Mons. Peña Parra ad Abu Dhabi per l'apertura della nunziatura apostolica negli Emirati Arabi Uniti Mons. Peña Parra ad Abu Dhabi per l'apertura della nunziatura apostolica negli Emirati Arabi Uniti

Abu Dhabi, Peña Parra celebra la Messa di apertura della nunziatura

Il sostituto della Segreteria di Stato ha presieduto la celebrazione che inaugura l'attività della rappresentanza pontificia negli Emirati Arabi Uniti: la presenza fisica di una struttura che rappresenta la Santa Sede è un segno di prossimità, una "Casa del Papa" vicina alla popolazione del Paese, in particolare alla comunità cattolica

Paolo Ondarza - Città del Vaticano

“Esempio di pazienza piena di speranza e vita cristiana” la comunità cattolica di Abu Dhabi dell’intera Penisola Arabica è “un piccolo gregge”,  osserva monsignor Peña Parra, ma "ogni parte del Corpo di Cristo, la Chiesa, ha un ruolo da svolgere. Nessuna parte è migliore o più importante delle altre”. 

Preghiera per le vocazioni

Nell’odierna festa della Presentazione del Signore in cui si celebra la Giornata mondiale di preghiera per la vita consacrata, prounciando l'omelia in occasione dell'aperrtura della nunziatura apostolica negli Emirati Arabi, l’arcivescovo constata come molti religiosi e religiose abbiano benedetto questa terra nel corso degli anni; quindi esorta a “pregare per coloro che hanno già risposto all'invito del Signore, come pure per chiedere al Signore della messe di inviare ancora più operai nel campo”.

Carismi, dono di Dio

“La vita consacrata - prosegue sostituto della Segreteria di Stato - è un ricordo della bontà e dell'amore di Dio nostro Padre. Come ha fatto nel corso della storia e continua a fare oggi, il Signore vede di cosa hanno bisogno i suoi figli e di conseguenza chiama uomini e donne a servire la Chiesa e la società ispirandoli ad abbracciare diversi carismi. Nessun carisma è uguale all'altro, ma ognuno è un dono di Dio”. 

La virtù della speranza

Mai cadere nello scoraggiamento. Secondo monsignor Peña Parra infatti si corre “il rischio di perdere la speranza e di chiederci se ne vale la pena”, ma “sappiamo dalla storia che è sempre stato così”. Anche il Signore,venuto ad offrirci la salvezza”, aggiunge, “è stato accolto spesso con rifiuto e incomprensione”, nonostante tutto “sopportò pazientemente e vinse per noi la corona della vittoria”.

A tutti i presenti l’esortazione ad “andare avanti come un unico corpo per testimoniare il messaggio di salvezza che Dio offre al mondo: un messaggio di lieta novella, di pace e di speranza; un messaggio di libertà per coloro che sono in una condizione di oppressione o di cecità spirituale; un messaggio che offre verità e autentica unità”.

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02 febbraio 2022, 16:45