Alazraki e Pullella: “Dal Papa un riconoscimento per tutti i colleghi giornalisti”
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Il riconoscimento lo hanno ricevuto loro, ma è come se idealmente lo avessero avuto in mano tutti i vaticanisti presenti in Sala del Concistoro, che hanno vissuto la cerimonia di questa mattina come una festa. Valentina Alazraki e Phil Pullella, corrispondenti rispettivamente della emittente messicana Televisa e dell'agenzia Reuters, ora, per volontà del Papa, dama e cavaliere della Gran Croce dell’Ordine Piano, dagli anni ’70 ad oggi non hanno costruito solo un’importante carriera professionale, ma anche una carriera “umana”, fatta di stima e affetto sincero da parte di tanti colleghi con i quali hanno condiviso sempre volentieri il bagaglio di esperienze e conoscenze maturate sotto cinque pontificati.
L'affetto del Papa
Il Papa stesso in diverse occasioni ha dimostrato la sua amicizia ai due vaticanisti, menzionandoli nei saluti a inizio di ogni viaggio apostolico. Per Valentina Alazraki, invitata come relatrice nel 2019 al Summit sulla tutela dei minori, ha portato in occasione di un viaggio una torta di auguri e ha festeggiato durante il ritorno dagli Emirati Arabi nel 2019 il suo “150.mo compleanno”. Ovvero il viaggio papale numero centocinquanta che la vaticanista ha compiuto al seguito dei Papi, a partire dal primo volo nel “suo” Messico nel 1979 (unica donna tra i giornalisti) con Giovanni Paolo II, al quale regalò anche un sombrero.
Una festa per tutti i vaticanisti
Proprio quel clima confidenziale, di vicinanza e goliardia, che si respira nei corridoi degli aerei dei voli papali è sembrato rivivere questa mattina nella “bella sala” del Palazzo Apostolico: "Un volo papale ma senza turbolenze e senza sveglie alle 3 del mattino”, ha detto Pullella. Alla cerimonia hanno preso parte familiari e amici dei due premiati, ma anche alcuni cardinali, i vertici del Dicastero della Comunicazione e l’intera comunità di lavoro della Sala Stampa vaticana. Presenti, con grande sorpresa, anche alcuni “ex”: responsabili emeriti o in pensione che hanno accompagnato il lavoro di tanti vaticanisti. Tra loro, Alberto Gasbarri, per anni organizzatore dei viaggi papali, o i precedenti direttori della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi e Greg Burke, l’ex vicedirettrice Paloma Garcia Ovejero e l'indimenticabile suor Giovanna Gentili, per venticinque anni responsabile dell'Ufficio Accrediti.
Il saluto degli "ex"
Nel suo saluto al Papa, Valentina Alazraki ha detto infatti: “Santo Padre, vedrà vari ex ed emeriti, perché per noi è importantissimo il rapporto umano che non è legato agli incarichi del momento. Sono persone che ci hanno accompagnato in pezzi di strada e, anche se non sono più in funzione, rimangono nel nostro cuore”.
Tra figli, viaggi e notizie
Sinceri e spontanei, i due decani hanno voluto restituire anche uno scorcio della loro vita personale: quindi gli impegni familiari e le necessità dei figli da far combaciare con viaggi per il mondo, dirette e interviste, bollettini e flash da battere al secondo. In sostanza, il lavoro che ogni giornalista, tanto più i vaticanisti dedicati a seguire l’attività della Santa Sede e della Chiesa nel mondo, svolge quotidianamente. “In questa sala ci sono tanti elementi per delle cause di beatificazione”, ha detto Alazraki a inizio intervento, “essere mamme e papà, accompagnare i figli a scuola, sport e inglese, e intanto fare i giornalisti vaticanisti, è una virtù eroica. Questo riconoscimento è per loro”.
Con il piglio ironico che la contraddistingue, la giornalista ha raccontato anche diversi aneddoti familiari: dal marito che, in sua assenza, teneva le bambine incollate alla tv dicendo: “Tranquille perché mamma è con nonno”, cioè Papa Giovanni Paolo II, figura al quale fu molto legata, alle figlie che lamentavano di non riuscire a sentire mai la musica in macchina, perché la madre era impegnata ad ascoltare Radio Vaticana, Radio Maria o altre reti di informazione.
Un giovane immigrato
Da parte di Phil Pullella, invece, un grazie allo staff della Sala Stampa vaticana che “lavora dietro le quinte” e “un omaggio alle persone che mi hanno permesso di raggiungere questa bellissima stanza”, a cominciare dalla moglie Marilena, da oltre quarant’anni al suo fianco come “santa della porta accanto”.
Il grazie a tutti gli immigrati
La voce di Phil si è incrinata nel ricordare la sua infanzia di piccolo immigrato al seguito dei genitori, partiti dalla Calabria nel 1958 per raggiungere New York. Lui aveva 4 anni e, ora che ne ha oltre sessanta di più, non dimentica le difficoltà vissute, in appartamenti condivisi con altri immigrati, poche docce in comune per 35-40 famiglie, peraltro discriminate e guardate con sospetto dagli abitanti del luogo. Il ringraziamento del giornalista è andato quindi al cardinale Silvano Tomasi - presente in sala – amico di famiglia dall'adolescenza e rappresentante della Congregazione degli scalabriniani che gestivano la parrocchia e la scuola di Nostra Signora di Pompei in cui Pullella è cresciuto: “Ci hanno dato una educazione e una guida in un quartiere difficile dove alcuni ragazzi hanno ceduto alle tentazioni della droga e della criminalità organizzata. Probabilmente avrei percorso la stessa strada senza la famiglia e la parrocchia”. "A tutti gli immigrati e ai genitori che cercano una vita migliore per i figli”, il decano dei vaticanisti ha dedicato l’onorificenza, come pure “a tutti coloro che hanno aiutato gli immigrati di qualsiasi Paese in passato e che li aiutano oggi”. “Magari – ha detto - un ragazzo immigrato in un Paese lontano in futuro otterrà lo stesso riconoscimento in questa bellissima sala”.
La "lezione di giornalismo" di Francesco
Al termine della cerimonia, tra le foto con le medaglie, i selfie con amici e colleghi, gli abbracci e le congratulazioni, i due decani commentano con Vatican News la mattinata vissuta. Non solo l'emozione per il riconoscimento, ma anche per l'importante discorso del Papa che, dice Valentina Alazraki, “è una lezione di giornalismo”. “Voglio portare con me le tre parole che ci ha detto Francesco: ascoltare, approfondire, raccontare. È quello che credo tutti noi dovremmo fare”. Da qui di nuovo un grazie a chi svolge questo mestiere: “È un premio per tutti, un riconoscimento per il lavoro che tanti di noi facciamo ogni giorno, in mezzo a difficoltà diverse. Non solo i giornalisti genitori, ma anche quelli che non hanno bambini e che quindi non avrebbero scuse e vengono chiamati a lavorare 24 ore al giorno”. D’accordo Pullella che definisce il discorso di Francesco uno stimolo per tutti i giornalisti “a seguire sempre la verità, che è difficile ma non impossibile”. “Importante anche che ci abbia esortato a non tirarci indietro quando ci sono difficoltà e scandali nella Chiesa, sempre però cercando di avere le due parti della storia”.
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