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Copertina del libro con la prefazione di Papa Francesco Copertina del libro con la prefazione di Papa Francesco  

Il magistero sociale del Papa: l'invito a immaginare un nuovo mondo possibile

Nel corso della presentazione, questo pomeriggio, del volume scritto dal cardinale Michael Czerny e da don Christian Barone e pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, è stata messa in luce la continuità tra il pensiero di Papa Francesco e il Concilio Vaticano II, ma anche le novità. Discernimento e realtà tra le parole più sottolineate e importanti per una Chiesa a servizio dell'umanità e alla luce del sogno di Francesco: la fratellanza universale

Adriana Masotti - Città del Vaticano

È da oggi in libreria il volume “Fraternità Segno dei Tempi. Il magistero sociale di Papa Francesco”. Nel testo, il progressivo dipanarsi di un insegnamento, fatto di gesti e di parole, che trova la sua sintesi nell'enciclica Fratelli tutti disegnando un sogno: la fratellanza universale. Un 'segno dei tempi', e anche un percorso di annuncio del Vangelo per la Chiesa di oggi, in continuità con il Concilio Vaticano II, ma anche con aspetti originali, prima forse impensabili. Nella Sala Barberini della Biblioteca Apostolica Vaticana, oltre ai due autori, il cardinale Michael Czerny e don Christian Barone, presentano il volume che porta la prefazione dello stesso Papa Francesco, don Armando Matteo, sottosegretario aggiunto della Congregazione per la Dottrina della Fede, suor Alessandra Smerilli F.M.A., segretario ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; Aboubakar Soumahoro, presidente Lega Braccianti e portavoce Invisibili in Movimento. A moderare la presentazione Gerard O’Connell, corrispondente dal Vaticano per America.

L'immaginazione di un nuovo mondo possibile 

Dopo il saluto iniziale del cardinale José Tolentino de Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, a prendere la parola è don Armando Matteo. Cita subito una frase molto significativa scritta da Papa Francesco: "Questo è il tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile". Il Papa, commenta don Matteo, affida a ciascuno un compito, quello di immaginare un mondo nuovo. E continua: "È come se il Papa ci dicesse: possiamo fare diversamente, agire diversamente, abitare il futuro diversamente e tutto questo grazie al realismo del Vangelo, perché non c'è nessuno più realista di chi fa spazio al Vangelo". Il Papa, osserva ancora, ci dice che dopo la pandemia non è possibile vivere e pensare come prima e che possiamo fare diversamente: possiamo cambiare.

La forza convincente della "Fratelli tutti" 

Don Armando Matteo spiega poi la costruzione del libro frutto di una bella sintonia tra i due autori, un cardinale e un giovane teologo siciliano, e dice che la prima parte permette di cogliere il legame tra il magistero sociale del Papa e il Concilio Vaticano II, sempre presente nel pensiero del Papa anche quando egli non ne fa esplicito riferimento. E che al cuore di entrambi c'è l'idea, che diventa via pastorale, che la bellezza del Vangelo non può essere espressa totalmente se non davanti alle persone, nel contatto con la loro vita. Il metodo utilizzato, su cui Francesco spesso ritorna, è dunque "scrutare i segni dei tempi, discernere e agire". Ma pur nella continuità rispetto al Vaticano II e ai pontefici che l'hanno preceduto, non mancano gli elementi nuovi in Francesco e questo dimostra, secondo gli autori del volume, come il Concilio sia in grado di generare ancora frutti. La seconda parte è dedicata interamente alla Fratelli tutti di cui viene sottolineata la natura enciclopedica. E' un'enciclica, afferma don Matteo, che non lascia fuori nessun tema facendola così un Compendio aggiornato della Dottrina sociale della Chiesa. Un'enciclica "pericolosa", conclude il sacerdote, "perchè può cambiare la nostra testa mostrando quanto è bello lasciarsi ispirare dalla fraternità".

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Uscire per andare incontro alla fratellanza universale

Suor Alessandra Smerilli afferma che l'approfondimento del magistero del Papa che offre il volume “Fraternità Segno dei Tempi. Il magistero sociale di Papa Francesco" era necessario. E insiste sull'attenzione del Papa alla realtà e all'alleanza "tra il popolo di Dio e il Dio della storia". Sottolinea la consonanza tra la proposta pastorale di Francesco e la Tradizione, in particolare al Concilio Vaticano II. E' necessaria la fedeltà ad esso e la sua attuazione. Citando lo stesso Francesco, suor Smerilli ricorda: "Meglio una Chiesa incidentata ma in uscita, e ciò richiede un lavoro su noi stessi, tramite il discernimento che, dice, ci indica come porci davanti alla realtà. Suor Smerilli afferma poi che il magistero di Francesco è qualcosa di più che un magistero sociale, è un magistero a tutto tondo perchè riguarda il modo di essere della Chiesa. "La salvezza - prosegue - riguarda un noi concreto e per questo si configura in un 'esodo' che ci è richiesto e questo esodo ha la forma di un sogno, quello della fratellanza universale".

