Alla Gregoriana la presentazione del nuovo volume dell’Opera Omnia di Ratzinger
Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
Ha assunto un carattere itinerante la presentazione dell’ultimo volume dell’opera omnia di Joseph Ratzinger, dal titolo “La Chiesa: segno tra i popoli” edito dalla Libreria Editrice Vaticana (LEV). Oggi a Roma l’ottavo capitolo della collana - il primo di due libri che lo compongono, appena pubblicato in italiano - è al centro di una sessione di studio presso la Pontificia Università Gregoriana organizzata assieme alla Fondazione Ratzinger. “Un momento ampio dedicato interamente allo studio di un grande teologo del Novecento come Benedetto XVI”, dice il responsabile della LEV Lorenzo Fazzini ricordando che il testo raccoglie gli scritti sul tema della Chiesa, e più in generale dell’ecumenismo, lungo un arco di cinquant’anni.
La presentazione in un contesto accademico
“L’ecclesiologia – aggiunge – rappresenta una questione di base nella teologia, perché naturalmente affronta il mistero della Chiesa e il mistero della vita di Cristo nella storia”. Un pezzo di storia importante che giustifica la scelta di un appuntamento di riflessione ad hoc in un contesto accademico, dopo la presentazione ufficiale avvenuta nelle settimane scorse in Vaticano. Fazzini sottolinea che “è un testo poderoso, di circa 900 pagine, sul rinnovamento della teologia e dell’ecclesiologia del Concilio Vaticano II che ha messo ancora più a fuoco la centralità del paradigma della Chiesa come popolo Dio”.
Sono tanti gli spunti per chiunque abbia interesse di accostarsi all’opera, che precede quella prodotta durante il magistero di Benedetto XVI. “Fino ad ora è stata positiva l’accoglienza da parte della stampa”, osserva ancora Fazzini aggiungendo che all’interno di questo volume ci sono due scritti proposti per la prima volta in italiano. Il primo è testo, risalente al 1969, verte sulla figura di san Francesco d’Assisi “visto come l’emblema di colui che vive un carisma personale al servizio della Comunità, al punto tale da spossessarsi di sé”. Il secondo, invece, è un’omelia pronunciata nel 1977 durante una celebrazione per Paolo VI che in quel momento veniva pubblicamente criticato anche all’interno del perimetro ecclesiale. “Ratzinger in quella occasione affermò alcune verità umane, come ad esempio il fatto che Gesù Cristo non ha promesso alla Chiesa che i suoi successori sarebbero stati perfetti, ma semplicemente degli uomini che avrebbero rappresentato e costituito il principio dell’unità della Chiesa”.
Un parterre importante
In apertura del dibattito alla Pontificia Università Gregoriana il saluto del rettore, padre Nuno da Silva Gonçalves e quello dello stesso Lorenzo Fazzini, assente per motivi personali il presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, padre Federico Lombardi. In seguito gli interventi di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio; Alessandro Clemenzia, vicepreside della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale; Roberto Regoli, direttore del Dipartimento di Storia della Chiesa della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa. Moderatore, Pietro Luca Azzaro, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che è il curatore e traduttore del volume.
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