La morte del nunzio apostolico Alain Lebeaupin
L’OSSERVATORE ROMANO
L’arcivescovo Alain Paul Lebeaupin, nunzio apostolico, è morto nella notte di giovedì 24 giugno. Nato a Parigi il 2 marzo 1945, aveva studiato al Pontificio Seminario Francese di Roma e si era laureato in diritto canonico. Il 28 giugno 1975 era stato ordinato sacerdote per la diocesi di Nizza. Il 15 aprile 1979 era entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede e fino al 1982 aveva lavorato a New York nella Missione permanente presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Dal 1982 al 1985 aveva prestato servizio nella nunziatura apostolica nella Repubblica Dominicana e, successivamente, fra il 1985 e il 1989 nella delegazione apostolica in Mozambico. Richiamato in Segreteria di Stato, nella Sezione per i Rapporti con gli Stati, fra il 1989 e il 1998 aveva seguito lavori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) e, dal 27 marzo 1996, era stato anche incaricato d’affari nella nunziatura presso le Comunità europee. Eletto alla Chiesa titolare di Vico Equense il 7 dicembre 1998, e nominato nunzio apostolico in Ecuador, aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il 6 gennaio 1999, nella Basilica Vaticana, da Giovanni Paolo II. Co-consacranti gli arcivescovi Giovanni Battista Re e Francesco Monterisi, oggi cardinali.
Il 14 gennaio 2005 era stato nominato nunzio apostolico in Kenya e Osservatore permanente presso il Programma delle Nazioni Unite per l’A mbiente (Unep) e il Programma delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani (Un-Habitat), con sede a Nairobi. Il 23 giugno 2012 era stato nominato nunzio apostolico presso l’Unione Europea. E il 16 novembre 2020 aveva rinunciato all’incarico. Quindi il 27 marzo 2021 Papa Francesco lo aveva nominato consultore della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.
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