La Santa Sede all’Osa: costruire insieme una società più equa e giusta
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
“Per un’America rinnovata” è il tema scelto per la 51^ sessione ordinaria dell’Assemblea Generale dell’Osa, l’Organizzazione degli Stati Americani tenutasi in forma virtuale sotto la presidenza del Guatemala. Dell’istituzione, entrata in attività nel 1951, fanno parte i 35 Stati indipendenti delle Americhe. All’attività dell’Osa prendono parte, in qualità di osservatori permanenti, anche 70 Paesi e organizzazioni estere, tra le quali la Santa Sede.
Sfruttare l'esperienza della pandemia
Nel suo intervento all’Assemblea Generale monsignor Juan Antonio Cruz Serrano, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Osa, ha riconosciuto che il continente americano pone “il suo sguardo su un futuro promettente, ricercando il bene comune e la promozione della dignità della persona”. Secondo Serrano popoli originari, europei, afrodiscendenti, nuovi migranti e quelli che hanno fatto di questa terra la loro casa rappresentano “la ricchezza di questo continente”. Riprendendo poi le parole di Papa Francesco pronunciate nel videomessaggio per la Veglia di Pentecoste del maggio 2020, l’osservatore della Santa Sede afferma: “Quando usciremo da questa pandemia, non potremo continuare a fare quello che facevamo, e come lo facevamo. Sarà tutto diverso. Tutta la sofferenza non sarà servita a nulla se non costruiremo tutti insieme una società più giusta ed equa. Se non ci adoperiamo per porre fine alla pandemia della povertà nel mondo, nel nostro Paese, nella città dove viviamo, questo tempo sarà stato invano”.
Per una cultura dell'incontro
Dialogo, multilateralismo, rafforzamento delle relazioni sono, per monsignor Cruz Serrano, gli strumenti che, soprattutto dopo l’emergenza Covid, l’America deve utilizzare per costruire ponti gli uni verso gli altri, specialmente verso i più bisognosi ed esclusi, e puntare sulla difesa e la tutela dei diritti di tutti siano. “La democrazia sia un bene che serva per la costruzione della giustizia”. E’ quella “cultura dell’incontro”, auspicata da Papa Francesco nella Lettera Enciclica Fratelli tutti, in cui “le differenze convivono integrandosi, arricchendosi e illuminandosi a vicenda”. Proprio per questo, afferma monsignor Cruz Serrano, “è necessario un ordinamento mondiale giuridico, politico ed economico che aiuti la collaborazione internazionale per continuare ad avanzare nello sviluppo solidale di tutti i popoli”. Infine, l’auspicio che nel continente americano si difendano il valore della vita, della famiglia, della dignità di ogni persona - quale immagine di Dio -, l’uguaglianza dei diritti della donna, del bambino, del migrante, di quanti si trovano in situazione di vulnerabilità, come pure il rispetto per la libertà religiosa, senza dimenticare la cura della casa comune da parte di tutti.
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