Viaggio del Papa, Zuppi: un invito a seguire il Vangelo e a servire gli ultimi
Eugenio Bonanata - Città del Vaticano
L’arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Zuppi, analizza alcuni aspetti del viaggio di Papa Francesco a Cipro e in Grecia. Dopo aver passato in rassegna le principali indicazioni sul versante del dialogo e dell’accoglienza, il porporato dice di essere rimasto colpito soprattutto dall’appello alla pazienza rivolto alla Chiesa tracciando in qualche modo un metodo di azione. “Non bisogna credere che basti dare o imporre degli ordini”, afferma. “Ciò che serve è prima di tutto l’ascolto”, come dimostrato a Lesbo che rappresenta certamente il momento più toccante dell’itinerario di Francesco.
Un tema chiave del magistero del Papa, il quale “non ha il chiodo fisso dei migranti”. Semmai – precisa – “ha il chiodo fisso del prossimo, come dovremmo averlo tutti, e in modo particolare noi cristiani, che siamo chiamati ad andare incontro a quanti hanno bisogno di aiuto”.
Sebbene questa indicazione derivi dal Vangelo - e nonostante “l’omissione di soccorso rappresenti anche un reato”, aggiunge il cardinale Zuppi - all’interno delle comunità cristiane non tutti la pensano esattamente in questo modo quando si tratta di accogliere i migranti sul proprio territorio.
Sta scritto nel Vangelo
Secondo l’arcivescovo di Bologna, le ragioni di questo atteggiamento, presente anche nel nostro Paese, sono legate alla mancanza di soluzioni adeguate. Una questione che chiama in ballo la politica, sebbene siamo tutti consapevoli della complessità di affrontare il fenomeno dei flussi. “È da decenni che se ne parla, ma il solo contenimento rappresenta una non-soluzione o meglio una finta soluzione”. Il fatto è che la pressione migratoria cresce sempre di più. E una gestione emergenziale e non condivisa, alimenta anche il malcontento e la paura. “In questa polarizzazione – afferma Zuppi – il messaggio di Francesco viene posto come una estremizzazione”. “La gente dice: ‘il Papa vuole fare entrare tutti quanti’, ma il Papa fa un discorso diverso. Lui dice solo che dobbiamo essere umani verso gli esseri umani in difficoltà, che dobbiamo fare in modo che le persone non stiano dentro i lager e che se c’è qualcuno in mezzo al mare dobbiamo salvarlo”. È vero che il Pontefice ripete con insistenza questi concetti. “Tuttavia – ribadisce il cardinale – questo non lo dice il Papa. Per i cristiani questo lo dice il Vangelo”.
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