PAPAE”
Notitiae Vaticanae Latine redditae
diei undevicesimi iunii anno bis millesimo vicesimo primo
Ácriter Summus Póntifex de iustítia mónuit Civitátum orbis moderatóres, in convéntu congregátos cui nomen «Globsec» in Slováchia. Ipse Póntifex postulávit ut arma in cibum converteréntur ad indigéntes Natiónes aléndas.
Per sermónem superióre féria quarta hábitum, Francíscus sériem duodequadragínta catechésium de precatióne ad finem addúxit, quae incépit mense Máio anni bis millésimi vicésimi.
Expléta Salutatióne Angélica dominicáli, Summus Póntifex suam sollicitúdinem osténdit de hóminum discrímine in regióne Tigrénsi in Aethiópia commorántium et pro illis géntibus precátus est.
Salútem plúrimam ómnibus vobis audiéntibus núntios Látina língua prolátos dicit Philíppus Herrera-Espaliat.
(NOTÍTIAE PRAECÍPUAE)
Per núntium televisíficum missum ad Civitátum orbis moderatóres in convéntu quodam hac hebdómada congregátos cui nomen «Globsec Bratislaviénse Forum» in Slováchia, Póntifex mundum considerávit post pestiléntiam aedificándum. Refert Catharína Agorelius.
Papa cohortátur, ut fúnditus perpendántur ea quae in transácto témpore evénta sunt, ut causae reperiántur quae ad sanitátis díscrimen perduxérunt, quae magnas difficultátes sociáles et oeconómicas in univérso terrárum orbe induxérunt. Ut saépius hoc anno, Summus Póntifex palam prótulit nos non eósdem ex pestiléntia emersúros – útique peióres aut melióres emersúros – quandóquidem média hoc in discrímine non dantur. Proínde, mundánas potestátes est cohortátus Póntifex ad «progrediéndum» uno eódem prospéctu atque ex spe ne discríminis opportúnitas amitterétur «coram sociálibus iniquitátibus atque amotiónibus», ea ratióne adhíbita quae in médio loco hóminum observántiam póneret. Quod perdúcere debet in primis ad illa consília capiénda quae mortem in vitam et arma in aliménta convértant.
In novíssima catéchesi precatióni dicáta Póntifex in Audiéntia Generáli apud Cavaédium Sancti Dámasi corhortátus est, ut ánimus adésset ac spes ad Christi amórem in nos percipiéndum. Sentiámus Andréam De Angelis.
Per duodequadragésimam de precatióne catéchesim, Summus Póntifex sériem catechésium ad finem addúxit mense Máio superióris anni incohátam de hoc praecípuo vitae christiánae arguménto. In conclusióne Francíscus meditári elégit de acerbióribus vitae Iesu moméntis, ipsíus scílicet passióne et morte, ad significándum quómodo, máximis dolóribus licet affécti, soli númquam derelinquámur. Póntifex osténdit Iesu precem ardéntem esse et exémplar eiúsdem precis nostrae. Immo magis, Francíscus iterávit Iesum non modo primum nos amásse, sed pro ómnibus oravísse, pro unoquóque nostrum, qui et oráre persevérat. Cuncta quae Póntifex de oratióne est comméntus fere lítteras quasdam “encýclicas” constitúere vidéntur et itínera demónstrant necessitúdinis cuiúsque hóminis cum Dómino.
(NOTÍTIAE BREVÍSSIMAE)
Salutatióne Angélica dominicáli dicta, Papa Francíscus una cum fidélibus in Foro Petriáno coadunátis Oratiónem Mariálem recitávit pro géntibus in regióne Aethiópica Tigrénsi commorántibus, quae in gravi discrímine sociáli et político versántur. Postulávit Póntifex ut statim violéntiae cessárent atque ómnibus alimónia et sanitátis cura tribueréntur. Ómnibus pósthac grátias egit, qui óperam dedérunt ut his géntibus aerúmnae levaréntur.
Haec háctenus, próxima hebdómada, Deo suffragánte, conveniémus.
“HEBDOMADA PAPAE”
Notitiae Vaticanae Latine redditae
19 giugno 2021
Forte appello alla giustizia del Papa ai leader mondiali riuniti al meeting GLOBSEC in Slovacchia. Il Pontefice ha chiesto di trasformare le armi in cibo per i Paesi bisognosi.
Con la sua meditazione all'udienza generale di mercoledì, Francesco ha concluso il ciclo di 38 catechesi sulla preghiera iniziato nel maggio dello scorso anno.
Al termine dell'Angelus domenicale, il Santo Padre si è detto preoccupato per la crisi umanitaria nella regione del Tigray, in Etiopia, e ha pregato per la popolazione.
Un cordiale bentrovati da Felipe Herrera-Espaliat per questa nuova edizione del notiziario in lingua latina.
SERVIZI
Inviando un videomessaggio al GLOBSEC Bratislava Forum, svoltosi in Slovacchia durante la settimana, il Papa ha guardato al mondo da costruire dopo la pandemia. La cronaca è di Katarina Agorelius.
Invita a compiere un’analisi lucida del passato per rintracciare le responsabilità che hanno portato alla crisi sanitaria, che ha scatenato grossi problemi sociali ed economici in tutto il mondo. Come più volte durante quest’anno, il Santo Padre ha ribadito che dalla pandemia non usciremo gli stessi – usciremo peggiori o migliori – perché non ci sono vie di mezzo in una crisi. Quindi, il Pontefice ha esortato ai leader del mondo a “muovere passi in avanti” in una visione di insieme e di speranza e a non sprecare l’opportunità della crisi, “di fronte alle ingiustizie sociali e alle emarginazioni”, con un modello che ponga al centro il rispetto di ogni uomo. E questo dovrebbe tradursi anzitutto in decisioni che convertano la morte in vita e le armi in cibo.
Nell’ultima catechesi dedicata alla preghiera, il Papa all'udienza generale nel Cortile di San Damaso ha esortato ad avere il coraggio e la speranza di avvertire l’amore di Cristo per noi. Sentiamo Andrea de Angelis:
Con la trentottesima meditazione sulla preghiera, il Santo Padre ha chiuso il ciclo di catechesi avviato a maggio di 2020 su questo tema centrale della vita cristiana. Per concludere, Francesco ha scelto di riflettere sui momenti più tragici della vita di Gesù, la sua passione e la sua morte, per mostrare come anche nella più dolorosa delle nostre sofferenze, non siamo mai soli. Il Papa ha spiegato che la preghiera di Gesù è intensa e diviene modello della nostra preghiera. Ancora di più, Francesco ha ribadito che Gesù non soltanto ci ha amato per primo, ma che ha pregato per tutti, per ciascuno di noi, e che continua a farlo. L’insieme di riflessioni del Papa sulla preghiera rappresentano quasi una "enciclica" e tracciano un itinerario sul rapporto che ogni essere umano può stabilire con il Signore.
(NOTIZIE)
Dopo la preghiera domenicale dell’Angelus, Papa Francesco ha recitato assieme ai fedeli riuniti in Piazza di San Pietro un’Ave Maria per la popolazione della regione etiopica del Tigray, colpita da una grave crisi sociale e politica. Il Pontefice ha chiesto che cessino immediatamente le violenze e che sia garantita a tutti l’assistenza alimentare e sanitaria. Inoltre ha ringraziato tutti coloro che lavorano per alleviare le sofferenze della gente.
Questo è tutto per questa edizione, alla prossima settimana se Dio vuole.
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