“... "tanto l’annuncio quanto l’esperienza cristiana tendono a provocare conseguenze sociali" (Evangelii gaudium, 180). In questo senso, la cura della nostra Madre Terra e l’impegno a edificare una società solidale in cui siamo 'fratelli tutti' non solo non sono estranei alla nostra fede, ma ne sono una realizzazione concreta. (dalla prefazione)”

Toccare le ferite dei poveri

Aboubakar Soumahoro è originario della Costa d'Avorio. Il suo impegno è sostenere i lavoratori poveri, quelli che "producono ma fanno la fame". Ne incontra tanti nel suo lavoro che, racconta, guadagnano 6 euro all'ora o che ricevono un compenso in natura: una spesa, della pasta, dell'olio per 12 ore di fatica. Porta nella Sala della Biblioteca Apostolica la concretezza dell'umanità, le ferite, i corpi degli uomini e delle donne che soffrono, che scappano dai conflitti. Non bisogna dividere lo spirito e il corpo, afferma, la fisicità e i sentimenti. E nota come prima della pandemia c'era spesso la vicinanza fisica con i poveri, ma la lontananza del cuore, e che oggi con il Covid, c'è la distanza in ogni senso. Ma "dove risiede l'anima del mondo se non in chi salva vite umane, in chi cerca di dare senso alle vite degli altri? - si domanda -. Dobbiamo immaginare un modello sociale che sia capace di rispettare la dignità dell'essere umano. La Fratelli tutti - conclude - mi conferma che è possibile pensare ad un mondo dinamico, sempre in movimento, dove ci possa essere la felicità per tutta l'umanità".

La realtà supera l'idea

Recuperare le radici del pensiero di Francesco e far emergere la sua consonanza con il Concilio è l'obiettivo che ci siamo dati, dice nel suo intervento don Christian Barone, uno dei due autori, perchè è vero che oggi ci può essere la tentazione di sganciarsi da chi ha respirato e vissuto il Vaticano II. L'insegnamento di Francesco non è altro che l'applicazione di ciò che già la Gaudium et spes aveva delineato. E della Fratelli tutti sottolinea l'aspetto che riguarda il tema del conflitto, un passaggio necessario per evitare il buonismo in cui il dialogo può cadere. Occorre saper guardare la differenza dell'altro senza percepirne una minaccia. Il conflitto è inevitabile ma, sottolinea ancora, se lo guardiamo alla luce del Vangelo, troviamo l'unità nella diversità e troviamo che unità e verità possono andare insieme. Don Barone cita poi ancora espressioni del Papa come quando dice che "la realtà supera l'idea". E prosegue: "Nell'incontro con l'altro possiamo capire molto di più che non ragionando in maniera astratta. Il Papa ha il coraggio di riportarci alla verità del Vangelo centrata sulla volontà di Dio che ha un disegno sull'umanità". Immaginarsi fratelli e sorelle nel contesto attuale va in controtendenza, la Fratelli tutti, conclude "ha in sé un messaggio dinamitardo perchè è in grado di innescare processi rivoluzionari".

"Sinodiare", l'unico percorso per il mondo e per la Chiesa

Per ultimo interviene brevemente il cardinale Michael Czerny. Sottolinea la sollecitazione contenuta nel pensiero di Papa Francesco che cioè i beni della terra siano a disposizione di tutti e fa notare come il Papa, a volte, usi termini declinati in modo nuovo. Cita l'esempio del verbo "sinodiare" sul tema della sinodalità e dice che è un modo di agire e di pensare valido per tutto il mondo non solo per la Chiesa. "È l'unico modo per affrontare i problemi", afferma. E su realtà e realismo dice: "la paura ci porta all'ideologia e alla distanza, mentre la realtà con tutti i suoi problemi ci porta alla speranza".

“...oggi proseguendo nel solco di quel cammino tracciato dai Padri conciliari, ci accorgiamo che c’è bisogno non solo di una Chiesa nel mondo moderno e in dialogo con esso, ma soprattutto di una Chiesa che si pone al servizio dell’uomo, prendendosi cura del creato e annunciando e realizzando una nuova fraternità universale, in cui i rapporti umani siano guariti dall’egoismo e dalla violenza e siano fondati sull’amore reciproco, sull’accoglienza, sulla solidarietà. (Papa Francesco nella prefazione)”

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30 settembre 2021, 18:05