La Santa Sede all’Expo, un padiglione per l’unità tra fedi e culture
Francesca Sabatinelli - Città del Vaticano
Il punto di partenza è l’incontro tra San Francesco ed il sultano d’Egitto Malik Al-Kāmil, a Damietta, nel 1219; quello di arrivo, Papa Francesco con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019. Con questa dimostrazione di incontro tra culture e religioni, il padiglione della Santa Sede alla Expo di Dubai invita i visitatori a concentrarsi su ciò che unisce anziché su ciò che divide. “Siamo l’unico padiglione non commerciale, la nostra presenza è esclusivamente simbolica e culturale – spiega monsignor Tomasz Trafny, vicecommissario del padiglione – e il percorso è stato disegnato in maniera tale che le persone possano avere l'esperienza di ciò che veramente significano la fratellanza, l'amicizia, il dialogo, l’incontro e in che maniera si possa imparare gli uni dagli altri e beneficiare gli uni dagli altri”. Si tratta di un percorso simbolico, “con molti elementi artistici, ma anche con i manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana che, per la prima volta, hanno lasciato i nostri spazi e hanno trovato l'ospitalità proprio qui a Dubai”.
I tesori del padiglione
Il padiglione è meta di visitatori di tutte le nazionalità e di tutti i ceti sociali, si va dalla presenza del principe ereditario di Abu Dhabi, ai membri delle famiglie reali, dai ministri degli Emirati Arabi Uniti, alle rappresentanze ufficiali dei governi dei Paesi partecipanti. Forte è stata, in più di un mese, l’affluenza dei visitatori arabi, curiosi soprattutto di ammirare un pezzo particolare, spiega ancora monsignor Trazny, “che si riferisce alla Casa della Sapienza di Baghdad, la grande biblioteca pubblica dell’epoca d’oro della cultura islamica, che è stata poi distrutta nel XIII secolo dai mongoli. È l'unico pezzo che direttamente viene collegato a questa grande biblioteca e che oggi è in possesso della Santa Sede, della Biblioteca Apostolica Vaticana. Dato che presentiamo anche manoscritti originali, questo suscita enorme interesse anche dei visitatori arabi”. L’intento del padiglione di voler creare ponti è più che mai reso evidente dalla sezione dei manoscritti, allestita in modo tale da poter rendere visibile in che modo le culture si siano influenzate a vicenda.
La forza degli scambi tra culture
“Presentiamo – prosegue il vicecommissario – l’impegno dei musulmani, della cultura islamica tra il IX e XIII secolo, nel tradurre opere di matematica, di astronomia, di medicina, di filosofia e di poesia. Traducevano tutto ciò che era raggiungibile, disponibile, nel loro cerchio culturale. Allo stesso tempo, però, facciamo vedere come la grande conoscenza nell'ambito matematico, grazie all'opera di Fibonacci, influenzò il mondo occidentale con l'introduzione del sistema numerico indo-arabo e che poi ebbe uno sviluppo, un coronamento, nella riforma del calendario gregoriano che, a sua volta, influenzò tutto il mondo, compreso il mondo arabo, oggi utilizziamo tutti calendario gregoriano”, una dimostrazione chiara dunque, di quanto le culture possano trarre vantaggio l’una dall’altra, “nel momento in cui, lo sguardo di apertura, di collaborazione e di dialogo supera i pregiudizi e nel momento in cui viene messo in pratica in maniera corretta”.
I prossimi appuntamenti
Due gli importanti appuntamenti che avranno come scenografia il padiglione della Santa Sede, il 4 febbraio ed il 19 marzo 2022. Il primo vuole celebrare la firma, ad Abu Dhabi il 4 febbraio del 2019, del Documento sulla Fratellanza umana da parte di Papa Francesco e del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, e vedrà al padiglione la presenza del cardinale Miguel Angel Ayuso, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Mentre, il 19 marzo, il padiglione ospiterà il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, per la Giornata Nazionale della Santa Sede.
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