Un film per raccontare rom e sinti oltre i pregiudizi
Lunedì 15 novembre, alle ore 18, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, in collaborazione con Aurora Vision e l’Associazione AIZO Rom e Sinti Onlus, presenta presso la sala della Filmoteca vaticana a Palazzo San Carlo il film “Portami a vedere la notte”, di Lia e Alberto Beltrami. La pellicola, un documentario di circa 50 minuti girato prevalentemente nei campi rom di Torino, racconta la vita di Carla Osella, della Compagnia di Sant’Orsola Figlie di Sant’Angela Merici, e fondatrice di AIZO, in mezzo al “suo” popolo, quello rom e sinti con cui da cinquant’anni ha deciso di vivere, testimoniando il Vangelo come amore incondizionato verso l’altro.
“Portami a vedere la notte” è la storia di una quotidianità fatta, purtroppo, ancora di discriminazioni e pregiudizi. Ma – spiegano gli organizzatori dell’evento - è anche la storia di esperienze di vita positive di chi, uscito dai campi, ha potuto affermarsi come artista e imprenditore, superando gli steccati dell’ignoranza e della logica dello scarto. Alla presentazione interverranno il cardinale Peter K. A. Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Carla Osella, orsolina, e Lia Beltrami. Modera l’evento Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale dei media vaticani.
«Dobbiamo sostenere le donne – dice la regista Beltrami – che in tutte le culture vogliono trovare la propria strada, studiare, costruirsi un futuro. Così nel documentario abbiamo voluto dare voce a due di loro, una del popolo sinti e una del popolo rom, appartenenti a generazioni diverse, ma accomunate dalla stessa tenacia e forza d'animo». Dal canto suo, Carla Osella sostiene di non aver fatto niente di straordinario. “Sono stata, e sono – sottolinea – uno strumento nelle mani di Dio. Vivo con quella che considero la mia gente, il mio popolo. A questo sono stata chiamata. Solo insieme impareremo a rispettarci e ad amarci. Siamo fratelli tutti».
«La pastorale per gli itineranti, le popolazioni rom e sinti, e quindi anche i nomadi, i giostrai, i lavoratori del circo – spiega il cardinale Turkson – è parte della missione del nostro Dicastero. Patrocinando questo film, che racconta con delicatezza storie di vita, una vita semplice pur nelle tante difficoltà e chiusure che ancora queste popolazioni devono subire, vogliamo dare voce ai tanti che nella Chiesa si spendono ogni giorno per gli ultimi, nelle periferie esistenziali. E Carla è una preziosa testimonianza in questo senso». Il docufilm è realizzato con il patrocinio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e la collaborazione di Fondazione Migrantes, AIZO, Fondazione Caritro e Comune di Rovereto.
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