Antisemitismo, Urbanczyk: una minaccia da vincere con l’istruzione
Amedeo Lomonaco e Tiziana Campisi - Città del Vaticano
Per combattere l'antisemitismo si deve riconoscere che “nessun Paese della regione dell'Osce è immune” da questa piaga. Parte da questo presupposto monsignor Janusz Urbanczyk, rappresentante permanente della Santa Sede presso l'Osce - Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa - negli interventi tenuti alla Conferenza sulla lotta all'antisemitismo, il 7 e l’8 febbraio scorsi a Varsavia. “Oggi - ha detto - le comunità ebraiche sono vittime di minacce e attacchi violenti, che possono anche sfociare in omicidi; subiscono atti di vandalismo e profanazione delle loro sinagoghe, cimiteri e altre proprietà”. La sicurezza delle comunità religiose, dei loro membri e delle loro proprietà è una conseguenza diretta della protezione della libertà di religione. Gli Stati membri dell'Osce, ha spiegato, hanno il dovere comune non solo di garantire la protezione delle comunità ebraiche (così come di tutte le comunità religiose), ma anche di impedire che vengano perpetrati crimini contro di esse.
Antisemitismo on line
Le forme di antisemitismo sui social media, e su Internet in generale, possono portare alla violenza. “La libertà di espressione, come ogni diritto umano, è accompagnata da responsabilità - ha sottolineato monsignor Janusz Urbanczyk - che non possono essere ignorate”. “Se gli stessi diritti che le persone hanno offline devono essere protetti online, i corrispondenti doveri e le responsabilità offline devono essere richiesti anche online”. Citando un passaggio del messaggio nel 2021 di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, l’osservatore permanente ha ricordato che “tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole”. Un'attenzione specifica dovrebbe poi essere rivolta al ruolo dei fornitori di servizi Internet e di quelli legati ai social network.
Affrontare l’antisemitismo attraverso l’educazione
Solo attraverso un’adeguata istruzione è possibile combattere l’antisemitismo e la discriminazione in modo efficace e sostenibile. Intervenendo alla quarta sessione della Conferenza sull’antisemitismo, monsignor Urbańczyk ha affermato che sono l’ignoranza, i pregiudizi e gli stereotipi ad alimentarlo nelle nostre società e che l’educazione invece arginare il fenomeno rendendo in particolare i bambini e i giovani consapevoli della responsabilità comune di tutelare la dignità umana delle persone e dei popoli. “L’istruzione, soprattutto a scuola, che affronta le radici del fenomeno, gioca un ruolo importante nella promozione della libertà religiosa e della non discriminazione” ha detto l’osservatore permanente della Santa Sede. Monsignor Urbańczyk ha aggiunto che proprio la conoscenza della religione dell’altro può ridurre le incomprensioni e gli stereotipi dannosi e ha ricordato infine le parole pronunciate da Papa Francesco nel videomessaggio del 15 ottobre 2020 “Global Compact on Education. Together look beyond”: “Educare è sempre un atto di speranza che invita alla co-partecipazione e alla trasformazione della logica sterile e paralizzante dell'indifferenza in un'altra logica diversa, che sia in grado di accogliere la nostra comune appartenenza. […] riteniamo che l'educazione è una delle vie più efficaci per umanizzare il mondo e la storia. L'educazione è soprattutto una questione di amore e di responsabilità che si trasmette nel tempo di generazione in generazione”. In conclusione, la Santa Sede desidera esprimere ancora una volta la sua gratitudine alla Presidenza polacca dell'Osce per aver organizzato questa Conferenza sulla lotta all'antisemitismo nella regione.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui