Violenza contro le donne, Cruz Serrano: basta impunità
Alessandro De Carolis - Città del Vaticano
È un termometro del grado di civiltà raggiunto da un Paese, la violenza che si commette contro le sue donne. Una violenza che disumanizza, ruba presente e futuro, annienta la dignità. Monsignor Juan Antonio Cruz Serrano, osservatore permanente della Santa Sede, ricorda questo concetto parlando ai delegati presenti alla sessione speciale dell’Osa, l'Organizzazione che riunisce 35 Stati americani, convocata in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del prossimo 25 novembre.
Contrastare una cultura che oggettivizza la donna
Il rappresentante pontificio porta la posizione della Santa Sede sull’argomento tante volte evocato, e condannato, dal Papa. "Non possiamo voltarci dall'altra parte", cita le parole di Francesco monsignor Cruz Serrano, e la condanna, soggiunge, è per “tutte le forme di violenza, comprese quelle pratiche che giustificano o promuovono la violenza contro le donne”. Purtroppo, ricorda, “una delle forme più comuni di violenza subita da donne e ragazze è la violenza sessuale, come conseguenza, tra le altre cose, di una cultura in cui vengono oggettivizzate, trasformandole e presentandole come un oggetto di piacere che può essere usato e scartato”. E c’è la piaga del traffico di esseri umani, che nella regione rappresentata dall’Osa, dice l’osservatore permanente, “colpisce soprattutto donne e ragazze. L'87% delle vittime della tratta sono destinate al traffico sessuale".
Valorizzare il contributo unico offerto dalle donne
L’appello agli Stati di monsignor Cruz Serrano è a non “tollerare che la vita di migliaia di ragazze e donne sia segnata e, in molti casi, distrutta dall'essere vittime di violenza”. È necessario, dice con forza, “eliminare l'impunità per gli atti di violenza” contro le donne, il cui manifestarsi, osserva, “offre, purtroppo, una verifica del livello di umanità e di civiltà della società, di un popolo, di una persona”. Da parte sua, prosegue, la Santa Sede “valorizza e promuove il contributo unico e insostituibile della donna, così come la sua dignità più profonda. Non solo perché è una fonte di vita, una vocazione senza la quale l'umanità non potrebbe realizzarsi", ma anche per il suo apporto unico che arricchisce la nostra società, a partire dalle istituzioni dove la donna è presente, tramite la sua femminilità.
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