Francesco: la misura del progresso sia la persona e non il profitto
Andrea De Angelis e Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Non dichiarazioni di intenti ma impegni concreti perché economia e finanza siano al servizio delle persone e della madre terra: che la misura del progresso siano le persone che escono dalla povertà e che lavorano con dignità, e non le logiche del profitto, l’espansione e i rendimenti a breve e brevissimo tempo.
Serve un cambio di paradigma : troppe le occasioni perse
Con questo auspicio il Papa si è rivolto in un messaggio, ai partecipanti all’evento svoltosi nel pomeriggio al Palazzo del Laterano, dal titolo “Preparare il futuro: costruire un'economia rigenerativa, inclusiva e sostenibile". A promuoverlo la Commissione Vaticana per il Covid-19 del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e il Network Deloitte. I lavori sono nati dalla richiesta - che il Papa ribadisce nel messaggio - di preparare il futuro, attingendo alla migliore scienza disponibile, con il realismo del Vangelo e in solidarietà con gli emarginati. E’ dal nostro impegno infatti - ha scritto Francesco - che dipende ciò che accadrà. La pandemia, torna a constatare il Papa, non può lasciarci come eravamo prima, e in due anni “dobbiamo ammettere che abbiamo perso molte occasioni per cambiare il nostro approccio”. Francesco parla di nuove "ingiustizie e disuguaglianze" e di "sfide" che continuano a persistere, come la cura della Casa comune, la distribuzione dei vaccini, l’aumento di fame, povertà e commercio di armi. Serve promuovere un “cambio di paradigma” e “trovare soluzioni creative”: il mondo dell’economia e della finanza hanno una responsabilità importante. Da qui l’incoraggiamento ai partecipanti, in termini di impegno collettivo per la lotta alla povertà e per l’occupazione: impegni concreti a servizio delle persone e del creato. È così difficile - si chiede il Papa - assicurare le condizioni per cui tutti possano contribuire a trasformare il mondo con il loro lavoro? “Voi potete fare la differenza: come vorrei che tutti accettassero la responsabilità di preparare un futuro diverso!”.
Da qui sono iniziati i lavori a porte chiuse tra esperti ed economisti in modalità zoom e in presenza, per analizzare la sfida globale della pandemia, che ha messo in luce l’inadeguatezza degli attuali sistemi economici e sociali e che ha trasformato le società, e per presentare nuovi modelli di economia che valorizzino, appunto, la natura, le persone e la società nel suo complesso.
Pensare in modo diverso
"L'attuale pandemia è l'ultimo di una lunga serie di avvertimenti in merito al fatto che i nostri attuali stili di vita non funzionano" ha ammonito il cardinale Michael Czerny, Prefetto ad interim del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale, nel suo discorso di apertura. "È un altro campanello d'allarme che ci implora di lasciarci alle spalle la mentalità del "business as usual" e la ricerca di una crescita economica incrementale e unidimensionale", ha aggiunto. Riprendendo le parole di Papa Francesco, il presule ha osservato che un modo alternativo di pensare è necessario se si vuole uscire da questa emergenza in modo resiliente. "La nozione di preparazione del futuro ci sfida a usare la nostra creatività in modalità che non abbiamo mai utilizzato prima e a cercare un nuovo percorso oltre questo tempo di crisi, che inizia con un cambiamento radicale, olistico e sistemico in modo - ha concluso - da poter vivere tutti insieme in pace con un'attenzione speciale per gli ultimi e con il nostro pianeta".
Investire meglio le risorse
I partecipanti al convegno hanno sottolineato come la pandemia abbia ingigantito le disuguaglianze economiche e sociali di lunga data, cercando le soluzioni da perseguire, a partire dal ruolo che spetta alle imprese nel preparare un futuro migliore. Strade nuove affinché nessuno sia lasciato indietro. Punit Renjen, Ceo di Deloitte Global, ha evidenziato come la crisi climatica sia una delle più grandi minacce che l'umanità deve affrontare, sottolineando come il mondo del business abbia la responsabilità di essere protagonista, di utilizzare le risorse in modo migliore per il bene della società. "Se possiamo farlo, dobbiamo farlo", ha ribadito.
Casa comune e nuove tecnologie
Diversi interventi hanno sottolineato come la pandemia abbia fatto comprendere all'uomo quanto sia fondamentale la cura della Casa comune, la capacità di difendere valori, principi vitali per il benessere di tutti e ciascuno. Altri hanno poi spiegato come le nuove tecnologie possano essere funzionali ad un processo virtuoso, in grado di ottimizzare le risorse e ridurre le disuguaglianze. Il professor Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, ha spiegato come l'economia debba essere sostenibile da un punto di vista sociale ed ambientale e, non da ultimo, fraterna. Nelle osservazioni conclusive, suor Alessandra Smerilli, segretaria ad interim del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale e responsabile della Commissione Covid-19 del Vaticano, ha osservato che le parole pace, azione, interconnessione e cura devono essere parte integrante del processo di ripensamento e riforma dei sistemi economici.
Ultimo aggiornamento 12.01.2022 ore 23.00
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